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Baudelaire, Charles - Contesto storico e vita dell'autore scaricato 1 volte

Concetti Chiave

  • Il decadentismo emerge in Francia come reazione al positivismo e realismo, con Charles Baudelaire come figura di spicco che esplora temi di trasgressione morale e anarchia biologica.
  • Baudelaire ha un rapporto familiare complesso, segnato da tensioni con il patrigno e un legame ambivalente con la madre, influenzando profondamente la sua opera poetica.
  • Il poeta è noto per il suo stile di vita dandy, caratterizzato da un'eleganza esibita e una ribellione politica che lo vede partecipare alla rivoluzione del 1848.
  • Baudelaire è affascinato dall'esotismo e dall'ambiente urbano di Parigi, che diventa un centro di ispirazione e luogo d'incontro con intellettuali come Balzac e Courbet.
  • La pubblicazione de "I Fiori del male" nel 1857 provoca scandalo e un processo per immoralità, consolidando la fama di Baudelaire come poeta maledetto e innovatore stilistico.

Indice

  1. Decadentismo
  2. Charles Baudelaire - Il racconto di una vita, un tormentato legame familiare
  3. Il ribelle dandy
  4. Esotismo e ambiente urbano
  5. Il difficile rapporto con il denaro
  6. Gli amori
  7. Lo scandalo dei Fiori del male e le altre opere
  8. Il viaggio in Belgio e la morte
  9. I «fiori malsani»
  10. Spleen e ideale

Decadentismo

Nello stesso periodo in cui dominano sul piano culturale il positivismo e sul piano letterario il realismo, nasce in Francia il decadentismo. La parola stessa suggerisce un’idea di decadenza e regresso, di tramonto di una civiltà e proprio come tale viene definita dai teorici che pur con sensibilità diversa condividono:
- La trasgressione morale;
- La polemica provocatoria;
- L’anarchia biologica.
Il precursore di questo movimento è Charles Baudelaire, che teorizza la malattia e le inquietudini come principio di ispirazione poetica e nel suo capolavoro “I Fiori del male” istituì i temi e i principi di questo tipo di poesia:
- L’esaltazione dei sensi, alla ricerca di quei simboli, di quelle corrispondenze che animano i diversi ambiti della realtà;
- Il culto della parola evocatrice;
- L’esaltazione della suprema bellezza insediata in morte e malattia, malinconia.
I poeti di questo periodo vengono chiamati poeti maledetti e sono: Baudelaire, Verlaine, Mallarmé, Rimbaud.

Charles Baudelaire - Il racconto di una vita, un tormentato legame familiare

Nato nel 1821 a Parigi, Charles Baudelaire resta orfano di padre a sei anni. La madre si risposa un anno dopo con Jacques Aupick, un austero ufficiale di carriera con il quale il giovane non riuscirà mai a stabilire un legame sereno. In generale quello con la famiglia è per Baudelaire un rapporto di odio-amore, fatto di violenti contrasti e di profonde nostalgie: in particolare con la madre, da lui amatissima, sono numerosi gli scontri e le incomprensioni, ma egli non cesserà di scriverle lettere per tutta la vita, con toni ora rabbiosi, ora teneri, ora disperati.

Il ribelle dandy

Baudelaire manifesta un carattere ribelle e malinconico sin dagli anni della sua formazione scolastica: a Lione, dove la famiglia si è trasferita per ragioni di servizio del patrigno, il ragazzo è spesso protagonista di intemperanze nei confronti di altri studenti o di insegnanti; in seguito, tornato a Parigi, nel 1839 viene espulso dal collegio per essersi rifiutato di consegnare un biglietto ricevuto da un compagno. Oltre che per l'indole turbolenta, Baudelaire si distingue molto presto per la esibita eleganza, il gusto per i dettagli raffinati (guanti, camicie, foulard) e la passione per l'arte, caratteristiche che saranno proprie della figura del dandy e dell'esteta nella seconda metà del secolo. Sul piano politico coesistono in lui atteggiamenti contrastanti: da un lato un freddo spirito aristocratico, antiborghese e antidemocratico, dall'altro inattesi slanci rivoluzionari, come quello che lo porta a combattere sulle barricate nel 1848 e a parteggiare per la repubblica. Pare che in quella circostanza Baudelaire esortasse i compagni ribelli ad andare a fucilare il generale Aupick, il suo patrigno, schierato tra le forze monarchiche.

