Nell’antica Grecia la poesia, i testi teatrali, i racconti di storie erano conosciuti attraverso la recita o la lettura ad alta voce a un pubblico di ascoltatori: la cultura greca, infatti, particolarmente in epoca arcaica, era fondata sull’oralità. Il libro, inteso come oggetto di uso individuale che fissa in testo letterario scritto, si diffonde tardi.
L’abitudine a una fruizione collettiva dei testi derivava dal ruolo che la poesia ricopriva nella società arcaica: essa fu la prima forma attraverso la quale furono tramandati i miti, i culti, le storie,la tradizione del popolo greco ed era cantata e accompagnata dalla musica. Il cantore era portatore del complesso della tradizione, e senza il canto non esisteva poesia e quindi letteratura. Come ci racconta Pausania, vissuto nel II secolo d.C. le cose sopravvivevano, presso i greci, non come lette, ma come cantate. Gli artefici di questa trasmissione orale si riunivano in corporazioni e godevano di alto prestigio sociale.
Altri fattori contribuiscono a spiegare come mai la lettura ad alta voce fosse più diffusa rispetto a quella individuale. Ad esempio la mancanza di separazione fra le parole e di punteggiatura rendeva più difficile la comprensione del testo. Inoltre i materiali scrittorii e il loro stato di conservazione rendevano problematica la lettura. Non da ultimo si deve considerare il livello di alfabetizzazione degli eventuali lettori, che era in realtà minimo.
