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In italiano
La subordinata dichiarativo-consecutiva è una proposizione che completa il significato della principale, e quindi risulta necessaria per comprenderne il significato, enunciando, o meglio "dichiarando", un fatto.
Eccone un esempio:
È accaduto / che ci siamo scontrati.
Principale Subordinata dichiarativo-consecutiva
In questo caso, infatti, se la subordinata in questione venisse cancellata, lasciando così la reggente in solitaria, questa non avrebbe senso compiuto: una volta che ci viene detto “è accaduto che”, “è successo che”, ecc. ci si domanda sempre “che cosa?”, come se la frase non fosse stata completata.
Pertanto, il completamento in questione è affidato a questa subordinata, che enuncia un fatto, un avvenimento, a differenza della subordinata completiva volitiva, che completa l’enunciato della principale con una volontà del soggetto.
Come si nota, molto spesso la principale è espressa da un verbo (è successo, è avvenuto…) o un'espressione (è usanza che, è legge che, si dà il caso che…) di forma impersonale.
In latino
In latino si forma come la subordinata consecutiva (ecco perché vi è nel nome), ossia con "ut" (forma affermativa) oppure "ut non" (forma negativa) seguito dal congiuntivo del verbo in questione; quest'ultimo è al tempo presente, se nella principale vi è un verbo al presente o al futuro, mentre è all'imperfetto se nella principale c'è un verbo al passato (imperfetto, perfetto, piuccheperfetto…).
Si traduce invece come una completiva volitiva, ossia con che + congiuntivo, oppure di/a + infinito del verbo (se e solo se i soggetti della reggente e della subordinata coincidono: in questo caso è sufficiente individuare i due predicati e le rispettive persone e metterli a confronto).
Inoltre, tale subordinata è riconoscibile per via del fatto che nella principale si trova un'espressione come "fit ut", "evenit ut", "accidit ut", "contingit ut" (accade che) oppure "lex est ut" (è legge che), "locus est ut", "tempus est ut" (è tempo che), "consuetudo est ut" (è consuetudine che) e molte altre.
Esempi:
Forma affermativa
Fit ut de scalis Marcus cadam. (presente —> cong. pres.)
Accade che Marco cada dalle scale.
Contingit ut de scalis Marcus caderem. (perfetto —> cong. imperf.)
Accadde che Marco cadesse dalle scale.
Forma negativa
Accidit ut non famulos Tiberius feriam. (presente —> cong. pres.)
Accade che Tiberio non ferisca i servi.
Evenit ut non famulos Tiberius ferirem. (perfetto —> cong. imperf.)
Accadde che Tiberio non ferisse i servi
Forma implicita
Fit ut non per viginti dies edam . (presente —> cong. pres.)
Capita di non mangiare per venti giorni.
Contingit ut per sex dies e quinque noctes pugnaret. (perfetto —> cong. imperf.)
Capitò di combattere per sei giorni e cinque notti.