Federico Bianchetti
Autore
its e università differenzeConclusa l'esperienza scolastica

, davanti ai giovani si parano un'infinità alternative. Ma il dilemma che affligge quasi tutti è uno solo: continuare gli studi o iniziare a lavorare?

Al giorno d'oggi però per essere davvero competitivi nel mercato del lavoro, l'istruzione secondaria può non bastare, e si rende quindi necessaria una formazione superiore. In questo caso le possibilità tra cui scegliere sono principalmente due: l'università o i percorsi ITS (Istituti Tecnologici Superiori). Con il passare degli anni i percorsi ITS si sono posti come valida alternativa agli studi accademici, proponendo un modello didattico ben lontano da quello degli atenei, e che punta ai massimi livelli di rendimento. Ma qual è il percorso di studi migliore? La risposta non c'è, o meglio, varia a seconda delle esigenze. Tutto ciò che possiamo fare quindi è delineare i tratti salienti di queste due offerte formative, cercando di capire quali sono le differenze sostanziali.

ITS o Università: perché scegliere gli Istituti Tecnologici Superiori

Ciò che rende gli ITS diversi rispetto agli studi accademici, è senza dubbio la costante interazione con il mondo del lavoro. Basti pensare che i docenti ITS sono in genere professionisti di settore, che possono quindi portare un'esperienza diretta di quello che è il lavoro. La didattica degli Istituti Tecnologici Superiori punta con forza ad offrire attività di carattere esperienziale, che passano per stage e tirocini formativi, in accordo con le aziende. Un sistema che nel tempo ha fruttato agli studenti ITS un tasso occupazionale che si attesta intorno all'80% ad un anno dal titolo.

Una dinamica che le università – spesso pubbliche - non riescono ad offrire agli studenti, contribuendo ad accrescere il gap registrato tra mondo della formazione e mondo professionale, e le difficoltà riscontrate dalle aziende nella ricerca dei profili di lavoratori adatti. Anche la durata degli studi incide sul percorso: biennale quello degli ITS, triennale – senza contare il biennio magistrale – per le università. Ci sono poi alcuni ITS che prevedono percorsi di durata triennale, al termine dei quali, il diploma che si riceve – EQF VI livello – vale come una laurea triennale.

ITS o Università: perché scegliere gli atenei

Il “limite” dei percorsi ITS è costituito dalla loro stessa natura: puntano ad una preparazione di tipo pratico-esperienziale quindi probabilmente meno adatti per un percorso formativo di approfondimento e ricerca. Quando si punta infatti ad un certo tipo di professioni la formazione accademica è inevitabile: parliamo – ad esempio – degli studi in ambito umanistico, linguistico e sportivo. Tutti settori che al momento l'offerta ITS non contempla, pur offrendo una formazione specializzata in ben sei macro-aree di interesse.

La versatilità degli studi accademici è un altro punto di forza per le università, che offrono ai loro iscritti la possibilità di studiare in altre sedi – a volte internazionali – con la possibilità di fare ricerca e approfondire le tematiche di studio. Al termine degli studi le possibilità che si aprono davanti sono infinite, e certamente più variegate rispetto alla formazione di un ITS che orienta la propria didattica in una sola direzione. Alla fine la scelta sarà influenzata dalle esigenze di ciascuno studente e dalle aspettative che nutre verso il futuro.

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