Concetti Chiave
- L'alfabeto latino, derivato dal greco tramite l'etrusco, è composto da 23 lettere, utilizzate per trascrivere i fonemi.
- Le vocali latine sono cinque, ma considerando la durata nella pronuncia, diventano dieci, con quantità lunga o breve.
- I dittonghi comuni in latino sono ae, oe, au, eu, mentre sono meno frequenti ei, ui, yi.
- Le consonanti latine si classificano per modo (momentanee, continue) e luogo di articolazione (labiali, dentali, velari).
- Consonanti continue includono nasali, liquide e spiranti, distinte per il loro modo di produrre il suono.
1. L'alfabeto.
I fonemi sono trascritti usando lettere o grafemi (dal greco grapho "scrivo"), che nel loro complesso costituiscono l'alfabeto. Le lettere dell'alfabeto latino, derivato da quello greco attraverso la mediazione dell'etrusco, sono 23.
2. Le vocali e i dittonghi
Le vocali sono cinque: a, e, i, o, u.
Il loro numero sale però a dieci se si tiene conto della quantità, cioè della durata nella pronuncia. La quantità poteva infatti essere maggiore, cioè lunga, indicata con il segno - sovrapposto alla vocale stessa, oppure minore, cioè breve, indicata con il segno ˘
I dittonghi, costituiti da "due suoni", risultano dall'unione di due vocali in un'unica sillaba.
3. Le consonanti
Le consonanti latine si classificano in base al modo di articolazione e al luogo di articolazione.
- momentanee, perché pronunciate mediante un'emissione di suono istantanea, ottenuta occludendo il canale vocale per cui passa l'aria proveniente dai polmoni; sono anche dette mute, perché per essere pronunciate devono appoggiarsi a una vocale;
- continue, perché non implicano interruzione del flusso d'aria proveniente dai polmoni e pertanto possono essere prolungate a piacere.
Sono inoltre dette:
- sorde le consonanti che vengono articolate senza far vibrare le corde vocali.
- sonore le consonanti che implicano la vibrazione delle corde vocali.
- labiali, articolate attraverso l'accostamento delle labbra;
- dentali, articolate appoggiando la lingua dei denti superiori;
- velari, dette anche gutturali, articolate accostando la lingua al velo palatino o palato molle con un'eventuale chiusura delle labbra (labiovelari).
Le consonanti continue, invece, si possono distinguere in:
- nasali, quando il suono trova risonanza nelle cavità del naso;
- liquide, quando il suono è assimilabile a un passaggio fluido;
- spiranti, dette anche sibilanti, quando il suono si traduce in una sorta di sibilo.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine dell'alfabeto latino e quante lettere contiene?
- Come si classificano le vocali in base alla quantità e quali sono i dittonghi più frequenti?
- Quali sono le differenze tra le consonanti latine in base al modo e al luogo di articolazione?
L'alfabeto latino deriva da quello greco attraverso la mediazione dell'etrusco e contiene 23 lettere.
Le vocali si classificano in base alla quantità, lunga o breve, e i dittonghi più frequenti sono ae, oe, au, eu.
Le consonanti latine si distinguono in momentanee e continue per il modo di articolazione, e in labiali, dentali, velari, nasali, liquide, e spiranti per il luogo di articolazione.