Carla Ardizzone
Autore
analista software

L'analista e progettista software: una figura professionale tra le più richieste in Italia. Come fare a diventarlo? Skuola.net risponde con questo articolo a cura di AlmaLaurea. Ecco quali studi fanno gli analisti e progettisti software e come si inseriscono nel mercato del lavoro: la buona notizia? Vengono assunti a pochissimi mesi dalla laurea.

GLI STUDI DEGLI ANALISTI SOFTWARE - Sono 1.031 i laureati magistrali del 2009 che a cinque anni dalla conquista del titolo lavorano come analisti e progettisti di software. Un bel gruppetto di giovani che hanno conseguito una laurea magistrale biennale, in ambito soprattutto ingegneristico (71%) e scientifico (23%), nel quale rientra il corso di laurea in informatica. A seguire questa strada sono soprattutto i maschi (l’82%, contro il 18% delle femmine) che, in oltre la metà dei casi, lavorano al Nord (52,5% contro il 48% delle media).

LAUREATI VELOCI E SODDISFATTI - E all’università come se la cavano? Sono veloci, non c’è che dire: a 26,3 anni hanno già il titolo in mano (contro un’età media di 27,2 anni), e nel 78% dei casi al più chiudono i libri entro un anno fuori corso (è l’83% per il complesso). Quindi, in quanto a regolarità negli studi e voto medio di laurea (107,2 contro 107,6) non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi. Nel curriculum formativo, non si fanno certo mancare qualche tirocinio (38% contro il 53%), e un po’ di esperienze internazionali (19% contro il 20%). E se gli chiedi cosa pensano del percorso universitario appena concluso: non hanno dubbi, se potessero tornare ai tempi dell’iscrizione, nell’83% dei casi farebbero lo stesso corso e lo stesso ateneo. Perciò, sono decisamente soddisfatti.

ASSUNTI A GRAN VELOCITA' - Oltre la metà degli analisti e progettisti di software intraprende attività di formazione post laurea, in particolare stage in azienda (31%) e qualcuno anche attività sostenute da borsa di studio (12%). Una volta varcata la fatidica porta d’accesso al mercato del lavoro, nonostante inizino a lavorare solo una volta messo in saccoccia il titolo di laurea (77% contro il 64%), arrivano alla prima occupazione a gran velocità: 3,8 mesi, contro i 7,1 del complesso dei loro colleghi magistrali.

I SETTORI DI LAVORO - A bene vedere imboccano la strada dell’informatica (58%) o dell’industria metalmeccanica o manifatturiera (7% in entrambi i casi). Il loro must è l’ambito privato (94,5% contro il 73%), dove sono impiegati con un lavoro stabile (82%, contro il 70% della media), in particolare a tempo indeterminato (76% contro il 46%). Anche il guadagno non è niente male: 1.641 euro contro 1.336 euro netti mensili della media. Insomma, per loro, la corrispondenza tra studi compiuti e professione c’è e si vede: il 92% ritiene il titolo almeno abbastanza efficace per lavorare.

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