Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • I verbi irregolari non seguono lo schema tipico della loro coniugazione, cambiando il tema verbale o le desinenze in alcuni tempi.
  • Nella prima coniugazione, i verbi irregolari "andare", "dare" e "stare" mostrano irregolarità ereditate dal latino.
  • I verbi irregolari della seconda coniugazione sono distinti in due gruppi: quelli in -ére e quelli in -ĕre, con differenze soprattutto nel passato remoto e nel participio passato.
  • Verbi come "accendere" e "volere" sono esempi di irregolarità nella seconda coniugazione, con forme verbali particolari come "io accési" e "io voglio".
  • La terza coniugazione presenta irregolarità al passato remoto e nel participio passato, con esempi come "aprire" e "apparire".

Indice

  1. Definizione di verbo irregolare
  2. Verbi irregolari della 1.a coniugazione
  3. Verbi irregolari della 2.a coniugazione
  4. Verbi irregolari della 3.a coniugazione

Definizione di verbo irregolare

Si chiamano irregolari quei verbi che nella flessione non seguono lo schema tipico della coniugazione a cui appartengono: essi cambiano il tema verbale e non solo le desinenze in qualche tempo, oppure nelle desinenze non seguono del tutto i modelli di riferimento.

Verbi irregolari della 1.a coniugazione

Nella prima coniugazioni sono irregolari soltanto tre verbi: andare, dare e stare. Gli ultimi due continuano in italiano le irregolarità che avevano in latino.
Per quanto riguarda “dare”, dobbiamo notare: io detti/io diedi, che io dia, che io dessi. Alla terza persona singolare del presente indicativo si scrive “dà” per non confondere la parola con “da” preposizione semplice. All’imperativo, la forma “da’” tende a scomparire per essere sostituita con “dai!”, anche se appartenente al registro familiare
“Andare” ha bisogno di ricorrere, in parete, alle voci del verbo latino vadĕre (cfr. “Quo vadis?”), presente anche nel “evadere”. Per questo motivo diciamo: io vado, tu vai, egli va, essi vanno, che io vada accanto a noi andiamo, voi andate, io andavo. Al futuro e al condizionale (andrò e andrei) si hanno le forme sincopate di io anderò e io anderei. Anche con questo verbo, l’imperativo “va’” tende ad essere sostituito con “vai!”
Il verbo “stare”, all’imperativo fa “sta’”, ma anche in questo caso si sta diffondendo l’altra forma “stai!”. Il comportamento di questo verbo è influenzato dall’analogia con il verbo “essere”; addirittura, nei tempi composti si confonde con le corrispondenti voci del verbo “essere”.
Il verbo fare (dal latino facere, solo per una parte si può considerare appartenente alla 1.a coniugazione

Verbi irregolari della 2.a coniugazione

Molto numerosi sono i verbi irregolari che appartengono alla seconda coniugazione che devono essere distinti i due gruppi
• verbi in -ére (cfr. dolére)
• verbi in -ĕre (cfr. accendere)
Questa distinzione è utile perché i verbi in -ĕre dal punto di vista etimologico, risalgono tutti alla terza coniugazione latina e l’irregolarità interessa per lo più soltanto il passato remoto e il participio passato che si presentano nella forma “forte”, cioè hanno l’accento sulla sillaba radicale.
I verbi in -ére, in gran parte traggono origine dalla seconda coniugazione latina e l’irregolarità si estende ad un grande numero di voci verbali (presente indicativo, futuro, passato remoto, presente congiuntivo, condizionale e participio passato.
Esempio
Accendere > io accési, io ho accéso
Prendere > io prési, io ho préso
Volere > io voglio, io vorrò, io volli, che io voglia, io vorrei, io ho voluto
Cadere > io cado, io cadrò, io caddi, che io cada, io cadrei,io sono caduto
Si considerano della seconda coniugazione anche i verbi “fare” e “dire, rispettivamente derivati dal latino “fàcere” e “dìcere” e i verbi che terminano in -arre, -orre,- urre che derivano da forme più antiche in -ere:
trahere > trasse, pónere > porre, condùcere > condurre

Verbi irregolari della 3.a coniugazione

Il verbi irregolari della terza coniugazione non sono molti. Alcuni presentano irregolarità soltanto al passato remoto e nel participio passato come “aprire (= io apersi, io ho aperto) e altri in più tempi come “apparire” (= io apparsi, io sono apparso, che io appaio, io appaio)

Domande da interrogazione

  1. Qual è la definizione di un verbo irregolare?
  2. I verbi irregolari sono quelli che non seguono lo schema tipico della coniugazione a cui appartengono, cambiando il tema verbale o le desinenze in alcuni tempi.

  3. Quali sono i verbi irregolari della prima coniugazione?
  4. Nella prima coniugazione, i verbi irregolari sono "andare", "dare" e "stare", con particolari irregolarità ereditate dal latino.

  5. Come si distinguono i verbi irregolari della seconda coniugazione?
  6. I verbi irregolari della seconda coniugazione si distinguono in due gruppi: quelli in -ére e quelli in -ĕre, con irregolarità che si manifestano principalmente nel passato remoto e nel participio passato.

  7. Quali sono alcuni esempi di verbi irregolari della seconda coniugazione?
  8. Esempi di verbi irregolari della seconda coniugazione includono "accendere" (io accési, io ho accéso) e "volere" (io voglio, io vorrò, io volli).

  9. Quali irregolarità presentano i verbi della terza coniugazione?
  10. I verbi irregolari della terza coniugazione presentano irregolarità principalmente al passato remoto e nel participio passato, come "aprire" (io apersi, io ho aperto) e "apparire" (io apparsi, io sono apparso).

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