Carla Ardizzone
Autore
laureati cambiano il loro curriculum omettendo i titoli per trovare lavoro

Il curriculum vitae è il biglietto da visita dei ragazzi che cercano lavoro dopo la laurea, e compilarne uno con maestria può valere un posto di lavoro. Questo concetto è talmente radicato che rimaneggiare il proprio CV sta diventando una pratica sempre più comune, al punto che ogni laureato ha pronti nel cassetto 2 o 3 curricula, dal taglio diverso, da mostrare al momento opportuno. Se recentemente si sono letti sui giornali casi di persone che hanno falsificato il proprio curriculum aggiungendo titoli prestigiosi e mai realmente conseguiti, invece oggi la tendenza tra i laureati è diametralmente opposta: pur di trovare un lavoro, in alcuni casi vengono tolti titoli dal curriculum per non rischiare di avere un profilo “troppo qualificato” e venire, di conseguenza, scartati.

IL TITOLO CHE PENALIZZA - Succede a chi è appena uscito dall’università, ma anche a chi ha ottenuto titoli post - laurea o ha affrontato l’esame di stato per la professione: non riuscire a trovare un lavoro perché troppo qualificato. Per le posizioni di alto profilo, infatti, sono gli anni di esperienza lavorativa, che spesso mancano a chi ha studiato, ad essere la condizione per l’assunzione, mentre per posizioni lavorative medie o basse gli studi appena affrontati possono rappresentare uno svantaggio ed è privilegiata la giovanissima età dei neo - diplomati.

TROPPE PRETESE? – Il problema sono le prospettive e i costi. Le aziende, infatti, non considerano l’alta formazione come un valore aggiunto per quei profili per cui basterebbe un diploma, perché “ il datore di lavoro non investe su chi ha un titolo perché appena trova un posto più in sintonia con gli studi potrebbe mollare l’incarico o pretendere uno stipendio più alto”, dice Maurizio Crippa, dirigente della Cgil Nidil di Milano. Ecco il circolo vizioso che affligge i neo-laureati: servono esperienze lavorative, ma diventa sempre più difficile accumularle.

PERSONALITA’MULTIPLE – La reazione più comune, quindi, da parte dei laureati, è quella di cambiare il proprio curriculum a seconda della posizione per la quale si presentano. La tendenza tra i neo-laureati non è però di “gonfiare” il proprio curriculum, ma di omettere l'alta formazione: l’esigenza infatti è quella di poter cominciare dal basso per accumulare esperienza e fare la famosa “gavetta”, o di guadagnarsi da vivere rinunciando a carriere altisonanti, con un po’ di rassegnazione. Così il curriculum diventa il migliore alleato per costruirsi doppie, triple personalità ed ogni laureato ne tiene nel cassetto vari, appositamente creati per i diversi profili.

DONNE E UMANISTI, VIA LA LAUREA DAL CURRICULUM – La responsabile di Informagiovani di Cremona, Maria Carmen Russo, spiega che “chi è costretto a cancellare i titoli sono soprattutto le donne con una laurea in Lettere, Sociologia, Comunicazione o Scienze Politiche”. In più, omettere di aver conseguito la laurea è un fenomeno più comune al nord, perché al centro e al sud “ le aziende non storcono il naso se il ragazzo è laureato: il mercato del lavoro è ancora più fermo che al nord e tutto fa brodo” . Queste parole di Andrea Fusco, direttore del Centro Impiego della provincia di Roma, suggeriscono che, in queste realtà, le cose vanno anche peggio: una laurea in più o in meno non fa neanche la differenza.

E tu cambieresti il tuo curriculum per lavorare?

Carla Ardizzone

Skuola | TV
Wannabe Sick Luke, dalla Dark Polo Gang a Dopamina: ‘La trap l’ho inventata io, ora voglio stupire al microfono’

Ospite del vodcast YouTube di Skuola.net, il produttore che ha cambiato il suono della trap italiana si racconta tra ambizione, identità, paternità e la sfida di reinventarsi

Segui la diretta