
Per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro che richiede sempre più figure tecniche, senza peraltro trovarle, sono nati circa un anno fa gli Istituti Tecnici Superiori. Si tratta di una alternativa alla formazione universitaria, che si articola su un percorso biennale che dovrebbe dare ai super-diplomati un concreto aiuto nella ricerca di un posto di lavoro.
Rispetto a questo aspetto, ieri il Ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha dichiarato anche che: “Non verrà fatto con gli ITS lo stesso errore delle lauree triennali”. Ma approfondiamo.ITS, COSA SONO? – Gli Istituti tecnici superiori sono scuole speciali di tecnologia che formano i ragazzi affinché sviluppino competenze nel campo delle innovazioni scientifiche e tecnologiche e siano in grado di applicarle al mondo del lavoro. Ai ragazzi viene offerto un tipo di formazione più pratica rispetto quella delle università, in maniera da formarli già per il lavoro che andranno ad intraprendere una volta conseguito il diploma di Tecnico Superiore nell’area di riferimento. Le aree individuate per gli ITS sono, appunto, sei:
- Efficienza energetica;
- Mobilità sostenibile;
- Nuove tecnologie della vita
- Nuove tecnologie per il Made in Italy (sistemi meccanica, moda, alimentare, casa, servizi alle imprese);
- Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali;
- Tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
CHE COSA SI FA - I corsi hanno una durata di quattro semestri, ma possono essere istituiti anche sei semestri in convenzione con le Università. Questo tipo di istruzione, essendo orientata maggiormente verso la pratica, prevede diverse ore di attività di laboratorio e tirocini obbligatori per almeno il 30% delle ore complessive. Ad insegnare le materie ai ragazzi ci sono docenti provenienti dal mondo del lavoro e delle professioni.
DARE L’OPPORTUNITÀ DI SCEGLIERE - Purtroppo, non si parla molto di questo tipo di istruzione e, nonostante le aziende ogni anno cerchino migliaia di giovani con una specializzazione tecnica, ancora non esiste un inquadramento contrattuale specifico per chi è in possesso di questo tipo di qualificazione. Proprio per questo il ministro Profumo è deciso a cambiare le cose: “Non faremo l’errore delle lauree triennali. Oggi ci sono migliaia di posizioni di lavoro libere alle quali non siamo in grado di dare risposta. È necessario che le parti sociali definiscano un riferimento contrattuale per i giovani che hanno questo tipo di qualificazione. Bisogna definire il loro inserimento per dare ai ragazzi e alle famiglie l’opportunità di scegliere”.
QUALE ERRORE? – Quando il ministro Profumo parla di “errore delle lauree triennali” si riferisce al fatto che, fino a qualche tempo fa, non esisteva un inquadramento contrattuale in cui collocare i ragazzi in possesso di questo tipo di laurea. In parole povere, i ragazzi laureati alla triennale faticavano a trovare un impiego dopo gli studi nonostante fossero in possesso di ottime qualifiche. Questo è l’errore che adesso il Ministero dell’Istruzione vuole evitare con gli ITS chiedendo alle parti sociali un riferimento contrattuale per tutti i giovani in possesso di un diploma Tecnico Superiore.
Serena Rosticci