alemannomaria
Erectus
15 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Eletto è un bambino speciale, desiderato per quindici anni dai suoi genitori, e vive felice ai margini di un bosco.
  • La sua infanzia è caratterizzata dall'amore per la famiglia e l'osservazione attenta della madre pasticcera e del padre venditore di legna.
  • Un nubifragio distrugge la sua casa e il paese, lasciando Eletto solo in un mondo sconosciuto e costringendolo a ricostruire la sua vita.
  • Eletto usa le abilità apprese dai genitori per diventare un pasticcere rinomato e ricostruire un'esistenza con l'aiuto di una nonna e sua nipote Annina.
  • Il commovente ricongiungimento con la madre, che credeva perduta, avviene inaspettatamente, consolidando il loro legame eterno.

Indice

  1. L'infanzia di Eletto
  2. Il rifiuto del mondo esterno
  3. L'amore per i dolci
  4. Il disastro del nubifragio
  5. La ricerca disperata
  6. L'incontro con la vecchia signora
  7. Il viaggio con la vecchia
  8. La nuova vita con Annina
  9. La scoperta del talento
  10. Il successo di Eletto
  11. L'incontro inaspettato
  12. La riunione con la madre
  13. Un amore indissolubile

L'infanzia di Eletto

C’era una volta un bambino di cinque anni che si chiamava Eletto e che viveva con la mamma ed il papà in una casa ai limiti di un bosco. A chiunque chiedesse il motivo del suo nome, Eletto rispondeva che i suoi genitori avevano desiderato un figlio per quindici anni e alla fine era nato lui, “l’eletto”.

Svolgimento:
Eletto era ben contento di raccontare ogni volta il significato del suo nome a chicchessia, lo faceva sentire importante, amato e desiderato più di chiunque altro. Per contro voleva un gran bene alla sua mamma e al suo papà e insieme, l’allegra famigliola, trascorreva giorni sereni: il bimbo adorava guardare, per ore, la sua mamma preparare dolci per la pasticceria del paese poco lontano dal bosco e ammirare il suo forte papà raccogliere la legna per andare a venderla alle abitazioni vicine. Mai e poi mai Eletto esprimeva il desiderio di allontanarsi dal bosco o di andare in paese a trastullarsi con le innumerevoli attrazioni che vi poteva trovare: a lui bastava la compagnia della sua mamma e del suo papà e quando quest’ultimo andava a vendere in paese la legna o i dolci, preparati dalla madre, il bimbo provava un po’ di apprensione che passava solo quando sentiva il padre rientrare in casa.

Il rifiuto del mondo esterno

La mamma di Eletto, un po’ titubante, lo incoraggiava spesso ad accompagnare il padre nei suoi brevi viaggi in paese.

“Vedrai tanti altri bambini della tua età che passeggiano con i propri genitori, potrai andare al parco o mangiare un buon gelato!”

Ma Eletto era irremovibile: non aveva bisogno di altro, se non di starsene tranquillo nella sua casa e nel suo bosco, con i suoi genitori!

“E’ importante che tu vada da solo Eletto e che impari la strada per tornare a casa” lo incitava anche il papà “Potresti aver bisogno un giorno di viaggiare e quel giorno dovrai anche essere in grado di tornare indietro!”

“Ma a che servirebbe, babbo?” Chiedeva Eletto “Basta non allontanarsi mai da qui!”

L'amore per i dolci

Eletto non volle neppure frequentare la scuola del paese e a insegnargli a leggere e a far di conto ci pensò suo padre che era una bravo venditore. Per il resto trascorreva la maggior parte del tempo osservando la madre occuparsi di torte, crostatine, crème caramel e marmellate.

Ciò che gli piaceva più di ogni altra cosa era, durante il Natale, partecipare ai preparativi dei dolci tipici del suo paese: le manine degli angeli, le bocche di dame, le chiacchiere e, ogni anno, aspettava con trepidazione l’arrivo delle festività natalizie, pregustando già nei mesi precedenti i momenti in cui avrebbe assistito alla preparazione di ogni prelibatezza: il profumo di zucchero e di burro che si diffondeva per tutta la casa ogni qual volta la mamma impastava e il forno cuoceva lo rendeva felice; osservava tutte le fasi della preparazione di ogni singolo dolce, di ogni torta, di ogni pasticcino e mentre l’odore di cannella, il profumo di vaniglia, i vapori i e le polveri zuccherose aleggiavano nell’amata cucina della mamma, inebriandolo, ogni piccolo segreto restava fisso nella sua inconsapevole memoria.

Il disastro del nubifragio

E così trascorse il tempo e al compimento dei quindici anni Eletto si era ormai fatto un bel giovane alto e robusto. Continuava a trascorrere il tempo nel bosco raccogliendo tutto ciò che poteva essere utile alla propria mamma per la preparazione di dolci squisiti e aiutando il padre nella raccolta della legna da vendere.

