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Concetti Chiave

  • L'ode "Il cinque maggio" di Alessandro Manzoni fu composta in tre giorni, in risposta alla morte di Napoleone il 5 maggio 1821.
  • Manzoni non giudica Napoleone, ma esprime commozione per la sua improvvisa scomparsa e il desiderio che la sua memoria perduri.
  • L'ode ripercorre le grandi conquiste e sconfitte di Napoleone, enfatizzando la sua influenza storica tra il XVIII e il XIX secolo.
  • Napoleone, in esilio a Sant'Elena, riflette sul passato, mentre la sua mano stanca lascia un segno sui ricordi destinati all'eternità.
  • Manzoni sottolinea la forza della Fede e la consolazione divina che accompagna Napoleone nella sua ultima ora solitaria.

Manzoni - "Il cinque maggio"

Questa ode fu composta da Alessandro Manzoni in soli tre giorni, dopo aver ricevuto la notizia della morte di Napoleone, avvenuta nell’isola di Sant’Elena il 5 maggio 1821.
Napoleone è morto e il suo corpo rimase immobile; tutti gli uomini rimasero colpiti dall’annuncio della sua morte, pensando alla sua ultima ora e non sapevano quando avrebbe governato un uomo altrettanto grande come lui.
Il poeta lo vide trionfare ma anche perdere; Manzoni non volle né lodarlo e nemmeno criticarlo, ma scrisse commosso quest’ode per l’improvvisa scomparsa di un personaggio così importante e sperava che sarebbe restato in eterno.
Manzoni ripercorse tutte le tappe di Napoleone dalla campagna d’Italia alla spedizione d’Egitto, dalla Spagna alla Germania; in pochi giorni conquistò circa mezz’Europa, scoppiando dall’Italia meridionale alla Russia.
Dobbiamo inchinarci davanti a Dio, che volle imprimere a Napoleone un segno del suo spirito creatore.
La tempestosa gioia di un grande progetto, l’insofferenza di un animo ribelle che accettò di obbedire pensando al regno e ci riuscì; egli provò tutto: la vittoria e l’esilio, due volte fu sconfitto a Lipsia e a Waterloo, e due volte fu circondato di gloria, durante l’Impero e nei Cento Giorni.
Come un arbitro si mise tra due epoche totalmente diverse: il ‘700 e l’ ‘800.
Fu costretto a trascorrere gli ultimi giorni della sua vita nell’ozio di una piccola isola sperduta.
Fu oggetto di invidia, di pietà, di odio e di amore. I ricordi scesero sull’anima di Napoleone, come un naufrago che cercava di avvistare terre lontane mentre il mare è in tempesta.
Molte volte raccontò la sua storia ai posteri e, su quelle pagine destinate a durare in eterno, cadde la sua mano stanca.
Tante volte al tramonto di una giornata oziosa, Napoleone, assalito dai ricordi dei giorni passati, rimaneva immobile con le braccia conserte.
Il suo spirito, affranto dal dolore, si smarrì, ma l’aiuto di Dio lo trasportò in un’aria serena e lo guidò verso la beatitudine eterna.
La Fede si dovrebbe rallegrare, perché mai un uomo così grande si inchinò davanti al crocifisso. Manzoni le raccomandò che doveva allontanare ogni parola malvagia dai resti di Napoleone. E Dio, che abbatteva gli uomini e li consolava, si posò accanto a lui, sul suo solitario letto di morte.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale dell'ode "Il cinque maggio" di Alessandro Manzoni?
  2. Il tema principale dell'ode è la riflessione sulla morte di Napoleone Bonaparte e il suo impatto storico, senza lodarlo né criticarlo, ma riconoscendo la sua grandezza e il suo destino segnato dalla volontà divina.

  3. Come viene descritto il percorso di Napoleone nell'ode?
  4. Manzoni ripercorre le tappe principali della vita di Napoleone, dalle sue campagne militari in Italia, Egitto, Spagna e Germania, fino alle sue sconfitte a Lipsia e Waterloo, evidenziando la sua ascesa e caduta, e il suo ruolo di arbitro tra due epoche storiche.

  5. Qual è il messaggio finale che Manzoni trasmette riguardo a Napoleone?
  6. Manzoni trasmette un messaggio di pietà e rispetto per Napoleone, sottolineando che, nonostante le sue sconfitte e il suo esilio, la fede e l'aiuto divino lo hanno guidato verso la beatitudine eterna, e invita a non pronunciare parole malvagie sui suoi resti.

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