Alceo, Mondo concettuale
L’antica divisione alessandrina della produzione alcaica non è più condivisibile giacché i temi simposiali e “stasiotici” si intrecciano frequentemente; ciò dipende dal fatto che tutta l’opera di Alceo deriva essenzialmente (se non esclusivamente) dalla passione civile ed era destinata all’eterìa riunita in occasione del simposio: “non ci sono in lui (Alceo) compartimenti stagni, confini vincolanti, campi che si possano delimitare con esclusività (amore, vino, mito, natura, politica)”.
A proposito di tale contesto simposiaco sono di grande interesse le osservazioni del Vetta: “Il simposio è la pratica attraverso cui determinati gruppi dominanti segnano, di volta in volta, la loro differenza da altre categorie sociali e politiche, sia per continuità di un potere effettivamente ancora esercitato sia in forme di cospirazione e di memoria nostalgica. È rituale di appartenenza, funzione e creazione di una uguaglianza: verifica la continuità del legame e sancisce l’adesione dell’ospite e di chi è arrivato all’età adulta.
È il luogo dell’onore e del disonore; dell’onore dei presenti e, talora, del disonore degli assenti, o spettacolo della "timé" individuale e del gruppo come unità”. Di conseguenza è frequentissima, nei carmi alcaici, la presenza di elementi “metasimposiali”, quali la centralità del tema del vino, l’invito a bere, i riferimenti a circostanze “rituali” (ad esempio l’ornarsi con corone di fiori, la purificazione dei convitati, l’ungersi con balsami profumati, i giochi, ecc.).