elisananni
Ominide
10 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • La cittadinanza digitale integra la vita quotidiana con strumenti come pagamenti online, SPID e PEC, fornendo identità certificata e semplificando interazioni con la pubblica amministrazione.
  • Il divario digitale evidenzia l'ineguaglianza nell'accesso a Internet, colpendo principalmente anziani, aree isolate e paesi poveri, limitando l'informazione attiva e l'espressione personale.
  • Il diritto all'oblio e alla deindicizzazione tutela la web reputation, permettendo di rimuovere informazioni obsolete o dannose, se prive di interesse pubblico, evitando l'effetto Streisand.
  • Il cyberbullismo e il cyberstalking sono forme di abuso online che possono portare a gravi conseguenze per le vittime, con leggi specifiche a tutela, come quella italiana del 2017 per il cyberbullismo.
  • Reati digitali come hate speech, grooming, revenge porn e phishing rappresentano sfide legali e sociali, con piattaforme e legislazioni impegnate a contrastare e prevenire tali fenomeni.

Indice

  1. Cittadinanza digitale
  2. Divario digitale
  3. Abusi digitali
  4. Cyberbullismo
  5. Hate speech
  6. Grooming
  7. Cyberstalking
  8. Revenge porn
  9. Fishing

Cittadinanza digitale

La cittadinanza digitale la ritroviamo ad esempio nei pagamenti online, nella DAD, nelle prenotazioni, nelle comunicazioni, nello shopping, nelle informazioni. La nostra vita è stata condizionata in modo positivo dalla cittadinanza digitale.

Divario digitale

Differenza che si crea tra chi ha accesso a Internet e chi non lo ha.
Il divario digitale lo ritroviamo:
  • Anziani a cui mancano le competenze digitali
  • Luoghi isolati in cui non vi è Internet
  • Paesi poveri

Internet è un diritto. Il diritto ad accedere a internet è stato sancito nel 2011 dall’ONU perché consente un’informazione di tipo attiva rispetto a radio o televisione (queste sono passive perché sono solo di ascolto e non si può interagire).
Informazione di tipo attiva significa riuscire a cercare da sè le informazioni e oltre ad informarmi posso informare, collegandosi così alla libertà d’espressione del proprio pensiero (articolo 2).
In alcuni stati per colpire la libertà d’espressione si limita internet, bloccando i social, i motori di ricerca e censurando i siti. Così paesi come Corea o Cina non possono comunicare come facciamo noi.
Non c’è una legislazione universale riguardo al diritto in questione.
L’Italia nel 2006 ha pubblicato il CAD, ovvero il codice dell’amministrazione digitale. Qui si inizia a regolamentare i rapporti digitali con la pubblica amministrazione, a disciplinare e a riconoscere la cittadinanza digitale. La pubblica amministrazione è una ramificazione dello Stato.
La Cittadinanza è il rapporto che si instaura tra una persona e il suo Stato di appartenenza e sono i diritti che posso avanzare verso il mio Stato.
La Cittadinanza digitale è il concetto di cittadinanza tradizionale traslata sul piano digitale.

Il requisito è avere le competenze digitali:

  • Diritto ad avere il domicilio digitale: PEC posta elettronica certificata. Con questa si ha l’identità certificata, garantendo la certezza di capire con chi si sta comunicando.
  • Identità digitale: SPID, fascicolo sanitario elettronico, importante negli ospedali e nei pronto soccorsi per avere informazioni dei pazienti in un probabile stato di incoscienza.
  • Carta d’identità elettronica: all’interno c’è un microchip con tutti i nostri dati, tra cui l’impronta digitale.
  • Pagamenti elettronici
  • Firma digitale: utilizzata per scambiare documenti digitali dando valore legale al documento.

Il CAD dopo aver elencato i diritti afferma che ognuno può rivolgersi al difensore civico per il digitale per un crimine digitale.
Nel 2013 l’Unione Europea pubblica DIGCOMP2.0, un documento riguardo le competenze digitali, così da uniformare le competenze all’interno dell’UE.

