Concetti Chiave
- Volcente, infuriato per la morte dei suoi compagni, si scaglia contro Eurialo con la spada sguainata.
- Niso, disperato e incapace di sopportare il dolore, si rivela e si assume la colpa per salvare Eurialo.
- Eurialo viene comunque ucciso, paragonato a un fiore reciso che si affloscia sotto la pioggia.
- Niso, accecato dal dolore, cerca vendetta uccidendo Volcente prima di cadere accanto al corpo dell'amico.
- I due amici sono celebrati nei versi, promessi all'immortalità nella memoria romana finché l'impero durerà.
Il feroce Volcente si adira ma non riesce a capire chi sia l’autore del colpo e non sa con chi prendersela e dice: “Tu pagherai con il sangue la morte dei miei compagni!”. Detto ciò si lancia verso Eurialo con la spada sguainata. Allora Niso,atterrito, fuori di sé, non può più nascondersi e sopportare tanto dolore. Esce fuori e grida: “Sono io il colpevole!Attaccate me: l’inganno è stato una mia idea.
Costui non ha alcuna colpa, ne sono testimoni le stelle ed il cielo che sono a conoscenza della sua unica colpa: ha solo amato troppo me, il suo amico infelice!”Troppo tardi. La spadaia già squarciato le costole e trafitto quel petto bianco, da ragazzino. Eurialo è travolto dalla morte. Il sangue scende attraverso le belle membra e il collo ormai senza forza ricade sulle spalle: come un fiore purpureo reciso dallo stelo morendo si indebolisce, come abbassano il capo i papaveri perché stanchi della pioggia che li colpisce. Ma Niso si lancia tra i nemici, fra tutti cerca solo Volcente, vuole solo Volcente. Intorno a lui i guerrieri lo circondano , lo stringono fittissimi da ogni parte. Egli insiste ruotando la spanda come un fulmine, finché non trapassa la gola di Volcente. Niso mentre sta per morire,vendica l’amico uccidendo Volcente. Poi si getta sul corpo esanime dell’amico e qui trova infine riposo nella morte serena. Fortunati entrambi! Se i miei versi valgono qualcosa, se hanno qualche potere, non vi cancellerà dalla memoria dei Romani alcun giorno che scorra per il fiume del tempo, finché l’alta stirpe di Enea risiederà al Campidoglio e i Padri Romani terranno l’impero.