alemannomaria
Erectus
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Concetti Chiave

  • Francesco, chiamato Ciccio, è un bambino di otto anni che ama fantasticare sul suo lenzuolo magico, dove vivono i suoi amici immaginari.
  • Il lenzuolo, con disegni di un coccodrillo blu, un elefantino rosa, un’aquila rossa e una pecora gialla, è centrale nelle sue avventure quotidiane.
  • Una notte, dopo aver lasciato il lenzuolo fuori sotto la pioggia, Francesco scopre che i suoi amici immaginari prendono vita e lo invitano a un'avventura.
  • Nel mondo del lenzuolo, Francesco si rimpicciolisce e deve salvare Pecora gialla, prigioniera dello stregone, recuperando una spada di cristallo da un mostro marino.
  • Francesco inganna lo stregone dichiarando il suo vero nome, riuscendo a liberare Pecora gialla e promettendo di non separarsi mai più dal suo lenzuolo magico.

Racconto fantasy - Il lenzuolo magico

C'era una volta un bambino che si chiamava Francesco. Tutti, però, lo chiamavano Ciccio! Non sapeva perché tutti lo chiamassero così, sapeva solo che a lui proprio non piaceva. Ciccio era un nome da bambino cicciottello e brufoloso. Lui, invece, era supermagro e aveva la pelle liscia come una pesca! Aveva otto anni e non amava stare in mezzo agli altri bambini, probabilmente perché, come diceva sua madre, aveva spesso “la testa tra le nuvole”: se ne stava per ore sul letto a fantasticare, avvolto da un lenzuolo che aveva da quando era piccino. Su quel lenzuolo erano disegnati i suoi migliori amici: un coccodrillo blu, un elefantino rosa, un’aquila rossa e una pecora gialla. Questi suoi amichetti, diceva lui, vivevano su quel lenzuolo tra alberi rosa, nei pressi di un laghetto e tra prati fioriti e affrontavano ogni giorno mille avventure! Di queste sue fantasticherie, Ciccio non faceva parola a nessuno e il pomeriggio lo portava con sé, quel bel lenzuolo, nel giardino dietro casa; giocava a nascondino, si divertiva sull’altalena senza separarsene mai. Poi riposava sotto l’albero di pero e iniziava a dialogare con i suoi amichetti:
“Chi si è mosso oggi? Ah, sei stato tu, Coccodrillo blu! E cosa hai combinato?” E rideva, Ciccio, rideva tanto. Un pomeriggio, nella fretta di raggiungere la mamma in casa per la merenda, lasciò il suo amato lenzuolo nel giardino e improvvisamente iniziò a piovere. Quella fu la prima notte della sua vita senza il lenzuolino. Fuori imperversava il temporale e la mamma non gli permise in alcun modo di uscire in giardino per recuperarlo. Disperato, senza rendersene conto, si addormentò e cadde in un sonno profondo e tormentato; solo dopo molte ore gli parve di udire un suono flebile, una vocina che lo chiamava. “ Ehi Ciccio!” Spalancò gli occhi e si mise in ascolto:
“Sono qui! Sul tuo lenzuolo!”
Con il cuore in gola Ciccio si alzò a sedere e spiegò per bene il lenzuolo sulle proprie gambe e...non credeva ai suoi occhi e alle sue orecchie:
“Sono io, mi vedi adesso?” era Elefante rosa che lo fissava e gli...parlava “Spicciati, vieni con me”
“Con...te? Ma...è impossibile…” riuscì a balbettare.
“Ma non che non lo è!Ti insegno io come fare: metti il dito qui sulla mia proboscide e accarezzala delicatamente”.
Ciccio obbedì e pian piano vide ogni cosa intorno a sé diventare sempre più grande, anche Elefante rosa ora era diventato enorme.
“Ma che succede?” Gridò e a un tratto capì: era lui che diventava sempre più piccolo e come se non bastasse riconosceva intorno a sé, non più la sua camera, ma il paesaggio disegnato sul suo lenzuolo: gli alberi celesti dai frutti gialli, il laghetto e i fiori rossi tutt'intorno. Il sole ( di notte!) e le nuvolette bianche!
“Andiamo Ciccio, dobbiamo ritrovare Pecora gialla!”
“Pecora gialla? Perché? Le è successo qualcosa? Lo sapevo che non dovevo lasciarvi soli in giardino durante il temporale, io ho provato a convincere la mia mamma, ma lei non mi ha dato ascolto!”
“Ehi calma, Pecora gialla è in pericolo, ma con il tuo aiuto la troveremo! È prigioniera dello stregone e la possiamo liberare solo se ci impossessiamo della spada di cristallo che è conficcata nella costola del mostro marino!”
“Stregone? Mostro marino? Ma sul mio lenzuolo non ho mai visto nulla del genere!”
