Concetti Chiave
- Rousseau vede lo stato di natura come una vita individuale che evolve verso la cooperazione per attività come l'agricoltura, portando alla sedentarietà e alla proprietà.
- La sedentarietà introduce strutture gerarchiche, divisioni di compiti e forme di schiavitù tramite la stratificazione sociale e la subordinazione.
- L'agricoltura introduce la nozione di proprietà, trasformando il possesso prolungato in diritto legale, come illustrato dal concetto di usucapione.
- L'ambizione sfrenata porta l'uomo a prevaricare sugli altri, generando insoddisfazione, ansia e distruzione delle relazioni umane.
- I ricchi creano leggi, come il diritto positivo, per mantenere la loro posizione, trasformando l'usurpazione in un diritto irrevocabile, nonostante sia contrario al diritto naturale.
Indice
La transizione dalla natura alla società
Rousseau crede che lo stato di natura, sia un modo di vivere individuale, in cui gli uomini sono vivi, tuttavia gli uomini col passare del tempo prendono coscienza che vi sono delle attività che sarebbero meno faticose se fatte in gruppo, come l'agricoltura, e quindi decidono di unirsi. Inoltre gli uomini capiscono che è comodo avere delle riserve di cibo e così iniziano ad accumulare, è in questo modo che si passa a una vita sedentaria dove non vice più l'uguaglianza, ma la proprietà. La sedentarietà porta in oltre a strutture gerarchiche perché implica vi sia una differenziazione di compiti. Secondo Rousseau dalla sedentarietà deriva una forma di schiavitù perché porta alla formulazione di una divisione dei poteri, di subordinazione e di stratificazione sociale. I nomadi vivono il momento, al contrario degli uomini sedentari che temono di perdere ciò che possiedono in quanto gli altri si possono comportare così come loro si sono comportati: appropriarsi indebitamente dei “loro” beni.
La nascita della proprietà e le sue conseguenze
L'agricoltura implica la nascita della proprietà infatti dopo che ho piantato dei semi, presidio il terreno per lungo tempo e quindi è come se il podere diventasse mio, da il possesso continuo deriva la proprietà; vi è infatti una legge chiamata usucapione: un modo di acquisto della proprietà a titolo originario basato sul perdurare per un determinato periodo di tempo del possesso di un bene. L'uomo perciò da libero e indipendente, com'era nello stato di natura, diventa padrone di qualcuno o qualcosa ma al contempo suo schiavo perché per esempio se possiedo una macchina questa mi sottrae del tempo per la sua manutenzione e cura. Il tempo è il bene più prezioso perché l'unico a non tornare.
L'ambizione e le sue conseguenze sociali
L'ambizione sfrenata, divorante spinge il singolo a prevaricare sugli altri uomini, a cercare di porsi al di sopra degli altri individui, a soggiogare il prossimo. L'aggettivo divorante conferisce un'accezione negativa al sostantivo, tuttavia, l'uomo ambizioso, oltre che divorare gli altri, divora se stesso perché mai sarà sazio, sarà perennemente insoddisfatto in quanto la proiezione è sempre in un futuro migliore; questo genera fatica e ansia incessanti, ma anche perché farà terra bruciata delle relazione umane. Rousseau paragona gli uomini che mirano al proprio beneficio a danni altrui, ovvero i ricchi in maniera smisurata perché per Rousseau la ricchezza in maniera smisurata non è possibile conducendo una vita onesta, a lupi affamati che una volta che hanno assaggiato carne umana non riescono più ad astenersi dal mangiarla. Se dovesse prevalere la legge della sopraffazione vi sarebbe una guerra incessante e ricchi, oltre che a rischiare la vita, rischierebbero di vivere il patrimonio. Questa classe sociale vive quindi in una condizione di ansia continua determinata dalla paura di perdere ciò che si ha usurpato.
La creazione del diritto positivo
Inoltre poiché il diritto naturale è contro i ricchi, codesti ebbero un'idea: di creare il diritto positivo a loro favore. Voglio quindi creare delle leggi, come la proprietà privata, che li avvantaggino. Queste leggi sono uguali per tutti, tuttavia se tutelano la proprietà sono a favore di colore che possiedono dei beni e non dei poveri. L'usurpazione da ingiusta, diventa un diritto irrevocabile.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Rousseau sul passaggio dallo stato di natura alla vita sedentaria?
- Come descrive Rousseau l'effetto della sedentarietà sulla società?
- Qual è il ruolo dell'ambizione secondo Rousseau?
- Come Rousseau vede la ricchezza smisurata e il diritto positivo?
- Qual è la critica di Rousseau alla legge della sopraffazione?
Rousseau crede che gli uomini, inizialmente individuali nello stato di natura, si uniscano per attività meno faticose come l'agricoltura, portando alla sedentarietà e alla nascita della proprietà e delle strutture gerarchiche.
La sedentarietà porta a una forma di schiavitù, con divisione dei poteri e stratificazione sociale, poiché gli uomini temono di perdere ciò che possiedono e si appropriano indebitamente dei beni altrui.
L'ambizione sfrenata spinge gli uomini a prevaricare sugli altri, generando insoddisfazione e ansia, e distruggendo le relazioni umane, paragonando i ricchi a lupi affamati.
Rousseau ritiene che la ricchezza smisurata non sia possibile con una vita onesta e che i ricchi abbiano creato il diritto positivo, come la proprietà privata, per avvantaggiarsi, trasformando l'usurpazione in un diritto irrevocabile.
Rousseau critica la legge della sopraffazione, che porterebbe a una guerra incessante e a una condizione di ansia continua per i ricchi, che temono di perdere ciò che hanno usurpato.