Esotismo e ambiente urbano

A vent'anni Baudelaire compie un viaggio esotico per decisione della famiglia, che spera di allontanarlo dalle tentazioni di una vita disordinata, nel 1841 si imbarca su una nave per dieci mesi; la mèta prevista è l'India, ma Baudelaire interrompe improvvisamente il viaggio dopo una sosta all'isola Maurice e all'isola Réunion, e ritorna in Francia. È Parigi infatti i vero centro dell'esistenza e della poesia di Baudelaire. La città nel corso del XIX secolo subisce un radicale processo di trasformazione urbanistica e il poeta osserva con sgomento la distruzione della struttura antica delle vie anguste e tortuose e la creazione dei grandi boulevards, i viali ampi e spaziosi che costituiscono un segnale di modernizzazione ma anche una forma di controllo, poiché consentono facilmente le cariche della cavalleria contro eventuali insorti e rendono impossibile ricreare barricate come quelle del 1848. A Parigi Baudelaire incontra alcuni tra gli intellettuali più brillanti del suo tempo: Balzac, Gautier, il pittore Gustave Courbet.
«De Maistre e Poe mi hanno insegnato a pensare»
Sul piano intellettuale Baudelaire si dedica alla lettura intensa e appassionata di due autori molto diversi tra loro, che considera suoi maestri. Dal cattolico reazionario e tradizionalista Joseph de Maistre (1753-1821) egli trae una visione religiosa tormentata e inquieta, in cui senso di colpa e senso del peccato si intrecciano e si confondono; lo scrittore americano Edgar Allan Poe (1809-1849) è invece per lui uno spirito fraterno, per la lucida esplorazione degli aspetti più oscuri dell'anima.

Il difficile rapporto con il denaro

Il desiderio di libertà dagli obblighi tipici del mondo borghese spinge Baudelaire ad alIontanarsi dalla famiglia e a non dedicarsi a un lavoro regolare, bensì a sperimentare varie forme espressive: la critica d'arte, la narrativa, il teatro, il giornalismo, la poesia.
È però tormentato dai debiti, che costituiscono per lui un'ossessione ricorrente. A ventuno anni, entra in possesso della cospicua eredità paterna e va ad alloggiare in un sontuoso appartamento, conducendo una vita brillante e dispendiosa: frequenta il circolo dei fumatori di hashish, compie spese incontrollate, si indebita con un usuraio. Nel giro di due anni metà del patrimonio che gli spetta è già stato dissipato e per questa ragione la famiglia avvia le procedure giuridiche per metterlo sotto tutela, ossia fa in modo che Baudelaire non possa più disporre autonomamente del suo denaro ma riceva ogni mese da un notaio soltanto una quota prestabilita. Per il poeta questo rappresenta un duro attacco alla sua indipendenza, un'estromissione dalla vita adulta. A tale delusione si aggiungerà, qualche anno dopo, lo sdegno per il colpo di Stato di Napoleone III, che pone fine alla repubblica e instaura in Francia il Secondo impero (1852-1870); al controllo familiare si aggiunge cosi quello politico, e il poeta li vive entrambi come intollerabili forme di soffocamento.

Gli amori

Nel 1842 Baudelaire si lega a un'attrice e ballerina di origine haitiana, Jeanne Duval, che diviene per lui una musa, simbolo di esotismo e sensualità selvaggia; la relazione con lei, tra rotture e riconciliazioni, dura sino alla morte della donna per sifilide forse nel 1862. Altre figure femminili significative nella vita di Baudelaire sono quella dell'attrice Marie Daubrun, con la quale convive per alcuni mesi, e Madame Sabatier, legata a lui da un'inquieta amicizia sentimentale. Costante nella vita del poeta è inoltre la frequentazione di numerose prostitute, da cui egli contrae sin dal 1839 una malattia venerea che compromette la sua salute.

Lo scandalo dei Fiori del male e le altre opere

Nel 1857 Baudelaire pubblica le sue poesie con il titolo I fiori del male (Les fleurs du mal). Il libro suscita un immediato scandalo, tanto da essere sequestrato dopo pochi giorni, e il poeta è sottoposto a processo insieme con il suo editore. Il pubblico ministero è lo stesso che da poco ha promosso un procedimento penale per immoralità contro il romanzo di Gustave Flaubert, Madame Bovary; mentre Flaubert viene assolto, Baudelaire e l'editore devono pagare una forte multa in denaro, e per di più eliminare sei poesie considerate oscene perché dedicate all'amore tra donne.
Una seconda edizione della raccolta, riveduta e rielaborata, viene messa in vendita nel 1861. Se la stesura di versi da parte di Baudelaire si concentra in un periodo ben preciso, ossia tra gli anni Quaranta e Cinquanta, la sua attività di traduttore e saggista accompagna invece tutta la vita. Baudelaire traduce infatti le opere di Edgar Allan Poe e scrive un saggio su di lui; realizza una serie di scritti di critica letteraria su Flaubert, su Gautier, su Hugo, e si occupa di critica d'arte, traendo spunto dalle varie esposizioni annuali. Un articolo del 1851, Sul vino e sull'hashish, viene rielaborato più volte e nello stesso anno diviene un saggio, I paradisi artificiali, dedicato al consumo di vino, oppio e hashish. Baudelaire vi esamina senza moralismi gli effetti delle sostanze inebrianti ma conclude con un'esaltazione dell'arte, paradiso naturale, dimensione sublime che rende l'uomo libero; la droga invece conduce al paradiso artificiale, ossia a un'illusione del sublime, che esaspera le percezioni ma annulla la volontà e lascia l'uomo in preda alle tenebre.
A trentanove anni Baudelaire abbandona definitivamente la poesia per ricercare un nuovo ritmo espressivo, una musicalità diversa da quella scandita dalla metrica tradizionale, e si dedica al "poemetto in prosa": i testi, pubblicati sul giornale "Le Figaro" e sulla "Revue de Paris", sono designati con il titolo Lo spleen di Parigi.