Vi sono cinque aree di competenza digitale:

  • Informazioni: sapere leggere le informazioni, capire quale informazione cerchiamo e la sua affidabilità.
  • Comunicazione: saper comunicare con gli altri utenti rispettandoli.
  • Netiquette: principi di educazione online.
  • Creazione di contenuti digitali: rispettare i copyright dei post che vediamo sulle diverse piattaforme.
  • Problem solving: capacità di individuare un problema e risolverlo.
  • Sicurezza: dei nostri dispositivi, Internet è un diritto ma anche una responsabilità, della nostra persona → privacy: diritto alla riservatezza.
  • Dati anagrafici.
  • Dati finanziari. (tra cui il codice fiscale)
  • Dati identificativi. (foto e video)
  • Dati giudiziari. (fedina penale)
  • Dati sensibili (i nostri dati più intimi che possono usare contro di noi, come etnia, orientamento sessuale o politico, ecc...)

Web reputation: reputazione digitale, immagine che si costruisce da ciò che si pubblica e ciò che gli altri pubblicano. All’interno del web rimane traccia di ogni cosa che viene pubblicata.
Come proteggersi → Diritto all’oblio
Oblio
È la condanna ad essere dimenticati.
Diritto all’oblio: ad esempio rimuovere una notizia che può danneggiare la nostra reputazione.
Diritto di cronaca: dare una notizia.

Come si tolgono le informazioni? Innanzitutto si tiene conto dell’interesse pubblico, se la notizia suscita interesse la si tiene, altrimenti no. Le condizioni per mettere una informazione in oblio sono:

  • una notizia vecchia
  • qualcosa che danneggia l’individuo
  • non interesse pubblico
L’oblio ha delle limitazioni, infatti non si può chiedere l’oblio a questioni storiche.

Diritto alla deindicizzazione: si è affermato nel 2014, nella corte di giustizia europea, dopo una vicenda spagnola.
Un uomo, non riuscendo più a ripagare i debiti, ha perso la casa che in seguito è stata messa in asta. Qualche anno dopo si rifà una vita, ma cercando il proprio nome su internet vede che è ancora associato alla sua vecchia storia di debiti. Si rivolge a Google Spagna per far rimuovere quella notizia, il quale però si rifiuta. A questo punto li ha denunciati e vince il processo, in seguito al quale viene introdotto il diritto alla deindicizzazione.

Il contenuto diventa virale quando viene propagato velocemente.

L'effetto Streisand è un fenomeno mediatico per il quale un tentativo di censurare o rimuovere un'informazione ne provoca, contrariamente alle attese, l'ampia pubblicizzazione.
Ricordiamo infatti il caso dell’attrice Barbara Streisand. Nel 2003 un fotografo è riuscito a fotografare dall’alto la villa della donna, catturando numerosi dettagli. Chiaramente lei si è infuriata e denuncia sia il fotografo che il sito che ha pubblicato le foto. Ha richiesto poi il diritto all’oblio e il contenuto è stato rimosso. Questo però ha scatenato l’interesse del pubblico, rendendo virale le foto che lei avrebbe voluto rimuovere → effetto paradossale.

Abusi digitali

Comportamenti illeciti sul web.
É fondamentale conoscere gli illeciti digitali, in quanto nella maggior parte dei casi essi vengono commessi per ignoranza riguardo a questa tipologia di reato.

Cyberbullismo

È una forma di aggressione fisica o psicologica verso qualcuno di più debole.
Vi è un’evidente disparità di forza tra aggressore e vittima.

Esso consiste principalmente in:

  • Perseguitare la vittima con messaggi offensivi
  • Pubblicare immagini imbarazzanti senza il consenso della persona in questione
  • Rubare l’identità della vittima

La vittima può arrivare a togliersi la vita.

L’aggressore spesso non si fa molti problemi in quanto si nasconde dietro un nickname falso, ma al giorno d’oggi la polizia non fatica a trovare l'identità reale dell’uomo in questione.

Colui che commette il reato di cyberbullismo può essere accusato di:

  • Reato di diffamazione (insulti alla vittima in presenza di altre persone) che diventa più grave se fatto online
  • Reato di minaccia
  • Reato a sfondo sessuale
  • Reato di stalking
  • Reato di istigazione al suicidio

Nel 2017 in Italia è stata introdotta una nuova legge contro il cyberbullismo che ha una particolare attenzione ai minorenni. Dai 14 anni in su si può chiedere istanza per la rimozione di un contenuto o una notizia. Se il sito non lo fa entro 24h allora ci si rivolge direttamente al garante.