“È ovvio! Sul tuo lenzuolo sono visibili solo gli animali buoni, quelli cattivi si sono nascosti ben bene!” Lo informò Elefantino rosa. In quel momento si alzò con violenza un’onda altissima e un orribile mostro con la testa di drago e il corpo di toro si manifestò sputando fuoco nella loro direzione.
“Presto scappiamo! Urlò Elefante rosa ed entrambi riuscirono a imbucarsi in una piccola spelonca. Il mostro sputò le fiamme anche lì e la roccia si frantumò in mille schegge incandescenti: i due amici riuscirono a scappare di nuovo prima di essere travolti!
“Da questa parte amici!”
Ciccio si voltò e vide un Coccodrillo blu dietro un albero poco lontano. Era proprio lui, il coccodrillo disegnato sul suo lenzuolo! Il suo preferito! Restarono tutti e tre nascosti dietro l’albero e provarono ad escogitare un piano.
“Facciamo così: Elefantino rosa ed io proviamo a distrarlo, mentre tu Ciccio raggiungi il suo dorso e cerchi di estrarre la spada”
“E come ci arrivo sul suo dorso, coccodrillo mio?”
“ Ci sono anch’io!”
Tutti si voltarono e videro Aquila rossa ben piazzata davanti a loro. Erano al completo! Ciccio provò una gioia incontenibile a vederseli là, i suoi amichetti, tutti insieme a lui!
“Coraggio, andiamo!” incitò pieno di energia.
Elefantino rosa e Coccodrillo blu iniziarono a gridare e a sbracciarsi per attirare l’attenzione del mostro finché quello non li vide; a quel punto, fumando scintille dalle grosse narici, cominciò a inseguirli e, per fortuna, i due animaletti si nascosero in un’altra piccola grotta. Il mostro-drago sputò di nuovo il fuoco e la grotta esplose in pietre e schegge incandescenti: questa volta però le schegge lo colpirono una dopo l’altra come tanti proiettili infuocati ferendolo e facendolo indietreggiare. Proprio in quel momento Aquila rossa e Ciccio raggiunsero, senza farsi vedere, il suo dorso.
“Ecco la spada!” Gridò Ciccio. Aquila rossa scese in picchiata in direzione del dorso e quando furono vicinissimi Ciccio si sporse e afferrò il manico della spada. Tirò forte finché la estrasse del tutto.
“L’ho presa! Andiamo presto!” Si allontanarono in fretta e raggiunsero Elefantino rosa e Coccodrillo blu che, nel frattempo si erano rifugiati nel boschetto lì vicino.
“Bene! Ora possiamo liberare Pecora gialla! Lo stregone la tiene in una torre alla quale possiamo accedere solo se tagliamo i fili invisibili che l’avvolgono”
“Ma se sono invisibili come faremo a tagliarli?”
“Diventano luminosi a contatto con la spada di cristallo, ma Ciccio, ascolta bene: lo stregone sa che verrà un bambino di nome Ciccio per liberare Pecora gialla. Proverà a trarti in inganno in diversi modi, ma tu sta’ attento a non rivelare mai il tuo nome!”
“ Sarà fatto!” esclamò Ciccio e si misero in camino. Dopo un bel po’ ecco la torre stagliarsi davanti ai loro occhi.
“Presto, la spada Ciccio!”
Si avvicinarono ancora di più alle mura e non appena Ciccio posizionò la spada a un millimetro da esse un groviglio di fili fluorescenti comparve tutt’intorno alla torre.
“Quanti sono!” disse Ciccio e pian piano, fendendoli con la spada, li distruggeva fino a farli scomparire.
“ Ci sei quasi!” gridò Coccodrillo blu “quello è l’ultimo!”
Proprio in quel momento una voce gridò dall’alto della torre:
“ Ciccio! Sei tu che viene a liberarmi? Ciccio rispondi, sei tu? Sono Pecora gialla!”
Ciccio si entusiasmò e stava per dire di sì che era proprio lui Ciccio, quando Coccodrillo blu lo fermò: “Zitto! Non dirgli il tuo nome, è una trappola!”
“Ma è Pecora gialla! Guarda! Sta mostrando la coda gialla, da quella finestra!”
“Ciccio, mi vedi? Ecco la mia codina, ti prego non abbandonarmi di nuovo”
Elefantino rosa e Coccodrillo blu lo guardarono facendogli cenno di stare zitto, ma Ciccio ebbe un idea e disse: “Non sono Ciccio, sono Francesco!”
A quelle parole, le mura iniziarono a frantumarsi e la torre crollò del tutto davanti ai loro occhi alzando un polverone nero. Quando tutto il fragore cessò e il nuvolone si fu del tutto dissipato, comparve proprio lì, davanti a loro, Pecora gialla.
“Francesco finalmente! Non vedevo l’ora di conoscerti!Ora possiamo tornare tutti a casa!” E Pecora gialla gli si buttò tra le braccia. Da quel giorno Francesco non si separò mai più dal suo lenzuolo magico e guai a chi lo avrebbe chiamato di nuovo Ciccio! Per tutti lui sarebbe stato per sempre Francesco!

