Concetti Chiave
- "Une vie ou l'Humble Vérité" di Guy de Maupassant è un romanzo di costume che descrive la società francese del XIX secolo, pubblicato con grande successo nel 1883.
- La trama segue la vita di Jeanne Le Perthuis des Vauds, una giovane aristocratica che affronta disillusioni e difficoltà nel suo matrimonio e nella sua vita familiare.
- Maupassant esplora temi come adulterio, denaro, condizione della donna e realismo crudele, ritraendo personaggi coinvolti in una società mediocre e vile.
- Il romanzo mette in luce la lotta delle donne nell'Ottocento, evidenziando le somiglianze con la vita della madre dell'autore e la ricerca di dignità e rispetto.
- Maupassant critica la religione attraverso il ritratto di una Chiesa fanatica e codarda, evidenziando l'impatto negativo delle istituzioni ecclesiastiche sulla vita di Jeanne.
Il primo romanzo di Guy de Maupassant, "Une vie ou l'Humble Vérité" apparve per la prima volta a puntate per quasi due mesi nel 1883, prima di essere pubblicato lo stesso anno. È un romanzo di costume per la descrizione della società e si inserisce in un contesto letterario, in cui il romanzo ha conosciuto la massima fioritura e si è imposto come genere dominante. Fu un grande successo e ne furono vendute 25.000 copie in meno di un anno. Guy de Maupassant è un autore della corrente naturalista. Questo lavoro ne è l'esempio perfetto. "Una vita" non ci racconta una bella storia, ma piuttosto confronta il lettore con la dura realtà della Francia per una donna del diciannovesimo secolo
Indice
La vita di Jeanne
Jeanne, unica figlia, molto viziata, di signorotti della Normandia, il barone Simon-Jacques Le Perthuis des Vauds e baronessa Adélaïde, terminati gli studi, lascia il convento, all'età di 17 anni (siamo nel 1819) e convince i suoi genitori a stabilirsi nel loro castello des Peuples, sulla scogliera di Yport in Normandia.
Sensibile e romantica, desidera ardentemente conoscere la felicità e ha tutto per essere felice: istruzione, fortuna e bellezza. Per qualche tempo assapora una felicità senza misura, e, sempre sicura dell'affetto indulgente della sua famiglia e nutrendo per il padre una tenerezza speciale, gode pienamente della presenza dei genitori
Il matrimonio e le delusioni
Ben presto, tuttavia, intesse un idillio con uno dei vicini, il visconte Julien de Lamare. Rimasto orfano da poco, il giovanotto si è ritirato in campagna e intende ripristinare la sua fortuna che è stata minata dalla prodigalità del padre. Sebbene sinceramente toccato dalla grazia di Jeanne, fa comunque i suoi calcoli. La ragazza non sospetta nulla e vede l'arrivo del giorno del suo matrimonio come un bel sogno. Meno di quattro mesi dopo, si sposano, il che le avrebbe garantito la felicità per il resto della sua vita. Ma, per la ragazza, la prima notte di nozze è solo una delusione.
Tuttavia, durante la loro luna di miele in Corsica, conosce, grazie ad un'escursione in Val d'Ota, incanto e amore fuggitivo, vivendo un primo e ultimo momento di gioia.
Dopo essere tornati al castello des Peuples, la vita diventa triste. I due sposi, dormono separati e Jeanne si rende conto che Julien è un uomo rozzo, interessato e incapace di sentimenti profondi.
La noia viene spezzata dall'inaspettato parto di Rosalie, la sua sorella latte, che ora è la sua cameriera e che trova, una notte, nel letto di Julien: l’uomo aveva ha iniziato i rapporti con la ragazza proprio durante il fidanzamento, e il bambino è suo. Jeanne scappa, sviene, e poi, dopo una breve convalescenza, scopre che anche lei è incinta. La gravidanza è dolorosa, ma Julien non è preoccupato e passa il tempo frequentando la famiglia dei Fourville, dei signori locali. infine, Jeanne dà alla luce, prematuramente, un figlio.
Avendo perso tutte le illusioni, scopre a maggio che Julien ha una relazione con Gilberte de Fourville, iniziata nel dicembre dell'anno precedente. La morte della madre, durante l'estate, costituisce una perdita ancora più irreparabile di tutte le altre e una crudele disillusione perché trova lettere della defunta comprovanti che anch’essa era un'adultera.
