GreMo80
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Liceo classico, marcia in più anche per ingegneri: parola del prof. Cascetta, il "guru" della mobilità articolo

C’erano una volta i semafori intelligenti, che capivano da soli quando cambiare da rosso a verde in base al traffico. E ci sono oggi le piattaforme di mobilità, le smart cities, le auto a guida autonoma e le control room, per favorire il più possibile l’integrazione dei trasporti (come usare per un solo viaggio più mezzi, ad esempio auto, treno e metro) e la loro sostenibilità (far emettere sempre meno CO2 ad ogni viaggiatore).

Se c’è una persona che ha visto tutto questo (ed ha concretamente contribuito a realizzarlo), si chiama Ennio Cascetta. Napoletano doc, due figli trentenni, professore ordinario di Ingegneria dei Trasporti dalla “tenera” età di 32 anni, amministratore pubblico, manager, tra i primi italiani ad insegnare al MIT (il prestigioso Massachussets Institute of Technologies). Le sue esperienze professionali ed umane raccontate senza veli nel recente libro “ Diario di un viaggio nei trasporti e non solo “ Ed Rubettino.

"Abbiamo avuto la visione di come rivoluzionare i trasporti e l’abbiamo resa concreta con il modello “campano”, ma gli ultimi dati dimostrano che non basterà la “Settimana rivoluzione dei trasporti” per ridurre la CO2" – confessa con un misto tra preoccupazione e voglia di guardare avanti, prima di iniziare l’intervista.

  • Parleremo anche dei trasporti, ma raccontaci come si diventa “guru” della mobilità.

"Non si tratta di essere “guru”, quello che conta sono lo studio, la preparazione e anche esperienze diverse. Ho sempre amato studiare. L’iscrizione al Classico per me è arrivata come percorso naturale. Confrontarmi con le lingue classiche, i filosofi, la letteratura, mi ha aperto la mente e mi ha dato delle competenze che sono state utilissime anche del mio percorso successivo. Una tra queste la capacità di interpretare la realtà osservandola da vari punti di vista, quello che si può chiamare “il senso critico”. Motivo per il quale suggerirei ancora adesso a tutti di provare il Liceo Classico."

  • Non il percorso più “classico” per chi mira a diventare ingegnere però…

"Non sono d’accordo. Sicuramente chi proviene da un Classico troverà più difficoltà all’inizio (così è stato anche nel mio caso), ma al termine del percorso potrà avere una marcia in più.

E comunque io non volevo fare l’ingegnere, ma il filosofo… fu mio padre saggiamente a consigliarmi ingegneria “avrai molte più opportunità e se un domani vorrai approfondire la filosofia potrai sempre farlo”, mi disse. Infatti ho continuato a farlo."

  • E perché hai scelto ingegneria dei trasporti?

"Anche in quel caso fu mio padre a darmi lo stimolo. Era un grande osservatore della società e si era reso conto che l’esigenza di muoversi per le persone non sarebbe mai venuta meno, anzi sarebbe cresciuta col tempo.

La Federico II aveva il corso di Ingegneria dei trasporti di ottimo livello  e per me fu un approdo naturale, anche se non semplicissimo. Il primo anno fu difficile confrontarsi con la matematica, ma mi affidai alle mie capacità razionali e logiche, con le quali ero convinto che avrei potuto superare ogni cosa. E così mi sono laureato in 5 anni con il massimo dei voti."

  • Era scattata la passione per l’ingegneria?

"Si proprio così: la passione per l’ingegneria e per i trasporti. Ho dedicato tutta la prima parte della mia vita ad approfondire, fare ricerca, studiare. Dopo la laurea decisi immediatamente di restare dentro l’Università, anche se con contratti precari pagati pochissimo e rinnovati di anno in anno… ma era quello che amavo fare ed ho tenuto duro.

A quei tempi in Italia l’ingegneria dei trasporti era ferma allo studio delle infrastrutture, strade e ferrovie, lontana da quanto avveniva nel mondo dove si era capito che quello dei trasporti è per definizione un sistema dove territorio, domanda di mobilità , tecnologie e infrastrutture si interfacciano continuamente. Sono stato fra i primi a portare da noi questo approccio sistemistico, così ho potuto sfruttare tutti gli spazi che si sono aperti ed a 32 anni sono diventato Professore Ordinario, anche se, per alcuni anni, ho dovuto lasciare Napoli per andare a Reggio Calabria."

  • Napoli e la ricerca a livelli internazionale, è stato difficile conciliare questi due amori?

"Sì lo è stato, quasi una sfida, ed esserci riuscito è uno dei motivi di maggiore soddisfazione per me. Ho viaggiato tanto, insegnato e lavorato dovunque, ma senza mai lasciare Napoli e facendo crescere la mia famiglia sotto il Vesuvio. Anche se poi i miei figli da grandi hanno deciso di trasferirsi! Ma sono contento, hanno seguito la loro strada e si stanno affermando nei loro campi (tutti diversi dai miei…)."

  • Come è nata la collaborazione con il MIT?

"In quei primi anni da ricercatore ho investito molto nelle relazioni, perché credo che da soli non si possa costruire niente. Uno dei professori con cui entrai in contatto aveva una cattedra al MIT e mi offrì di tenere un corso estivo di approfondimento sui temi trasportistici.

