Concetti Chiave
- La poesia "Lavandare" di Giovanni Pascoli esplora temi di solitudine e abbandono, rappresentati simbolicamente dall'aratro abbandonato nel campo.
- Il "nido" familiare è visto come un rifugio sicuro in un mondo dominato da violenza e morte, un tema ricorrente nella raccolta Myricae.
- La struttura della poesia in tre strofe combina immagini visive e uditive, con un linguaggio poetico ricco di figure retoriche come metonimia, metafora e sinestesia.
- Le lavandare e il loro canto rappresentano il lamento e la solitudine umana, accentuati dalla descrizione del paesaggio naturale e desolato.
- Pascoli trasmette efficacemente la malinconia e la perdita personale attraverso l'ambientazione e i simboli naturali, come l'aratro nel campo deserto.
"Lavandare" di Pascoli
La poesia “Lavandare” fu scritta nel 1891 da Giovanni Pascoli, appartenente alla raccolta del Myricae. Nella poesia si assiste al ricorrere di alcune immagini e di alcuni temi, gli affetti familiari sono considerati un valore supremo: di fronte a un mondo misterioso, dominato dalla violenza e dalla morte, il "nido" familiare è l'unico rifugio capace di garantire solidarietà e protezione e dal paesaggio naturale è il luogo in cui il poeta si immerge per meditare, ma dove si trovano i segni della vita e della morte insieme.
Infatti, il tema della poesia sono quelli della solitudine e dell’abbandono rappresentati dall’aratro in mezzo al campo deserto. La poesia è composta da tre strofe, due terzine e una quartina in versi endecasillabi. La descrizione è costituita da tre elementi che assumono un valore simbolico per rappresentare la condizione esistenziale dell’uomo:- 1° terzina prevalgono immagini e sensazioni visive con il suo aratro dimenticato;
- 2° terzina si aggiungono altre sensazioni: lo sciabordare delle lavandare e il loro canto;
- 3° strofa riprende due stornelli marchigiani: la lavandaia canta lamentando la sua solitudine dopo la partenza senza ritorno dell’amato. Ritorna l’immagine dell’aratro abbandonato che diventa così il simbolo dell’abbandono e della solitudine. A livello lessicale presenta: una metonimia v. 5 "sciabordare delle lavandare", una metafora v.7 "nevica la frasca", due similitudini vv.9-10 "come son rimasta! / come l'aratro in mezzo alla maggese " e una sinestesia v.6 "tonfi spessi". A me è piaciuta questa poesia perché l’autore è riuscito a trasmettere la solitudine del poeta dopo aver perso un familiare, ma, indirettamente, facendo riferimento ad un paesaggio triste con un aratro lasciato solo in un campo non seminato.
Poesia:
resta un aratro senza buoi, che pare
dimenticato, tra il vapor leggero.
E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene.
Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese!
Quando partisti, come son rimasta!
Come l'aratro in mezzo alla maggese.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della poesia "Lavandare" di Giovanni Pascoli?
- Quali elementi simbolici utilizza Pascoli nella poesia per rappresentare la condizione esistenziale dell'uomo?
- Quali figure retoriche sono presenti nella poesia "Lavandare"?
Il tema principale della poesia è la solitudine e l'abbandono, rappresentati simbolicamente dall'aratro dimenticato in mezzo al campo deserto.
Pascoli utilizza tre elementi simbolici: l'aratro dimenticato, lo sciabordare delle lavandare e il loro canto, e la solitudine della lavandaia che lamenta l'assenza dell'amato.
La poesia presenta una metonimia ("sciabordare delle lavandare"), una metafora ("nevica la frasca"), due similitudini ("come son rimasta! / come l'aratro in mezzo alla maggese") e una sinestesia ("tonfi spessi").