Tra i vari testi, ho deciso di scegliere Edipo re vv. 1-77 di Sofocle, che narra la storia della città di Tebe, colpita da una terribile epidemia.
Una delle più grandi differenze tra il tema della peste in Manzoni e il testo del tragediografo greco è la visione differente delle cause di questa pestilenza. Sofocle infatti, tramite la sua tragedia, sottolinea il fatto che al tempo si pensava che le pestilenze fossero delle punizioni da parte degli dei; in questo caso si scopre che è proprio Edipo la causa del contagio per aver ucciso sua padre e sposato sua madre, sebbene non lo sia scientificamente.
Inoltre Edipo è convinto di poter risolvere la situazione proprio come aveva fatto con la Sfinge e infatti nell’ultima frase del testo invoca il dio Apollo (“O possente Apollo, che egli venga con qualche evento di salvezza, raggiante com’è all’aspetto”).Manzoni, invece, analizza tutte le cause della peste ne “I Promessi Sposi” e, in particolare nei capitoli finali (XXVIII - XXIX - XXX), spiega cosa fanno le autorità sanitarie di Milano, sebbene facciano una serie di scelte sbagliate che porteranno solo a un'ulteriore diffusione della malattia.
Ci sono anche delle affinità. Ne “I promessi sposi”, il governatore, Don Gonzalo Fernandez de Cordoba, afferma che non c’è da preoccuparsi per la peste e che basterà affidarsi a Dio; un po’ come fece Edipo. Un altro terribile fatto in comune è l’enorme calo demografico: sebbene si sia diffusa in periodi storici diversi e lontanissimi tra di loro e in un caso si tratti di un evento storico, nell'altro di una narrazione mitica, la peste provoca moltissime vittime in entrambi i casi.