Concetti Chiave
- Nell'incontro tra Enea e Didone negli Inferi, i ruoli si invertono: Enea implora Didone di non fuggire mentre in vita era lei a chiedere spiegazioni per l'abbandono.
- Didone vaga nei Campi del Pianto, ancora segnata dal dolore dell'abbandono di Enea, che la portò al suicidio.
- Enea esprime parole di amore e pentimento, attribuendo la sua partenza al volere del Fato, non a una scelta personale.
- Didone rimane impassibile e silenziosa, evitando lo sguardo di Enea e mostrando un comportamento di marmorea indifferenza.
- Negli Inferi, Didone appare forte e risentita, diversa dalla figura emotiva di un tempo, rifugiandosi infine nel bosco con il marito Sicheo.
Descrizione di Didone nel regno dei morti
L’ultimo incontro tra Enea e Didone avviene negli Inferi, tra le anime di coloro che sono morti, precocemente, per amore.
La situazione appare invertita rispetto a quella avvenuta a Cartagine prima della partenza dell’eroe troiano: qui è Enea che chiede alla regina cartaginese di non fuggire da lui, mentre in vita era Didone che si chiedeva perché l’amato la abbandonasse fuggendo da lei.
La regina si aggira nei Campi del Pianto, ancora provata per la partenza improvvisa di Enea, dolore così forte da indurla al suicidio.
L’eroe troiano le rivolge parole cariche di amore e di pentimento per l’abbandono avvenuto non per sua volontà, ma per imposizione del Fato.
È lui, adesso, che piange scongiurando la donna di fermarsi ad ascoltarlo, visto che non ci saranno altre occasioni di incontro.
Didone volge, invece, il capo altrove, tenendo lo sguardo fisso sul suolo, senza lasciar trapelare nessuna emozione come se fosse fatta di marmo o di pietra.
Infine si allontana, rifugiandosi, ostile, nel bosco ombroso, dove la attende l’amato marito Sicheo.
Negli Inferi, la donna appare diversa da come era in vita: sdegnata dal comportamento di Enea, rimase in silenzio impassibile; è ella il personaggio “forte” e vincitore nell’Ade, quello che non si lascia sopraffare dalle emozioni, chiuso nel proprio risentimento.