Il viaggio in Belgio e la morte

Nel 1864 si reca in Belgio con il pretesto di tenere un ciclo di conferenze; in realtà tenta di sfuggire ai creditori e aspira a trovare un nuovo editore. L'esperienza è deludente e genera in lui un odio acceso per il Belgio, che vede come una «caricatura» della Francia. Proprio in Belgio, mentre visita una chiesa nel marzo del 1866, Baudelaire inciampa in un gradino e cade; è colpito da un ictus che lo lascia semiparalizzato e incapace di parlare. Ricoverato a Bruxelles, viene poi riportato a Parigi dalla madre e da alcuni amici. Pur mantenendo intatte le capacità intellettive, Baudelaire non recupera più l'uso della parola e muore il 31 agosto del 1867.

I «fiori malsani»

Il volume I fiori del male, uscito nel 1857, assume una forma definitiva nel 1861 ed è suddiviso in sei sezioni, che non seguono un ordine cronologico ma tematico: Spleen ideale, Quadri di Parigi, Il vino, Fiori del male, Rivolta, La morte. Il significato tradizionale del termine "antologia" è "raccolta di fiori", ovvero selezione delle opere poetiche più belle; Baudelaire dichiara nella dedica a Théophile Gautier di avere voluto scegliere i «fiori malsani» (fleurs maladives), di avere cioè esplorato sino in fondo le regioni del male e di averne distillato gli elementi più nuovi e rilevanti. Sensazioni, idee, esperienze non sono però espresse sulla pagina come sfoghi immediati e sentimentali, ma sono rigidamente controllate dalla perfezione quasi "matematica" dello stile: il «fango» è trasformato dal poeta in «Oro» («Tu mi hai dato il tuo fango ed io ne ho fatto oro»). Il metro è il verso classico della tradizione francese, l'alessandrino, che corrisponde nella poesia italiana a un doppio settenario.

Spleen e ideale

Nel componimento proemiale Al lettore, Baudelaire suggerisce che l'esperienza di abbrutimento rappresentata nei Fiori del male non appartiene soltanto all'io lirico, ma è la stessa del lettore. Questi finge di non conoscere il mostro peggiore che tormenta l'esisten- za, la Noia, ma se osservasse se stesso con sincerità non potrebbe fare altro che riconoscersi «fratello» del poeta, vittima delle medesime ossessioni e turpitudini.
L’io lirico è tormentato dallo spleen, ossia dalla noia esistenziale, un malessere assoluto e angoscioso che lo fa sentire esiliato ed estraneo al mondo. Tenta di sottrarsi alla disperazione immergendosi ancora di più nella voluttà e nel vizio, oppure slanciandosi verso l'assoluto (iaéal), alla ricerca di bellezza e purezza, nel desiderio di raggiungere la realizzazione compiuta di sé, la pienezza del vivere. Il percorso comprende momenti di gioia e sconfitte, esalazioni e rinnegamenti, il sogno di nuovi paradisi (il vino, l'oppio, l’altrove, l'erotismo sfrenato) che compensino il senso di esclusione dal mondo.
L'approdo è però il fallimento definitivo, fino alla suprema delle rivolte, l'invocazione a Satana e l'appello finale alla Morte, vista come l'estremo viaggio verso ciò che è sconosciuto e inesplorato.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il movimento letterario di cui fa parte Charles Baudelaire?
  2. Charles Baudelaire fa parte del movimento del decadentismo.

  3. Quali sono i temi principali della poesia decadentista?
  4. I temi principali della poesia decadentista sono l'esaltazione dei sensi, il culto della parola evocatrice e l'esaltazione della bellezza insediata nella morte e nella malattia.

  5. Chi sono i poeti maledetti del periodo decadentista?
  6. I poeti maledetti del periodo decadentista sono Baudelaire, Verlaine, Mallarmé e Rimbaud.

  7. Quali sono le principali opere di Charles Baudelaire?
  8. Le principali opere di Charles Baudelaire sono "I Fiori del male" e "Lo spleen di Parigi".

  9. Qual è stata la reazione del pubblico alla pubblicazione de "I Fiori del male"?
  10. La pubblicazione de "I Fiori del male" ha suscitato uno scandalo e il libro è stato sequestrato dopo pochi giorni. Baudelaire e l'editore sono stati sottoposti a processo e hanno dovuto pagare una multa.

Domande e risposte