Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • I verbi modali, o servili, aggiungono sfumature all'azione del verbo principale, come il poter fare o il voler fare qualcosa.
  • Richiedono l'uso dell'infinito con lo stesso soggetto e di solito si uniscono direttamente senza preposizioni.
  • Potere, dovere e volere richiedono l'ausiliare del verbo all'infinito che segue, ma l'uso dell'ausiliare avere sta diventando prevalente.
  • Per i verbi riflessivi, si possono usare due costruzioni: con "avere" e particella riflessiva attaccata all'infinito, o con "essere" e particella riflessiva prima del verbo.
  • Alcuni verbi servili possono anche avere un uso proprio, mentre "solere" è sempre meno usato e sostituito da "essere solito".

Verbi modali in italiano

I verbi modali servono a dare una sfumatura in più all’azione espressa dal verbo principale: generalmente viene aggiunto il concetto di voler fare o di poter fare una certa azione, oppure il saper fare o l’essere solito fare qualcosa. È come se essi fossero a servizio di altri verbi per far acquisire a quest’ultimi una sfumatura diversa. Per questo essi vengono anche chiamati “servili”.
Essi richiedono l’infinito con lo stesso soggetto.
Essi sono: potere, volere, dovere, sapere (= essere capace) e solere (= essere solito). Fanno parte dei verbi servili anche cominciare, finire, cessare, tentare, sforzarsi, purché siano seguiti da un infinito
In genere, essi sono uniti all’infinito direttamente, cioè senza preposizioni
Devo lavorare – Non voglio uscire con te
Però si dice: Cercherò di aiutarti – Mi sono sforzato di finire il lavoro nei tempi – Domani comincerò a studiare il russo
Perché si chiamano modali o servili?
Si chiamano “modali” perché indicano un modo dell’azione che viene espressa dall’infinito che segue e “servili” perché con l’infinito formano un tutt’uno.
Esempi: Ti posso aiutare? – Non dovete uscire – Non vogliono lavorare – Mi vuoi consigliare?
Che ausiliare richiedono i verbi servili?
I verbi potere, dovere e volere sono talmente uniti con l’infinito che segue, che ne assumo l’ausiliare, essere o avere, secondo il verbo all’infinito, il verbo servile richiede l’uno o l’altro. In altre parole, i tre verbi servili richiedono l’ausiliare dell’infinito che segue.
Esempi:
Sono partiti / Sono dovuti partire
Mi hanno accompagnato alla stazione / Mi hanno voluto accompagnare alla stazione
Non mi hai aiutato / Non mi hai potuto aiutare
Questa norma, però, va perdendosi e nell’uso corrente della lingua italiana l’ausiliare avere tende sempre più a sostituire essere. Per questo motivo si dicembre Carlo non è voluto venire – Carlo non ha voluto venire
E se il verbo è riflessivo?
Sono possibili due costruzioni. O si utilizza come ausiliare “avere” e in questo caso la particella riflessiva si lega all’infinito: Non ho potuto alzarmi prima, oppure si utilizza il verbo essere, ma in questo caso la particella riflessiva si colloca prima: Non mi sono potuto alzare prima
Questa regola vale anche per il verbo “sapere”?
No. Il verbo “sapere” richiede sempre il verbo “avere” come ausiliare. Invece con i verbi riflessivi, si applica l’alternativa
Non ho saputo dire tutta la verità – Mi sono saputo ritirare in tempo – Ho saputo ritirarmi in tempo
I verbi servili sono sempre tali?
No. Alcuni, come potere e essere soliti sono sempre servili. Altri, ammettono anche un uso proprio
Voglio del pane – Voglio comprare del pane – Cominceremo il nuovo lavoro fra una settimana – Cominceremo a lavorare fra una settimana – Devo molta gratitudine a mio fratello
Note
Nella lingua parlata si tende a rendere indipendente il verbo servile dall’infinito e a coniugarlo sempre con il verbo “avere”.
Il verbo “solere” è sempre più in disuso e, soprattutto nei tempi composti, si preferisce sostituirlo con “essere solito”.
Esempio:
Egli era solito bere tre caffè al giorno – Egli soleva bere tre caffè al giorno (in disuso, registro elevato e un po’ ricercato)

Domande da interrogazione

  1. Qual è la funzione principale dei verbi modali in italiano?
  2. I verbi modali servono a dare una sfumatura in più all’azione espressa dal verbo principale, aggiungendo concetti come il voler fare, poter fare, saper fare o essere solito fare qualcosa.

  3. Quali sono i verbi modali principali e come si usano?
  4. I verbi modali principali sono potere, volere, dovere, sapere e solere. Essi richiedono l’infinito con lo stesso soggetto e sono generalmente uniti all’infinito senza preposizioni.

  5. Quale ausiliare richiedono i verbi servili?
  6. I verbi potere, dovere e volere assumono l’ausiliare dell’infinito che segue, che può essere essere o avere. Tuttavia, nell’uso corrente, l’ausiliare avere tende a sostituire essere.

  7. Come si comportano i verbi servili con i verbi riflessivi?
  8. Con i verbi riflessivi, si può usare l’ausiliare avere con la particella riflessiva legata all’infinito, oppure l’ausiliare essere con la particella riflessiva prima del verbo.

  9. Il verbo "sapere" segue le stesse regole degli altri verbi servili?
  10. No, il verbo "sapere" richiede sempre l’ausiliare avere, anche con i verbi riflessivi, dove si applica l’alternativa tra avere e essere.

Domande e risposte

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