
Il quadro delineato dal Bollettino Excelsior – realizzato da Unioncamere e Anpal – riguardo le previsioni occupazionali di luglio 2022 parla chiaro: nel mese corrente la difficoltà nel reperimento di lavoratori riguarda il 40,3% delle assunzioni previste. Tradotto in numeri, parliamo di circa 204mila profili ricercati dalle aziende che lamentano scarsità di candidati. A soffrire maggiormente questo scenario sono le aziende del nord-est che riscontrano difficoltà di ingaggio per 47,2% dei profili ricercati.
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Lavoro, nuove assunzioni in leggero calo: flessione rispetto a giugno 2022
A luglio le aziende programmano 505mila nuove assunzioni. Un dato che testimonia il trend negativo dell'ultimo mese in cui si registra il -9,7% di assunzioni rispetto al mese precedente, ma anche rispetto a luglio 2021 (-5,4%). Il settore dell'industria ha in programma circa 130mila entrate nel mese corrente e 349mila nel trimestre luglio-settembre. Anche qui si registra una forte discesa nell'offerta di lavoro: -1.390 assunzioni rispetto giugno, -7mila circa rispetto a luglio 2021. Il settore dei servizi prevede l'attivazione di 375mila nuovi contratti di lavoro – con una flessione di 52mila unità rispetto a giugno 2022 - e circa 930mila nel prossimo trimestre.Scendendo ancora più nel dettaglio, nel settore manifatturiero si evidenzia un trend decisamente positivo, con picchi di assunzioni più elevati, nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (21mila entrate, oltre 8mila in più rispetto a giugno), seguite dalle industrie meccaniche ed elettroniche (20mila entrate) e dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (16mila entrate). Per quanto invece riguarda le costruzioni sono previste 41mila assunzioni, il -10,5% rispetto al mese precedente, ma comunque crescita rispetto a dodici mesi fa (+4,2%). Guardando nel dettaglio ai numeri del settore dei servizi invece, la filiera turistica guida la classifica delle assunzioni con 121mila contratti da attivare. Seguono il commercio con 65mila assunzioni e i servizi alle persone con 64mila.
I profili introvabili dalle aziende
Ma se c'è un dato che in qualche modo dà la misura del contesto occupazionale questo è legato alle figure specializzate: con un aumento di difficoltà per le aziende nell'intercettare lavoratori specializzati. A incontrare le maggiori criticità sul mercato sono le imprese della metallurgia e dei prodotti in metallo (circa 56% dei profili ricercati è di difficile reperimento) seguite dalle industrie del legno-arredo (55%) e dai servizi ICT e dalle imprese di costruzioni (per entrambi 54%).Ma chi sono queste figure introvabili? Nella maggioranza dei casi (65,3%) parliamo di tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, seguiti a ruota dai tecnici del campo ingegneristico (57%), dai tecnici della salute (56,4%) e dai tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (55,6%). Tra gli operai, i profili più difficili da trovare fonditori e saldatori (65,7%), ma anche operai di macchine per lavorazione metalliche e prodotti minerali (63,9%), operai addetti alle rifiniture delle costruzioni (60,1%) e operai di installazione e manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche (59,8%).