Eravamo all’inizio degli anni '90. Lo vidi come un modo per mettermi in discussione e darmi lo stimolo per continuare a studiare ed imparare. Anche perché, se vai ad insegnare agli studenti del MIT, non puoi certo raccontare banalità. E’ stata veramente una bella esperienza… e lo è ancora. Il corso ormai va avanti da quasi 30 anni, anche se i contenuti sono cambiati eccome ."

  • Raccogliere le sfide sembra anche una cifra stilistica della tua vita. Lo è stata anche confrontarsi con ruoli pubblici?

"Le sfide sono uno stimolo per andare avanti e migliorarsi. Anche per rendersi utili.

Mio padre ha sempre fatto politica, per due anni è stato anche Presidente della Regione Campania e mi ha trasmesso un fortissimo senso civico.

Quando Napoli ad inizio anni ’90 dichiarò il dissesto (in pratica il Comune era in bancarotta), ci fu una chiamata delle migliori risorse perché aiutassero la città ad uscire dallo stato di crisi. Anche l’Azienda Municipale che gestiva i trasporti era ridotta molto male ed il Sindaco Bassolino, nel 1994, mi chiese di entrare nel Consiglio di Amministrazione per risanarla. Anche se la sfida era davvero tosta, in pratica gratuita e ricca di insidie, eravamo all’inizio di una nuova era, la prima elezione diretta dei sindaci, la seconda Repubblica, non potevo tirarmi indietro.

Da lì è iniziata la mia seconda vita da “amministratore pubblico” che mi ha portato a diventare Assessore alla Mobilità della Regione dal 2000 al 2010. Un’esperienza bellissima, indimenticabile, dove ho potuto mettere in pratica tutto quello che avevo studiato nella mia vita per rivoluzionare il sistema dei trasporti. Il biglietto unico integrato, la metropolitana dell’arte di Napoli che è ancora in fase di ultimazione, l’alta velocità e la stazione di Afragola, la logistica intermodale: tutto frutto del nostro lavoro di oltre 20 anni fa."

  • Una visione realizzata e resa concreta, ma l’esperienza politica non è continuata. Perchè?

"Nella vita ci sono i momenti in cui tutto va bene e quelli nei quali niente va nel verso giusto. A fine 2008 scoppiò la crisi dei rifiuti a Napoli e la Giunta Regionale di cui ero Assessore fu travolta dalle polemiche. Avrei potuto candidarmi per proseguire, ma ormai non c’erano più le condizioni ed ho deciso di tornare all’Università. Non fu facile"

  • Nella tua esperienza come si affronta un momento di difficoltà come quello?

"Concentrandoci su quello che ci piace fare e che dà sicurezza. Nel mio caso tornando ad insegnare a tempo pieno (per fortuna non  avevo mai lasciato l’Università). Riprendere le vecchie passioni e cercarne di nuove: avevo più tempo libero e ho iniziato a correre. Ancora oggi esco a correre almeno quattro volte a settimana e non potrei farne a meno. E’ un esercizio che offre stimoli continui, aiuta la relazione (soprattutto facendolo in gruppo), libera la mente ed aumenta la motivazione."

  • Forte della tua esperienza anche di Professore, hai consigli da dare a chi deve orientarsi?

"Passione e razionalità. Cuore e cervello.

Non basta trovare quello che ci piace fare, bisogna anche chiedersi se ci sono gli spazi per farlo. Se avessi fatto il filosofo, ad esempio, sicuramente avrei seguito il mio istinto, ma difficilmente avrei potuto avere tutte le occasioni di conoscenza e crescita professionale che mi ha offerto il mondo dei trasporti.

Se si ha una passione è bene seguirla, ma le scelte lavorative è bene farle anche osservando che cosa chiede il mercato e gli scenari futuri della società. Oggi per esempio consiglierei materie STEM, scienza, tecnologie,ingegneria e matematica, senza dimenticare una solida cultura generale che ci consente di cambiare durante la vita."

  • A proposito di scenari, quale mobilità ci attende nel futuro?

"Iniziamo dai dati, non mentono mai. Il 2024 è stato per l’Italia l’hanno record per i trasporti: per fare un esempio il numero di chilometri percorso lungo le autostrade è stato il più alto di sempre. Che cosa ci dice tutto questo? Che a dispetto delle teorie della decrescita, la domanda di mobilità cresce costantemente anche più della crescita economica. 

Questo può essere un bene (movimento significa libertà), ma se non gestito con attente politiche di lungo periodo anche un male. La CO2 ad esempio sta continuando ad aumentare, nonostante tutti gli impegni di riduzione ormai noti. La congestione aumenta con i disservizi che vediamo ogni giorno e stiamo viaggiando su infrastrutture costruite oltre mezzo secolo fa.

Siamo nel mezzo di una trasformazione tecnologica enorme, la chiamo la settima rivoluzione dei trasporti: nuovi vettori energetici, veicoli che guidano da soli grazie alla intelligenza artificiale, nuovi servizi smart di trasporto e per i trasporti.

Se sapremo sfruttare bene questa rivoluzione si apriranno le porte per una mobilità veramente sostenibile. Se falliremo in questo compito i sistemi di trasporto si satureranno ed in pratica, per tornare ai miei studi classici, ogni viaggio rischierà di diventare un’Odissea."

Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende

Data pubblicazione 22 Gennaio 2025, Ore 16:12
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