Hate speech

Istigazione all’odio e al disprezzo, uso di espressioni offensive rivolte all’avversario per sminuirlo e annientarlo.
Come ad esempio: discorsi omofobi, razzisti, sessisti (o comunque contro una persona o un gruppo di persone sperando di creare odio e intolleranza verso loro).
I colossi mondiali del web sono stati convocati dalla commissione europea per individuare il modo di evitare la diffusione degli hate speech.
Queste aziende erano: Microsoft, YouTube, Twitter e Facebook.
Vi è così la possibilità di segnalare al gestore un discorso d’odio, dove la piattaforma ha 24h per poter controllare e rimuovere il contenuto. In Italia sono le singole società a gestirle.

Grooming

Reato di adescamento del minore online.
Avviene tramite dei raggiri che servono a conquistare la fiducia del minorenne
Incomunicabilità → ovvero l’adescatore cerca di convincere il minorenne a non comunicare il loro rapporto, in modo tale che nessuno possa intervenire.

Cyberstalking

Atti persecutori svolti online, la vittima viene perseguitata tramite pedinamenti.
Gli atti persecutori hanno la peculiarità di fomentare la paura nella vittima portandola a cambiare le proprie abitudini di vita per cercare di sopravvivere.
Il cyberstalking è un aggravante rispetto allo stalking che avviene nella vita reale, in quanto il secondo può essere fermato allontanandosi dalla persona molesta, ma all’interno del web questo non può accadere perché si è costantemente rintracciabili.

Revenge porn

Nel 2019 abbiamo la Legge codice Rosso, introducendo un nuovo reato: il Revenge Porn.
Per vendetta o gioco vengono condivisi sulla rete internet video o foto intime.
Si viene puniti con 6 anni di carcere e 15.000 € di multa. Si applica a tutti coloro che contribuiscono a condividere i contenuti.

Fishing

Truffa digitale effettuata da coloro che rubano credenziali e soldi utilizzando siti falsi.
Se non si conosce la legge e la si infrange, si viene comunque condannati, allo Stato non interessa dell’ignoranza.
  1. Età >= 18 responsabilità penale.
  2. 14
  3. Età

Domande da interrogazione

  1. Qual è il concetto di cittadinanza digitale e come influisce sulla nostra vita quotidiana?
  2. La cittadinanza digitale si riferisce all'uso di tecnologie digitali per interagire con la pubblica amministrazione e svolgere attività quotidiane come pagamenti online, comunicazioni e shopping. Ha un impatto positivo sulla nostra vita, facilitando l'accesso a servizi e informazioni.

  3. Cosa si intende per divario digitale e quali sono le sue cause principali?
  4. Il divario digitale è la differenza tra chi ha accesso a Internet e chi non lo ha, spesso causato dalla mancanza di competenze digitali tra gli anziani, l'assenza di connessione in luoghi isolati e la povertà nei paesi meno sviluppati.

  5. Quali sono i principali reati digitali e come vengono affrontati legalmente?
  6. I principali reati digitali includono cyberbullismo, hate speech, grooming, cyberstalking, revenge porn e phishing. In Italia, esistono leggi specifiche come la legge contro il cyberbullismo del 2017 e il Codice Rosso del 2019 per il revenge porn, che prevedono pene severe per i trasgressori.

  7. Come si può proteggere la propria reputazione online e quali diritti esistono a riguardo?
  8. La protezione della reputazione online può essere garantita attraverso il diritto all'oblio, che consente di rimuovere informazioni dannose o non più rilevanti. Tuttavia, questo diritto ha limitazioni, come nel caso di questioni storiche o di interesse pubblico.

  9. Quali sono le competenze digitali essenziali secondo il documento DIGCOMP2.0 dell'Unione Europea?
  10. Le competenze digitali essenziali includono la capacità di gestire informazioni, comunicare rispettando la netiquette, creare contenuti digitali rispettando i copyright, risolvere problemi e garantire la sicurezza dei propri dati e dispositivi.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community