Domande da interrogazione

  1. Chi è il protagonista del racconto e qual è il suo oggetto magico preferito?
  2. Il protagonista del racconto è un bambino di nome Francesco, soprannominato Ciccio, e il suo oggetto magico preferito è un lenzuolo su cui sono disegnati i suoi amici immaginari.

  3. Quali sono gli amici immaginari di Francesco e dove "vivono"?
  4. Gli amici immaginari di Francesco sono un coccodrillo blu, un elefantino rosa, un’aquila rossa e una pecora gialla, che "vivono" sul suo lenzuolo magico, tra alberi rosa, vicino a un laghetto e prati fioriti.

  5. Cosa succede quando Francesco perde il suo lenzuolo magico?
  6. Quando Francesco perde il suo lenzuolo magico, vive la prima notte della sua vita senza di esso, cadendo in un sonno profondo e tormentato, fino a quando non sente una voce che lo chiama, segnando l'inizio di una vera avventura nel mondo magico del lenzuolo.

  7. Come fa Francesco a entrare nel mondo magico del suo lenzuolo?
  8. Francesco entra nel mondo magico del suo lenzuolo seguendo le istruzioni dell'elefantino rosa, che gli dice di accarezzare delicatamente la sua proboscide, facendo sì che Francesco diventi piccolo e si ritrovi nel paesaggio disegnato sul lenzuolo.

  9. Qual è la missione di Francesco nel mondo magico e come si conclude l'avventura?
  10. La missione di Francesco nel mondo magico è liberare la pecora gialla, prigioniera dello stregone. Per farlo, deve impossessarsi della spada di cristallo conficcata nella costola del mostro marino. L'avventura si conclude con il salvataggio della pecora gialla, dopo che Francesco inganna lo stregone rivelando il suo vero nome, Francesco, anziché il soprannome Ciccio, e da quel momento non si separerà mai più dal suo lenzuolo magico.

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