Anna Rainoldi
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Concetti Chiave

  • Giorgio Caproni nacque a Livorno nel 1912 e trascorse la sua infanzia tra Livorno e Genova, dove studiò musica e si formò come maestro elementare.
  • Durante la seconda guerra mondiale, Caproni si unì ai partigiani per combattere contro i nazisti e i fascisti, un'esperienza che influenzò profondamente la sua vita e la sua opera.
  • Dopo la guerra, si trasferì a Roma, dove si dedicò all'insegnamento e a una prolifica carriera letteraria come scrittore e poeta fino alla sua morte nel 1990.
  • Le sue poesie, iniziate nel 1936, sono caratterizzate da uno stile personale con liriche in rima, spesso dolci e melodiche, ma anche profonde e complesse.
  • Il suo libro più conosciuto fu pubblicato nel 1959 e riflette il ricordo della madre e delle città marine della sua gioventù; opere successive mostrano un tono più amaro e pessimista.

Indice

  1. Giorgio Caproni
  2. Le opere

Giorgio Caproni

Nacque a Livorno nel 1912. Suo padre era impiegato mentre sua madre faceva la ricamatrice. L'infanzia trascorse a Livorno poi la famiglia si trasferì a Genova, dove il poeta si iscrisse al liceo musicale. Studiò violino, frequentò la facoltà di magistero, diventando Maestro elementare.
Partecipò alla seconda guerra mondiale e dopo l'armistizio si unì ai partigiani per combattere contro i nazisti e i fascisti. Dopo la guerra si trasferì a Roma, dove si dedicò all'insegnamento e a un'intensa attività di scrittore e poeta. Egli morì a Roma nel 1990.

Le opere

Iniziò a pubblicare raccolte di poesie nel 1936 e subito si riconobbe lo stile personale, con liriche in rima, molto dolci e cadenzate come in melodia. Nel 1959 pubblicò il suo libro più conosciuto, dedicato al ricordo incancellabile della madre e delle città marine appartenenti alla sua gioventù (Livorno e Genova). Più amari e concentrati su un pensiero negativo e pessimista sono i suoi libri del dopoguerra e della vecchiaia (uno nel 1975 e l'altro nel 1982). Fu definito da Carlo Bo il "Poeta della luce, del sole e del mare", ma non bisogna lasciarsi trarre in inganno dall'apparente facilità delle sue poesie. Si ispirò a Dante e a Cavalcanti e compì una seria ricerca stilistica e di significati.

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