Concetti Chiave
- Nel latino classico mancavano alcune lettere dell'alfabeto, come la "U", che veniva sostituita dalla "V".
- La pronuncia ecclesiastica del latino è oggi utilizzata per la sua semplicità rispetto al latino classico.
- Le regole di pronuncia dei dittonghi in latino includono: "ae" e "oe" si pronunciano come "e", e "ph" come "f".
- In latino, la quantità delle vocali influisce sulla posizione dell'accento; le vocali lunghe rendono la sillaba lunga e determinano l'accentuazione.
- L'accento nelle parole latine cade sulla penultima sillaba se è lunga, altrimenti sulla terzultima.
Latino - Regole di pronuncia e accenti
Il latino, come sappiamo, è la lingua da cui poi nascerà l'italiano e per questo diciamo che l'italiano è una lingua neolatina.
Tuttavia il latino presenta diversi modi di scrivere e di pronunciare le parole dall'italiano, ciò è dovuto dalle regole di pronuncia e dalla quantità delle sillabe.
Anzitutto bisogna precisare che nel corso del tempo la lingua latina ha subito diverse variazioni sopratutto nel periodo che identifichiamo come Alto Medioevo (a partire dal 476 d.C., data della caduta dell'Impero Romano d'Occidente, fino all'anno 1000 d.C.) e Basso Medioevo(a partire dall'anno 1000 d.C.
Fatte queste premesse ecco qui di seguito tutte le regole di pronuncia applicate ai dittonghi che bisogna tenere a mente quando si legge un testo in latino:
ae = e es. caelum(cielo), pronuncia "celum"
oe = e es. poena(pena), pronuncia "pena"
oë = oe
ph = f es. philosophia(filosofia), pronuncia "filosofia"
ti = zi es. etiam(anche), pronuncia "eziam"
ti = ti (solo se il dittongo è preceduto da "s,t e x" o da "ì")
hic = "c" con suono duro
y = i
h = muta
Lavorando con i dittonghi, può capitarci di incontrare uno iato(le due vocali sono separate in due sillabe)e di conseguenza dobbiamo cambiare la nostra pronuncia: aer(aria), pronuncia "aer"; poeta(poeta), pronuncia "poeta".
In questo caso, talvolta sono scritti con la diaresi(i due punti sopra una lettera) posta sulla seconda vocale: aër, poëta.
Quantità e accento
La lingua latina distingue tra vocali brevi(ă,ĕ...) e vocali lunghe(ā,ē...), che rendono la sillaba breve o lunga; l'accento delle parole composte da tre o più sillabe cade sempre sulla penultima sillaba se questa è lunga(puēlla,pronuncia "puélla"); se invece la penultima è breve, l'accento cade sulla terzultima sillaba(discĭpŭla, pronuncia "discípula").
Le parole con due sillabe(bisillabi)sono accentate sulla penultima sillaba: vóco(io chiamo), páter(padre).
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali regole di pronuncia del latino rispetto all'italiano?
- Come si determina l'accento nelle parole latine?
- Cosa succede quando si incontrano iati nei testi latini?
Il latino presenta diverse regole di pronuncia rispetto all'italiano, come l'uso di "V" al posto di "U" e la pronuncia dei dittonghi come "ae" e "oe" che si pronunciano "e". Inoltre, alcune lettere come "ph" si pronunciano "f", e "ti" si pronuncia "zi" tranne in alcuni casi specifici.
L'accento nelle parole latine con tre o più sillabe cade sulla penultima sillaba se è lunga, altrimenti sulla terzultima. Nelle parole bisillabiche, l'accento cade sempre sulla penultima sillaba.
Quando si incontrano iati, le due vocali sono separate in due sillabe, e la pronuncia cambia di conseguenza. Talvolta, lo iato è indicato con una diaresi sulla seconda vocale, come in "aër" o "poëta".