Ma, nell’anno del suo quindicesimo compleanno, proprio durante la notte di Natale, accadde un evento che cambiò per sempre la sua vita: un terribile nubifragio spazzò via, in poche ore, il bosco e l’intero paese. Della casa di Eletto non rimase alcuna traccia!

La ricerca disperata

Quando Eletto aprì gli occhi si ritrovò solo in un luogo a lui del tutto sconosciuto: non c’era la sua casa nè il bosco che la circondava, non c’erano il suo babbo e la sua mamma.

Era solo.

Preso da un’angoscia profonda iniziò a chiamare i suoi genitori inoltrandosi lentamente lungo un viottolo che pareva portare in un paese: ma non sapeva di che paese si trattasse e d’altra parte non aveva la più pallida idea neppure di come era fatto il paese dove il babbo andava a vendere la legna: che fosse proprio quello il paese dove la sua mamma smerciava i suoi dolci? Anche lì il nubifragio aveva distrutto la maggior parte delle abitazioni e c’erano uomini, donne e bambini che piangevano e gridavano.

Eletto, disperato, provò a chiedere se qualcuno conoscesse i suoi genitori, se ricordasse i loro nomi o se li avesse visti, ma nessuno faceva caso a lui: ognuno era preso dalla propria sofferenza e cercava di raccogliere i cocci della propria casa e della propria famiglia.

L'incontro con la vecchia signora

Solo una vecchia signora gli si avvicinò e gli chiese:

“Giovanotto, come ti chiami?”

“Eletto” rispose il ragazzo

“Che strano nome…ho sentito che stai cercando i tuoi genitori”

“Sì! li conosce?” Chiese, pieno di speranza.

“No, purtroppo no. Ma sto cercando anch’io qualcuno che amo molto, mia nipote…è una ragazza più o meno della tua età e si chiama Annina! La conosci?”

“No…mi dispiace” rispose Eletto, quasi in preda a una crisi di pianto per tutta quel dolore.

“Aiutami a cercarla… sono troppo vecchia per andarmene in giro da sola!”

Eletto non aveva voglia di perdere tempo, ma gli occhi di quella vecchia donna assomigliavano così tanto a quelli della sua cara mamma e la sofferenza che vi leggeva era la stessa che gli lacerava il cuore. Così rispose di impulso:

“Va bene, cerchiamo insieme!”

Il viaggio con la vecchia

Da quel giorno si misero in cammino: Eletto su un cavallo che tirava un piccolo carretto e la donna sul carretto, essendo troppo anziana per camminare. Attraversarono paesi, città, boschi e montagne per giorni e mesi, finché, trascorso un anno intero, presso una capanna abbandonata in uno folto bosco, sentirono una dolcissima voce femminile che intonava una struggente melodia.

“E’ lei! E’ Annina!” gridò la veccha donna “Riconoscerei la sua voce tra altre mille! Annina! Annina!” cominciò a gridare la donna ed Eletto si accodò gridando ancora più forte “Annina! Annina!”

Dalla capanna fece capolino una timida testa bionda e due occhi azzurri fissarono Eletto con paura e curiosità; poi quegli occhi si spostarono sulla vecchia e si allargarono per lo stupore e per la gioia:

“Nonna! Nonna cara!”

La giovane uscì di corsa dalla capanna e si gettò tra le braccia della vecchia donna che si scioglieva in lacrime di felicità.

La nuova vita con Annina

I tre andarono a vivere nel paese più vicino dove, con l’aiuto di Eletto costruirono una casetta piccola, ma confortevole. Il ragazzo, infatti, aveva braccia forti e scoprì che gli era bastato osservare il padre tutti quegli anni per imparare a tagliare la legna esattamente come faceva lui. Gli abitanti del paese, inteneriti dalla storia dei tre, decisero di dare loro una mano e in men che non si dica la loro abitazione fu pronta. Ma bisognava anche pensare a come sopravvivere e ognuno dei tre si rimboccò le maniche: la nonnina prese a rammendare gli abiti smessi degli abitanti del paese, riuscendo a racimolare il denaro sufficiente per comprare il pane.

Annina dava una mano alle donne anziane del paese aiutandole a tenere pulite ed in ordine le loro abitazioni e così facendo riceveva in cambio verdura fresca e frutta genuina.

Eletto, rimasto a casa, si ritrovò ad occuparsi delle faccende domestiche e ogni giorno era lì che preparava la cena.

La scoperta del talento

Un giorno gli capitò tra le mani un barattolo di marmellata e un po’ di cannella che Annina aveva avuto in dono da una signora del paese: aprì il barattolo e improvvisamente per tutta la casa si diffuse il profumo di zucchero e di cannella: come un lampo a ciel sereno gli tornarono in mente i deliziosi bignè e le fragranti crostatine che la sua mamma preparava e, senza rendersene conto, cominciò a impastare, a cuocere e a guarnire tante di quelle prelibatezze che quando Annina e la nonna, quella sera, tornarono a casa, rimasero a bocca aperta: non avevano mai visto una tale quantità di biscotti, torte e crostate su un tavolo finemente apparecchiato! Soprattutto non avevano mai sentito un profumo così intenso, dolce e struggente di zucchero, cioccolato, cannella e vaniglia.

