Mito: Re Artù nella letteratura

Mito: Re Artù nella letteratura

Re Artù e la sua cerchia sono creazioni di scrittori medievali che attingono alla storia, al folklore, alla mitologia e all'immaginazione. Il materiale arturiano è stato continuamente rimodellato e sviluppato, riflettendo aspetti della vita contemporanea, della morale e delle aspirazioni. Il "vero" Arthur è un eroe a cui si fa riferimento nel poema britannico Gododdin (600 circa), nel IX secolo. Nennius' Historia Brittonum, e in due voci del X secolo.

Annales Cambriae. Re Artù è una delle grandi figure mitiche della letteratura inglese. Attorno a lui sono cresciute decine di leggende e di immagini romantiche: i cavalieri della Tavola Rotonda, il mago Merlino e il Santo Graal, per citarne alcuni. Secondo la mitologia, egli era figlio di Uther Pendragon, re d'Inghilterra, e di Igraine, moglie del duca Gorlois di Cornovaglia. Fu concepito fuori dal matrimonio (figlio illegittimo) e cresciuto dal mago Merlino.

Estraendo la spada magica Excalibur da una pietra, da cui nessun altro poteva estrarla, si rivelò, seppur allora bambino, come il re predestinato. Incoronato all'età di quindici anni, in Galles, dimostrò presto la sua abilità di comandante militare, raggiungendo anche la città di Roma in una sola campagna. Contro il consiglio di Merlino, Artù sposò Ginevra, che amava Sir Lancillotto ed era infedele al re. La catastrofe colpì il suo regno sotto forma di ribellione sollevata da Mordred, suo nipote. Fu combattuta una grande battaglia, quasi tutti i Cavalieri della Tavola Rotonda furono uccisi e lo stesso Artù fu ferito gravemente. Excalibur fu gettata in un lago e, su una barca, tre fate portarono Artù ad Avalon, o Avallach, che è stata identificata con Glastonbury (una piccola città situata nella contea del Somerset, in Inghilterra).