Informato dell'infedeltà della moglie dal fanatico Abbé Tolbiac, il conte di Fourville, nella primavera del 1822, butta dalla cima di una scogliera, la roulotte che ospitava Julien e la sua amante. Quella stessa sera, Jeanne dà alla luce un bambino nato morto.
La solitudine di Jeanne
Sempre condannata a una maggiore solitudine, la donna cerca conforto nell'affetto del padre e nell'amore che nutre per il suo primo figlio Paul, che alleva senza metodo, al quale trasmette tutti i suoi capricci, che vizia a tal punto da perdere ogni autorità su di lui; addirittura rifiuta di separarsi da lui per mandarlo a scuola. Tuttavia, quando il ragazzo compie 17 anni, accetta di metterlo in collegio a Le Havre. Tre anni dopo, nel 1841, il ragazzo fugge in Inghilterra con una ragazza . Qui, vive di espedienti e, indebitato, strappa somme alla madre che gradualmente la rovinavano. La proprietà dei Peuples è presto ipotecata. Poi il Julien muore e Rosalie torna a vivere con Jeanne.
Diventata una ricca proprietaria, Rosalie si occupa del "governo delle cose e degli abitanti del castello". Sapendo come gestire i pochi soldi che rimangono, vende le proprietà dei Peuples, fa trasferire Jeanne in una piccola casa del retroterra, si prende cura di lei perché è impazzita, la salva e si sacrifica per lei.
Il declino e la rinascita
Jeanne perde la zia Lison e pensa gelosamente solo al figlio, andando addirittura a cercarlo a Parigi. Un vagabondaggio che le serve solo per pagare i debiti che ha fatto, cercando di creare una compagnia di transatlantici.
Così si stabilisce in una nevrosi di ricordi, ma essa ritrova la sua gioia da una lettera del figlio che le dice che la sua amante, di fatto una prostituta, sta morendo, dopo aver dato alla luce una bambina. Rosalie porta il bambino a casa di Jeanne, annunciando il ritorno di Paul per il giorno successivo. Jeanne ritrova, così, il gusto per la vita,.. "La vita, vedete", conclude la fedele Rosalia, "non è mai così buona o così cattiva come pensiamo".
Temi e personaggi
L'opera descrive la vita di Jeanne Le Perthuis des Vauds, la protagonista, dall’ uscita dal convento fino alla morte. Attraverso la pittura dei personaggi, Maupassant descrive diversi ambienti sociali, come l'aristocrazia e la Chiesa. Attorno all'eroe principale, gravitano personaggi secondari coinvolti nella felicità o nella sfortuna: i genitori di Jeanne, Julien Lamare, il marito di Jeanne, Paul il figliol prodigo e Rosalie, la sorella di latte di Jeanne che le rimarrà fedele, anche se ha contribuito alla sua disperazione diventando l'amante di Julien Lamare.
L'autore descrive un'umanità mediocre e vile dove il pessimismo è di rigore, dove non sempre vive la speranza e dove a volte il realismo crudele è onnipresente. I temi sono: adulterio, denaro, famiglia e istruzione, condizione della donna, amore e morte.
Il realismo di Maupassant
È il ritratto realistico, e quindi senza compiacimento, di Jeanne, una giovane ragazza di buona famiglia che vede la vita trasformarla a poco a poco. Una ragazza fresca e ben educata che perde gradualmente l'appoggio e sprofonda nella follia.
Se scaviamo nel passato di Guy de Maupassant, possiamo vedere le somiglianze tra la vita della sua eroina e quella di sua madre, lei stessa psicologicamente malata.
Il ruolo delle donne
Guy de Maupassant affronta in questo romanzo un tema a lui caro: la vita delle donne nell'Ottocento. Cresciuto esclusivamente da sua madre, è sensibile alla lotta che le donne devono condurre per vivere con dignità ed essere rispettate. Attraverso la vita di Jeanne, lo scrittore mostra i pericoli che le donne devono sopportare e come li affrontano poiché finalmente Jeanne trova la pace dell'anima e la redenzione nelle cure che dedica al bambino che suo figlio Paul ha avuto con una prostituta.
Fin dall'inizio, Maupassant ha voluto staccare la sua eroina dalle convenzioni sociali del tempo che bloccavano le donne in una sorta di ruolo perpetuo di supporto. La libera, le fa vivere l'amore a prima vista, ignorando il matrimonio combinato ancora molto di moda in quell’epoca. Sposerà l'uomo che ama anche se, alla fine, si rivelerà essere il più grande errore. Maupassant non è un uomo che indulge nel romanticismo, troppo lontano dalla realtà.
