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Il tema della giustizia in Eschilo

Il tema della δικη in Eschilo viene affrontato in diverse tragedie. Per esempio in “Sette contro Tebe” c’è una raffigurazione della dea della giustizia sullo scudo di Polinice ad indicare la promessa di far ritornare in patria il guerriero, promessa che non sarà mantenuta poiché lui morirà nello scontro con il fratello Eteocle. Polinice, inoltre, risulta essere in contrasto con un altro soldato, Amfiarao, che non ha nessuna insegna sullo scudo come segno di essere estremamente giusto in guerra senza doverlo dimostrare in apparenza ma con i fatti. Un altro momento in cui la δικη viene citata è nel finale delle “Coefore” in cui il coro celebra il trionfo della giustizia e la salvezza della casa poiché Oreste è riuscito ad uccidere la madre, vendicando l’uccisione di Agamennone. In entrambe le opere c’è il principio del sangue chiama sangue basata su una colpa commessa dagli avi che successivamente ricade sugli eredi della stessa famiglia e questi ultimi hanno il compito di estinguerla attraverso un unico modo: il sangue, un’uccisione.

E questo era il meccanismo di giustizia arcaico. In realtà con la follia che assale Oreste dopo il matricidio e la sua visione delle orribili figure delle Erinni, sembra che la colpa continui ad essere presente nella stirpe ma, a questo punto, interviene la divinità. Apollo, infatti, promette ad Oreste di proteggerlo e così si giunge ad Atene. Qui c’è un forte contrasto tra il giovane e il coro delle Erinni che verrà placato dalla dea Atena con l’istituzione del tribunale dell’Aeropago, alla fine della tragedia delle “Eumenidi”. Allo stesso modo nelle “Danaidi” la dea Afrodite aiuterà nel processo per poi liberarla Ipermestra poiché non aveva aderito alla vendetta sui mariti insieme alle sue sorelle. La divinità risulta, quindi, essere giudice assoluto e questa tematica viene affrontata nel “Prometeo incatenato” in cui il protagonista, per aver dato il dono del fuoco agli uomini, sottratto a Zeus, è costretto a subire un’atroce punizione escogitata dal dio. Potrebbe sembrare strano vedere la figura della divinità così negativamente e spietata se si considera il fatto che è proprio Zeus il padre della δικη ma seguendo il flusso della tragedia il dio si mostra per quello che è: un giusto giudice il quale alla fine dovrà anche chiedere perdono a Prometeo poiché il Titano conosce un segreto riguardante Zeus stesso.

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