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Concetti Chiave

  • Il latino ha avuto molte varianti di pronuncia nel tempo, ricostruite attraverso testimonianze storiche e confronti linguistici.
  • La pronuncia classica, o "restituta", cerca di ricreare la pronuncia dell'epoca di Cesare e Cicerone, con regole specifiche su dittonghi, vocali e consonanti.
  • Nella pronuncia classica, le consonanti c e g sono sempre velari, e la s intervocalica è sempre sorda, simile al suono in "sale".
  • La pronuncia scolastica italiana riflette l'uso del latino ecclesiastico del IV-V secolo d.C., con caratteristiche come i dittonghi ae e oe pronunciati come e.
  • In pronuncia scolastica, gruppi come ce, ci, sce, sci, gn si pronunciano come in italiano, mentre il gruppo ph si legge f.

La pronuncia del latino

Il latino nella sua lunga storia e nella sua vasta diffusione territoriale non ha mantenuto una pronuncia unitaria, ma ha conosciuto molte varianti, che possiamo ricostruire attraverso le testimonianze degli scrittori, il materiale documentario (epigrafi, monete, ecc.) e i confronti con altre lingue antiche e moderne. Attualmente sono in uso due diversi modi di pronunciare il latino: la pronuncia classica e la pronuncia scolastica.


La pronuncia classica è detta anche "restituta" perché è frutto dell'opera degli studiosi che, dall'età umanistica ad oggi, hanno cercato di ricostruire la corretta pronuncia dell'età di Cesare e Cicerone. Esaminiamone le caratteristiche.
— Tutti i dittonghi si pronunciano come sono scritti; se su di essi cade l'accento, questo si colloca sul primo elemento.
— La vocale y ha il suono della u francese.
— Le consonanti c e g sono sempre velari.
— Il gruppo gn si legge separando la velare dalla nasale.
— Il gruppo quu si pronuncia cu.
— La s intervocalica è sempre sorda: in parole come causa o rosa la s ha il suono dell'italiano "sale".
— Il gruppo ti davanti a vocale si pronuncia come è scritto: amicitia, otium, sentio.
— Il gruppo ns tende a una pronuncia s: consul pron. /cosul/.
— La h indica una leggera aspirazione all'inizio di parola (herba) o nella trascrizione delle aspirate greche, la cui pronuncia è quella di una muta seguita da aspirazione (charta, thesaurus, Philippus).
— Il suono v non esiste; la semiconsonante u, che nei nostri testi è per lo più indicata con il segno v, si pronuncia u: vinum: pron. /uinum/, vivo pron. /uiuo/.

La pronuncia scolastica italiana coincide in gran parte con la pronuncia corrente del IV - V sec. d.C., che la Chiesa cattolica ha fatto propria e ha conservato nell'uso ecclesiastico del latino. I suoi tratti distintivi sono elencati qui di seguito.
— I dittonghi ae ed oe si pronunciano e.
— La y ha lo stesso suono della i.
— I gruppi ce, ci, sce, sci, gn si pronunciano come in italiano.
— Il gruppo ph si pronuncia f.
— Il gruppo ti davanti a vocale si pronuncia zi:
La pronuncia ti si conserva quando t è preceduta da s, t,x; quando la i è di quantità lunga e accentata ;nei nomi di origine greca.
— La semiconsonante u si indica con il segno v e si legge come in italiano.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali differenze tra la pronuncia classica e quella scolastica del latino?
  2. La pronuncia classica si basa sulla ricostruzione della pronuncia dell'età di Cesare e Cicerone, mentre la pronuncia scolastica riflette l'uso ecclesiastico del IV-V secolo d.C. Differenze includono la pronuncia dei dittonghi, delle consonanti e dei gruppi consonantici.

  3. Come si pronuncia la vocale "y" nelle due varianti di pronuncia del latino?
  4. Nella pronuncia classica, la vocale "y" ha il suono della "u" francese, mentre nella pronuncia scolastica italiana ha lo stesso suono della "i".

  5. Qual è la pronuncia del gruppo "ti" davanti a vocale nelle due varianti?
  6. Nella pronuncia classica, il gruppo "ti" davanti a vocale si pronuncia come è scritto. Nella pronuncia scolastica, si pronuncia "zi", tranne in alcuni casi specifici come quando è preceduto da s, t, x o in nomi di origine greca.

Domande e risposte