Quello che vuole è mostrare la realtà in tutta la sua durezza, anche se ciò significa cadere nel pessimismo, che è quello che fa con Jeanne perché il matrimonio fallisce miseramente.
Il fallimento del matrimonio
Il ruolo di moglie, in cui la donna del diciannovesimo secolo si deve realizzare, è un fallimento infernale per Jeanne. Lo stesso varrà per il ruolo di madre. Il suo primo parto è solo dolore e il bambino, Paul nasce prematuro e non gli porterà alcuna soddisfazione. Il suo secondo figlio muore alla nascita lo stesso giorno di suo padre. L'amore con cui coccola il suo bambino è soffocante, invasivo.
Probabilmente, Maupassant si è ispirato al suo rapporto con la madre: entrambe le donne hanno un amore patologico, intossicate dalle malattie mentali di cui soffrono.
Se Maupassant si è fatto una posizione, diventando ricco e famoso, riconosciuto dai suoi coetanei, non è lo stesso per Paul, figlio di Jeanne, che delude sempre per i suoi fallimenti e il suo comportamento nei confronti della madre. Maupassant potrebbe aver voluto esorcizzare un ipotetico destino e mostrare quanto sia difficile per una donna single crescere un figlio e guidarlo sulla strada del successo quando non ha alcun sostegno.
L'influenza della religione
Maupasssant frequentò un'istituzione ecclesiastica. Mantenne un atteggiamento di ribellione a tal punto da essere allontanato. Dal tempo passato in questa scuola deriva la sua avversione per la religione; infatti, attraverso l’Abbé Picot e Tolbiac, dipinge una Chiesa fanatica, estremista e un po' codarda. Padre Picot, pur disinvolto, preferiva chiudere gli occhi di fronte a certe azioni. Chiudendo gli occhi di fronte ai lati cattivi dei credenti, dimentica di riaprirli gli per guidarli nel cammino della fede, lasciandoli soli.
Quanto a padre Tolbiac, è l'incarnazione della religione che schiaccia tutto sul suo cammino, anche l'umanità, dimenticando che la religione deve tutto all'uomo. È l'esatto opposto di Padre Pivot: non lascia passare nulla, arrivando perfino ad uccidere un cane che partorisce davanti agli occhi dei bambini che vi vedono solo l'opera della natura. Mette Dio al primo posto, prima ancora dei suoi parrocchiani.
Anche Jeanne è vittima di questa religione poiché la sua vita sembra iniziare quando lascia il convento. Ne esce piena di ottimismo e sogni, solo che con il passare dei giorni, la sua vita cade a pezzi.
La religione l'ha preservata troppo dal mondo esterno e non l'ha preparata ai pericoli che chiunque può incontrare. Non c'è da meravigliarsi che Jeanne conduca la vita, come descritta da Maupassant, poiché semplicemente non aveva le armi per difendersi dalla dura realtà del mondo esterno.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico e letterario del romanzo "Une vie ou l'Humble Vérité" di Guy de Maupassant?
- Chi è Jeanne Le Perthuis des Vauds e quale percorso di vita affronta nel romanzo?
- Quali sono i temi principali trattati nel romanzo?
- Come viene rappresentata la vita delle donne nell'Ottocento nel romanzo?
- Qual è il ruolo della religione nel romanzo e come influenza la vita di Jeanne?
Il romanzo, pubblicato nel 1883, si inserisce nel contesto del naturalismo e descrive la società francese del XIX secolo, con un focus sulla vita delle donne e le loro difficoltà.
Jeanne è la protagonista, una giovane donna di buona famiglia che, dopo aver lasciato il convento, affronta una serie di delusioni e difficoltà, tra cui un matrimonio infelice e la perdita di illusioni, fino a trovare una sorta di redenzione attraverso l'amore per il nipote.
I temi principali includono l'adulterio, il denaro, la famiglia, l'istruzione, la condizione della donna, l'amore e la morte, con un ritratto realistico e pessimistico della vita di Jeanne.
Maupassant esplora le difficoltà e le lotte delle donne per vivere con dignità e rispetto, mostrando attraverso Jeanne i pericoli e le sfide che devono affrontare, spesso senza il supporto necessario.
La religione è rappresentata in modo critico, con figure ecclesiastiche che mostrano fanatismo e codardia. Jeanne, cresciuta in un convento, è impreparata alla realtà del mondo esterno, il che contribuisce alle sue difficoltà e disillusioni.