Alessandra_Zollo00
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Concetti Chiave

  • Il bullismo è uno schema di abusi ripetuti nel tempo, riconosciuto come fenomeno sociale dagli anni '70-'80 grazie a studi di psicologi e sociologi.
  • Si manifesta come un abuso di potere, coinvolgendo chi compie prepotenze, le vittime e gli spettatori che possono influenzare l'andamento degli eventi.
  • Chi commette atti di bullismo può essere sia maschio che femmina, spesso agisce isolando o umiliando la vittima, utilizzando anche strumenti digitali per tormentare.
  • Le vittime sono spesso alunni timidi e sensibili, che necessitano del supporto di amici per ritrovare fiducia e serenità, sottolineando che nessuno merita di essere maltrattato.
  • Gli spettatori hanno una responsabilità cruciale, poiché l'85% degli episodi avviene in loro presenza; il loro intervento può fermare le prepotenze.

Indice

  1. Il bullismo
  2. Il bullismo è un abuso di potere
  3. Gli attori
  4. Chi compie le prepotenze
  5. Le vittime
  6. Gli spettatori
  7. Quanto bullismo c'è in giro

Il bullismo

Il bullismo è sempre esistito, ma solo dagli anni Settanta-Ottanta in avanti è stato studiato da psicologi e sociologi. Per primi sono arrivati dei professori norvegesi ed inglesi, in seguito queste ricerche si sono diffuse anche in Italia.
In genere gli insegnanti e i genitori fanno fatica a riconoscerlo, anche perché quando succede non sono quasi mai presenti.

Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni.

Il bullismo è un abuso di potere

Perché ci sia bullismo occorre che:
-ci siano delle prepotenze.

Le persone coinvolte sono:

Gli attori

I protagonisti di questi fatti sono in genere:
chi compie prepotenze, chi viene preso di mira,
coloro che stanno a guardare.
Questi ultimi, poi, si suddividono tra chi prende le difese
del più debole, chi si aggrega al prepotente e chi cerca di rimanere fuori dal gioco. Chi sta a guardare
ha una grande responsabilità: ridere o girare
lo sguardo quando un compagno viene maltrattato
da un altro della classe significa lasciare
che le prepotenze continuino.

Chi compie le prepotenze

Può essere sia maschio che femmina. È una persona che isola, umilia, svergogna i compagni. Molto spesso lo fa prendendo continuamente in giro qualcuno in particolare, ma c’è anche chi picchia, dà pizzicotti,
spintoni, sgambetti sempre alla stessa persona (di solito succede
tra i maschi) oppure chi allontana qualcuno dal gruppo,
gli toglie l’amicizia, lo isola (più spesso capita tra femmine).
Anche il telefonino, MSN, altri programmi di internet possono
diventare gli strumenti per tormentare qualcuno un giorno dopo l’altro.
Qualche volta chi fa il prepotente ha alle spalle una famiglia con difficoltà o altre volte è semplicemente una persona che sente il bisogno di stare al centro dell’attenzione e non si accorge degli effetti delle proprie azioni. Le loro azioni provocano dolore ad
altre persone e devono essere interrotte, perché tutte le persone meritano rispetto.

Le vittime

Anch’essi possono essere sia maschi che femmine. A volte vengono
bersagliati alunni timidi, sensibili, tranquilli, che non fanno niente per attirare l’attenzione. Quando vengono presi di mira non riescono a reagire, hanno bisogno di trovare degli amici disposti a stare loro vicini, ad ascoltarli e a dargli fiducia, perché possano tornare a sorridere. Ci sono anche alunni e alunne che sembrano “cercare” le prepotenze perché stuzzicano continuamente. Bisogna però sempre
ricordare che contrastare il bullismo non vuol dire fare il tifo per uno contro l’altro. Vuol dire riconoscere che nessuno merita di essere maltrattato, neppure quando ha torto. E che reagire ad una provocazione con la forza non serve a riportare
la tranquillità. Riesce solo ad aumentare la paura o la rabbia.

Gli spettatori

A volte le prepotenze proseguono perché nessuno
le interrompe; l’85% degli episodi
di bullismo avviene alla presenza dei coetanei, che non reagiscono.
Bisogna far capire al bullo che ciò che fa non è divertente, basta chiamare un insegnante o parlare con un genitore, così le violenze cesseranno.

Quanto bullismo c'è in giro

I dati dicono che tanti sono coinvolti: su una classe, quelli che fanno o ricevono prevaricazioni una o più volte alla settimana sono 1 alunno su 2 o 1 alunno su 3.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine degli studi sul bullismo?
  2. Gli studi sul bullismo sono iniziati negli anni Settanta-Ottanta grazie a professori norvegesi e inglesi, e successivamente si sono diffusi anche in Italia.

  3. Quali sono le caratteristiche principali del bullismo?
  4. Il bullismo è un abuso di potere che si manifesta attraverso prepotenze ripetute nel tempo da parte di uno o più compagni nei confronti di uno studente.

  5. Chi sono gli attori coinvolti nel bullismo?
  6. Gli attori coinvolti nel bullismo sono chi compie le prepotenze, le vittime e gli spettatori, che possono difendere il più debole, aggregarsi al prepotente o rimanere neutrali.

  7. Quali sono le motivazioni dietro il comportamento dei bulli?
  8. I bulli possono agire per isolare, umiliare o svergognare i compagni, spesso per attirare l'attenzione o a causa di difficoltà familiari, senza rendersi conto degli effetti delle loro azioni.

  9. Quanto è diffuso il bullismo nelle scuole?
  10. Il bullismo è piuttosto diffuso, con dati che indicano che in una classe, 1 alunno su 2 o 1 alunno su 3 è coinvolto in episodi di prevaricazione una o più volte alla settimana.

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