Fenice^-^Bianca
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Concetti Chiave

  • Pirandello sostiene che le persone nascondono la loro vera essenza dietro una "maschera" imposta dalla società.
  • La "maschera" è vista come un ruolo fisso e immutabile che può portare infelicità e solitudine.
  • Secondo l'autore del testo, ogni individuo è responsabile della propria maschera e della percezione altrui.
  • Le maschere servono a nascondere fragilità e permettono di proteggere se stessi.
  • Con osservazione e comprensione, le maschere possono essere rimosse, rivelando la vera persona.

“La Maschera”

“Nossignori, per me, io sono colei che mi si crede!”
Fiero della sua convinzione, Pirandello riteneva che la propria essenza ogni giorno viene celata da un doppio volto, attribuitoci da persone che credono di conoscerci, che ci delineano un identità secondo la loro percezione di noi, che lui definisce come “maschera”.
Cos'è una maschera?
Secondo il dizionario: Volto di cartapesta che si indossa per nascondere il proprio viso.
Secondo Pirandello: Ruolo fisso e immutabile che la società impone agli uomini, che diventa poi un'insopportabile costrizione e lo condanna a un'infelicità e a una solitudine terribile e senza speranza.
Io non sono pienamente d'accordo con Pirandello, il dizionario è un po' troppo concreto però...
Sicuramente una maschera è un schermo protettivo, che non permette di vedere e di capire come una persona è realmente.
Pirandello sbaglia, secondo me, ad attribuire tutta la colpa di questa percezione distorta delle persone agli altri.
Una persona è, in quanto tale, un individuo capace di dare forma alla propria vita e a se stesso, indipendente dalle azioni e dai comportamenti altrui.
Una maschera è fatta per proteggere, per occultare, per nascondere se stessi, e per quanto l'opinione che gli altri hanno di noi e il modo in cui ci percepiscono conti, solo l'individuo può decidere se nascondere la sua profonda essenza dietro uno schermo.
Nella percezione che gli altri hanno di noi non c'è niente di irreversibile, in quanto essi possono ricredersi se noi gliene diamo l'occasione.
Ognuno è responsabile della propria maschera, non sono gli altri che ce ne danno una, ma siamo noi che li mettiamo nella condizione di giudicarci in un determinato modo e di attribuirci una certa personalità.
-Per quanto la maschera sia ben fatta,-dice Alexandre Dumas- si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto.-
Con un'attenta osservazione e un pizzico di comprensione, si può far si che le maschere si stacchino lentamente, che la cartapesta si strappi e la persone tornino a mostrare il viso.
Vedo le maschere come un modo per nascondere la propria fragilità, e di solito, a meno che la persona non si integri completamente al volto che si è costruito,” sotto ogni maschera di ghiaccio c'è un cuore di fuoco”- come dice invece Paulo Coelho -che palpita, ma che ha troppa paura per mostrarsi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione di Pirandello riguardo alla "maschera"?
  2. Pirandello ritiene che la "maschera" sia un ruolo fisso e immutabile imposto dalla società, che porta a infelicità e solitudine.

  3. Come si differenzia l'opinione dell'autore del testo da quella di Pirandello sulla "maschera"?
  4. L'autore del testo crede che la maschera sia una scelta individuale e che le persone possano influenzare la percezione altrui, non attribuendo tutta la colpa agli altri.

  5. Qual è il significato della citazione di Alexandre Dumas nel contesto del testo?
  6. La citazione di Dumas suggerisce che, con attenzione e comprensione, si può distinguere la maschera dal vero volto di una persona, permettendo di vedere la loro vera essenza.

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