Concetti Chiave
- Il sonetto segue lo schema metrico ABAB, ABAB, CDC, DCD con versi in endecasillabi e numerosi enjambement.
- La personificazione e la metafora sono tecniche poetiche usate per associare la sera alla morte e al nulla eterno.
- Le anastrofi e l'allitterazione arricchiscono il testo, invertendo l'ordine delle parole per sottolineare concetti chiave.
- La sera rappresenta un tema centrale, simbolizzando la morte come conclusione pacifica delle sofferenze terrene.
- Foscolo esplora la dualità della morte, evidenziando sia la pace eterna sia il nulla eterno con riflessioni profonde.
Il sonetto è composto da due quartine e due terzine e il suo schema metrico è ABAB, ABAB, CDC, DCD e i suoi versi sono in endecasillabi. Sono presenti molti enjambement come “inquiete tenebre” (vv. 5-6), “secrete vie” (vv. 7-8), “torme delle cure” (vv. 11-12) e “liete le nubi” (vv. 3-4). E’ presente anche una personificazione al verso 3, dove l’autore associa l’azione di corteggiare la sera alle nubi estive. Inoltre, nel primo verso, l’autore ha voluto esprimere la morte come qualcosa di fatale e orribile, ma tranquilla perché sono finite le sofferenze della vita.
Nel verso 10 c’è una metafora sulla morte, la quale Foscolo la considera come il “nulla eterno” perché, secondo lui, dopo la morte non c’è nulla. Sono presenti delle anastrofi evidenti nei vv. 1-2, dove si invertono “tu sei l’imago” con “della fatal quiete”, e nei vv. 10-11 dove c’è un inversione del predicato con il soggetto. Nell’ultimo verso c’è un’allitterazione, in questo caso la ripetizione della “r”. L’argomento è la sera, mentre il tema è la morte in senso positivo, per la pace eterna, e in senso negativo, per il nulla eterno. Nella prima strofa Foscolo incomincia con un avverbio di dubbio per indicare che forse la sera gli è cara perché gli ricorda la morte in senso positivo. La sera gli è gradita anche quando ci sono le nubi estive e i venti primaverili (zefiri), la neve e le ombre minacciose. Ugo Foscolo dice che la sera è una custode delle parti più intime del suo cuore (“le secrete vie del mio cor”), cioè i suoi sentimenti più profondi. La sera lo fa andare sulle “orme” della morte e, nel mentre, il tempo scorre portandosi con sé le preoccupazioni, attraverso le quali, il tempo si consuma con Foscolo (“meco egli si strugge”). Mentre Ugo Foscolo contempla la tranquillità della sera, dice che il suo spirito che ha passato troppe sofferenze (“guerrier”), si agita (“rugge”). In questa poesia Ugo Foscolo parla della sera come la rappresentazione della morte perché è l’ultimo momento della giornata. Lui ne parla positivamente nelle due quartine e negativamente, con molte riflessioni sulla morte, nelle due terzine. Lui, infatti, coglie gli aspetti positivi della morte come la fine dei dolori della vita. Questa poesia è davvero bella e fa riflettere molto sul significato della morte.Domande da interrogazione
- Qual è lo schema metrico del sonetto descritto nel testo?
- Come viene rappresentata la morte nel sonetto di Foscolo?
- Quali figure retoriche sono presenti nel sonetto e quale significato hanno?
Il sonetto ha uno schema metrico ABAB, ABAB, CDC, DCD e i suoi versi sono in endecasillabi.
La morte è rappresentata come qualcosa di fatale e orribile, ma anche tranquilla perché segna la fine delle sofferenze della vita. Foscolo la considera come il "nulla eterno".
Sono presenti enjambement, personificazioni, metafore, anastrofi e allitterazioni. Queste figure retoriche servono a esprimere la complessità dei sentimenti di Foscolo riguardo alla sera e alla morte.