Concetti Chiave
- Le parole femminili in -cia e -gia con consonante precedente formano il plurale in -ce e -ge; con vocale precedente, in -cie e -gie.
- La -i- nel singolare palatizza la -c-, ma nel plurale la sua presenza non è necessaria grazie alla -e finale.
- La parola "goccia" è utilizzata in vari modi di dire come "la goccia che fa traboccare il vaso" e "bere il calice fino all'ultima goccia".
- Un'eccezione è "scia", che usa "scie" al plurale aggiungendo una -i- per motivi eufonici, mentre "striscia" e "fascia" seguono la regola generale.
- L'Accademia della Crusca riconosce varianti meno comuni come "ciliege" per "ciliegie" e "valige" per "valigie".
Indice
Introduzione
Si deve scrivere “gocce”. Vediamone il motivo.Questa è una delle poche regole della lingua italiana che, tradizionalmente, non ammette eccezioni, per cui, tutto sommato, il dilemma è facilmente risolvibile
Le parole femminili che terminano in -cia e in -gia, in cui tale desinenza è preceduta da una consonante, al plurale terminano in -ce e -ge. Se, invece, tale desinenza è preceduta da una vocale, il plurale si fa in -cie e -gie. Di fatto, la -i- non viene pronunciata.
Perché questa regola? Al singolare esiste la -i- per palatizzare la -c-, ma al plurale non occorre ricorrere a questo espediente perché la palatizzazione avviene grazie alla -e del plurale. Per questo è del tutto normale che, al plurale, nell’ortografia del termine la -i- del singolare sparisca.
Ricordandoci questa regola, siamo sicuri di non commettere errori, anche se ci troviamo nell’impossibilità di consultare un dizionario
Quindi: una goccia/delle gocce, un contagocce
Invece: una valigia/delle valigie
In questi casi sulla -i- mantenuto al plurale cade l’accento tonico
La parola “goccia” da origine a diversi modi di dire, figuri o non:
- Questa è la goccia che fa traboccare il vaso = Si è raggiunto il culmine per cui una situazione di per sé già tesa, ora scoppierà.
- Bere il calice fino all’ultima goccia = Accettare fino in fondo un’amara situazione.
- A goccia a goccia = poco per volta.
- A goccia a goccia si scava la pietra = Poco per volta, con perseveranza, si riescono ad ottenere anche le cose più difficili.
- I Romani dicevano ”Gutta cavat lapidem”.
Schematicamente possiamo scrivere:
• consonante + cia/-gia = consonante + ce/ge.
• vocale + -cia/-gia = vocale + cie/-gie (l’accento tonico cade sulla -
i-)
Tuttavia, l’Academia della Crusca sottolinea che i dizionari riportano come meno comuni anche “ciliege “al posto di “ciliegie” e “valige” al posto di “valigie”
Esiste solo un caso particolare:
una scia = delle scie In questo caso la desinenza -cia è preceduta da una consonante (la s-), ma il plurale aggiunge una -i- per motivi eufonici . Tale -i- porta l’accento tonico
Però, dobbiamo scrivere striscia/strisce fascia/fasce, secondo la regola generale perché in questi due casi non si tratta di un monosillabo.
Esercitazione
Una camicia = delle……………..Una spiaggia = delle…………….
Una doccia = delle……………….
Un’acacia = delle………………
La farmacia = le……………….
L’arancia = le……………………
La caccia = le…………………….
Una bugia = delle……………..
La bilancia = le…………………
la focaccia = le……………..
la provincia = le…………….
la pioggia = le………………..
la mancia = le………………..
una micia = delle…………….
la quercia = le…………………
una ciliegia = delle………….
Correzione
Una camicia = delle camicie (da notare che l’accento tonico cade sulla prima -i-. Se cadesse sulla -a- si avrebbe un termine diverso – càmice con tutt’altro significato)Una spiaggia = delle spiagge
Una doccia = delle docce
Un’acacia = delle acacie
La farmacia = le farmacie
L’arancia = le arance
La caccia = le cacce
Una bugia = delle bugie
La bilancia = le bilance
la focaccia = le focacce
la provincia = le province
la pioggia = le piogge
la mancia = le mance
una micia = delle micie
la quercia = le querce
una ciliegia = delle ciliege
Domande da interrogazione
- Qual è la regola per formare il plurale delle parole femminili che terminano in -cia e -gia?
- Perché la -i- del singolare scompare nel plurale delle parole che terminano in -cia e -gia?
- Qual è l'origine della parola "goccia" e quali modi di dire sono associati ad essa?
- Qual è la regola generale per formare il plurale delle parole femminili che terminano in -cia e -gia?
- Quali sono alcuni casi particolari nella formazione del plurale delle parole femminili che terminano in -cia e -gia?
Le parole femminili che terminano in -cia e -gia, precedute da una consonante, formano il plurale in -ce e -ge. Se sono precedute da una vocale, il plurale si forma in -cie e -gie.
Nel plurale, la palatizzazione avviene grazie alla -e del plurale, quindi non è necessario mantenere la -i- del singolare nell'ortografia del termine.
La parola "goccia" ha origine dalla lingua italiana e viene utilizzata in modi di dire come "Questa è la goccia che fa traboccare il vaso" (raggiungere il culmine di una situazione tesa) e "Bere il calice fino all'ultima goccia" (accettare fino in fondo un'amara situazione).
La regola generale è che le parole femminili che terminano in -cia e -gia formano il plurale in -ce e -ge.
Un caso particolare è quello delle parole come "scia", che formano il plurale in "scie" aggiungendo una -i- per motivi eufonici. Alcuni monosillabi come "striscia" e "fascia" seguono la regola generale, mentre altri come "ciliegia" possono avere forme meno comuni come "ciliege".