Tutto era perfetto.

Il successo di Eletto

Quella sera festeggiarono il loro Eletto e ben presto in paese si sparse la voce del suo talento: il ragazzo spiegava a tutti che aveva imparato da piccolo, quando si acquattava silenzioso in cucina e osservava la sua cara mamma che era un’ottima pasticcera.

Con il passar del tempo gli venne chiesto di preparare i dolci per le feste del paese e soprattutto per la notte di Natale: Eletto preparava un’intera stanza di prelibatezze e invitava tutti gli abitanti del paese per gli auguri natalizi offrendo loro leccornie di ogni genere.

L'incontro inaspettato

Ma ecco che un anno, durante i festeggiamenti, accadde qualcosa di inaspettato: il parroco del paese gli si fece vicino e gli chiese:

“Mio caro Eletto, so che tu hai un grande cuore e oggi ho da farti una preghiera…”

“Dite pure, padre”

“Un mendicante che viene da molto lontano chiede un posto per dormire e per mangiare. In cambio è disposto a lavorare. Ecco...mi chiedevo…vuoi dargli un opportunità nella tua pasticceria?”

Eletto ci pensò su qualche istante: era abituato a lavorare in solitudine, onorando quasi la memoria della sua cara mamma e della vita vissuta con i suoi genitori. Non se la sentiva di condividere quelle emozioni con un estraneo.

Ma il parroco lo guardò con occhi miti e generosi che tanto gli ricordarono lo sguardo buono e paziente del padre: così rispose d’impulso:

“E va bene, padre, dica pure a questa persona che può iniziare a lavorare da domani”

“Grazie figliolo! Esultò il parroco “Ma questa persona è qui, a festeggiare il natale con noi…” si voltò e gridò:

“Venga pure avanti!”

La riunione con la madre

Eletto volse lo sguardo e non poté credere a ciò che vide: la sua mamma, lenta, con le mani in grembo e con gli occhi bassi avanzava verso di lui: dimessa nel vestito, umile nel portamento, non appena alzò gli occhi e lo vide si fermò stupefatta.

“Mamma!” esclamò Eletto

“Sei proprio tu…” balbettò la donna, incredula.

Corsero uno incontro all’altra e si abbracciarono forte forte, fino a farsi male.

“Non avrei mai creduto che si trattasse di te, mamma! Cara mamma!”

“Eletto, figlio mio, allora sei tu il famoso pasticcere del paese? Ma come è possibile?”

“E tutto merito tuo, mamma, e dei tuoi insegnamenti!””

“Ma io… non ti ho mai insegnato nulla…”

“Ti sbagli! Mi è bastato osservarti per assorbire, giorno dopo giorno, la tua infinita passione e farla mia fino a diventare bravo, proprio come te!”

La donna sentì il cuore riempirsi ancora di più di amore per quel suo figlio eletto, donatole dal destino, come un dono unico e inimitabile.

Conclusione

Un amore indissolubile

Da quel giorno nulla potè separare Eletto dalla sua mamma, legati da un vincolo d’amore indissolubile ed eterno.

Domande da interrogazione

  1. Chi è Eletto e perché ha questo nome?
  2. Eletto è un bambino di cinque anni che vive con i suoi genitori ai limiti di un bosco. Il suo nome deriva dal fatto che i suoi genitori lo hanno desiderato per quindici anni prima che nascesse, rendendolo così "l'eletto".

  3. Qual è l'attività preferita di Eletto?
  4. L'attività preferita di Eletto è osservare la madre mentre prepara dolci per la pasticceria del paese e il padre mentre raccoglie la legna. In particolare, ama partecipare ai preparativi dei dolci natalizi.

  5. Cosa cambia nella vita di Eletto al compimento dei suoi quindici anni?
  6. Nell'anno del suo quindicesimo compleanno, un terribile nubifragio distrugge il bosco, il paese e la casa di Eletto, lasciandolo solo in un luogo sconosciuto e segnando un punto di svolta nella sua vita.

  7. Come Eletto riesce a ricostruire la sua vita dopo il disastro?
  8. Eletto, aiutato da una vecchia signora e da Annina, la nipote di quest'ultima, riesce a ricostruire la sua vita in un nuovo paese. Utilizza le competenze apprese osservando i suoi genitori per costruire una casa e diventare un pasticcere apprezzato.

  9. Qual è il lieto fine della storia di Eletto?
  10. Il lieto fine della storia è il ritrovamento della madre di Eletto, che si scopre essere il mendicante a cui il parroco chiede di offrire ospitalità. Il loro riunirsi è un momento di grande emozione e segna l'inizio di una nuova vita insieme, legati da un amore indissolubile.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community