
Pienamente occupati e in un ruolo affine agli studi svolti. Il rapporto Almalaurea 2024 fotografa la condizione dei laureati del 2022, intervistati a un anno di distanza dal conseguimento della laurea.
Gli indici occupazionali fanno ben sperare perché, seppur con qualche lieve flessione, non sono mai stati così alti nell'ultimo decennio.
Il Rapporto 2024 sulla Condizione occupazionale dei laureati ha coinvolto circa 660 mila laureati di 78 atenei; in particolare ha fotografato la condizione occupazionale a uno, tre e cinque anni dal conseguimento della laurea. L'indagine, che come sempre chiama a raccolta numerosi laureate e laureati, fa luce sulle opportunità lavorative che oggi il sistema universitario è in grado di offrire.A 5 anni dal titolo l'88,2% degli studenti ha trovato un'occupazione
Stando ai dati che arrivano dal rapporto appena pubblicato, nel 2023, il tasso di occupazione è pari, a un anno dal conseguimento del titolo, al 74,1% tra i laureati di primo livello e si attesta al 75,7% tra i laureati di secondo livello: entrambe le fasce fanno registrare un segno meno, quindi una lieve flessione rispetto al 2022, rispettivamente di -1,3 e -1,4 punti percentuali).
Di diverso segno il dato sul tasso di occupazione dei laureati di primo livello a cinque anni dal conseguimento del titolo che, nel 2023, è pari al 93,6% e che risulta in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al 2022, raggiungendo così il più alto valore osservato in oltre un decennio. Si registra invece un lieve calo dell’occupazione per i laureati di secondo livello a cinque anni dal titolo (-0,5 punti percentuali rispetto al 2022), tra i quali il tasso di occupazione è pari all’88,2%.
Quanto si guadagna con la laurea? Lo stipendio medio dei laureati 2024
Ma qual è lo stipendio medio che riesce a raggiungere un laureato? A un anno dal titolo, la retribuzione mensile netta è, in media, pari a 1.384 euro per i laureati di primo livello e a 1.432 euro per i laureati di secondo livello. Anche qui, il portale Almalaurea segnala un calo, in termini reali, di retribuzione dell’1,4% per i laureati di primo livello e dello 0,5% per quelli di secondo livello, rispetto al 2022. Estendendo l'indagine a un orizzonte più ampio, va un po' meglio. A cinque anni dal conseguimento del titolo, la retribuzione mensile netta è pari a 1.706 euro per i laureati di primo livello e a 1.768 euro per quelli di secondo livello.
Rispetto alla stessa rilevazione del 2022, anche questi valori appaiono in diminuzione: -1,0% per i laureati di primo livello e -1,2% per quelli di secondo livello.
Quali contratti di lavoro hanno i laureati?
Per quanto riguarda la tipologia di lavoro, i dati Almalaurea confermano quanto già rilevato dall'Istat. I contratti di lavoro a tempo indeterminato sono in aumento, specie tra i giovani. Così, le forme di lavoro più diffuse, tra i laureati occupati a un anno dal titolo, sono i contratti alle dipendenze a tempo indeterminato (34,9% tra gli occupati di primo livello e 26,5% tra quelli di secondo livello), i contratti a tempo determinato (30,0% e 25,1%, rispettivamente) e i contratti formativi (17,5% e 25,0%, rispettivamente). Solo il 10,1% degli occupati di primo livello e l'8,4% degli occupati di secondo livello svolge un'attività in proprio, vale a dire da libero professionista.
Confrontando i dati di quest'anno con le precedenti rilevazioni, si evidenzia un aumento dei contratti a tempo indeterminato: una progressione di 3 punti percentuali rispetto al 2022 per i laureati di primo livello, e di +3,3 punti per quelli di secondo livello. I contratti a tempo determinato, invece, risultano in calo tra i laureati di primo livello (-1,1 punti percentuali) e stabili tra quelli di secondo livello. Sostanzialmente stabili, sia tra i laureati di primo livello sia tra quelli di secondo livello, le attività in proprio.
A cinque anni dal conseguimento della laurea, i numeri sono ancora più incoraggianti. In questo caso, la quota di chi è assunto con un contratto a tempo indeterminato supera la metà degli occupati e raggiunge addirittura il 72,7% tra i laureati di primo livello e il 52,6% tra quelli di secondo livello. È assunto con un contratto a tempo determinato l’8,8% dei laureati di primo livello e il 13,9% di quelli di secondo livello, mentre i contratti formativi coinvolgono rispettivamente il 4,1% e il 9,0% degli occupati. Le attività in proprio riguardano invece l’8,9% degli occupati di primo livello e ben il 17,3% di quelli di secondo livello.