
I neolaureati italiani sono tra i meno pagati d’Europa. Più precisamente al quattordicesimo posto della classifica che considera l'ammontare del primo stipendio, dove siamo nettamente alle spalle non solo dei colossi continentali ma anche di paesi più piccoli, come Irlanda e Slovenia.
La retribuzione (comunque media) a cui può aspirare per il primo impiego un ragazzo con in tasca un titolo di studio di livello accademico? 28827 euro (lordi ovviamente). La distanza che ci separa dalle nostre concorrenti tradizionali è notevole: 36.809 euro lo stipendio base degli omologhi francesi, 49.341 euro di quelli tedeschi, fino ad arrivare ai 73.370 euro dei neolaureati svizzeri, i più pagati d’Europa. Ancora più eloquente il raffronto in termini percentuali: rispetto alla Francia i nostri neolaureati guadagnano il 28% in meno, rispetto alla Germania addirittura il 71% in meno.
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Il report di Willis Towers Watson
Sono sicuramente questi, per quanto ci riguarda, i dati più significativi che emergono dall’ultimo Starting Salaries Report di Willis Towers Watson - società leader a livello globale nella consulenza, nel brokeraggio e nell’offerta di soluzioni alle imprese e alle istituzioni - che ha analizza le retribuzioni offerte ai neolaureati in 31 paesi di tutto il mondo. Il report, però, evidenzia anche altre notevoli diseguaglianze tra l’Italia e gli altri Paesi d’Europa, soprattutto per ciò che attiene al rapporto tra valore della retribuzione e livello di scolarizzazione.
Tra diploma e laurea a volte cambia poco
Nel nostro Paese, infatti, tra un diplomato e un laureato la differenza non è così rilevante. In qualche caso conviene addirittura non spendere minimo tre anni all'interno di un'università ma cercarsi subito un lavoro. Perché, in generale, chi ha scelto di conseguire una laurea può aspirare a guadagnare solo il 12% in più rispetto a un neodiplomato. Più o meno lo stesso divario (13%) si riscontra anche tra laurea e dottorato. Molto diversa, ad esempio, la situazione in Germania dove una laurea per chi si affaccia al mondo del lavoro assicura una retribuzione superiore di ben il 32% rispetto a un diploma; in Francia, invece, a chi possiede un dottorato viene riconosciuto un salario superiore del 43% rispetto a un 'semplice' laureato.
Anche le carriere viaggiano lentamente
“Le prospettive remunerative dei neolaureati in Italia si confermano non molto entusiasmanti. Rispetto agli altri paesi europei con un’economia comparabile, come Francia e Germania, la laurea In Italia non garantisce un primo stipendio sostanzialmente superiore a quello offerto da un diploma”. Commenta così i dati Rodolfo Monni, responsabile indagini retributive di Willis Towers Watson Italia. “Anche le prospettive di crescita a breve termine – aggiunge Monni - non sono incoraggianti. Dopo due anni di lavoro, un laureato italiano vede aumentare la sua retribuzione fissa di circa il 10%, rispetto al 22% di Francia e Germania e al 25% di Spagna e Regno Unito: una progressione che un neolaureato italiano riesce a raggiungere dopo 4 o 5 anni dall’ingresso nel mondo del lavoro”.