Fabrizio Del Dongo
Genius
9 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Gli avverbi di tempo, noti anche come avverbi specifici o circostanziali, precisano una determinazione temporale e possono indicare presente, passato, futuro e rapporti di contemporaneità e successione.
  • L'avverbio "ora" può riferirsi al presente, al passato recente o al futuro imminente, e in certi contesti funge da congiunzione con un senso avversativo.
  • "Ancora" denota continuità nel tempo, mentre "allora" è utilizzato per indicare un tempo passato o per sollecitare decisioni.
  • Avverbi come "ieri", "oggi", e "domani" non solo specificano il tempo del giorno, ma possono anche alludere a periodi temporali più ampi e indeterminati.
  • Gli avverbi "mai" e "già" hanno molteplici valori: "mai" spesso esprime negazione, mentre "già" può indicare il compimento di un'azione o esprimere convinzioni e emozioni umane.

Indice

  1. Introduzione agli avverbi di tempo
  2. L’avverbio “ora”
  3. L’avverbio "ancora"
  4. Indicazione del tempo passato
  5. Altri avverbi tempo: ieri, oggi e domani
  6. Altri avverbi di tempo: "presto", "subito", "tardi", "sempre
  7. L’avverbio “mai”
  8. L’avverbio “già”
  9. La coppia di avverbi prima/poi"

Introduzione agli avverbi di tempo

Gli avverbi di tempo sono definiti anche avverbi specifici o avverbi circostanziali. Essi sono di numero limitato e precisano una determinazione temporale; pertanto, possono indicare il presente, il passato, il futuro.
Possono anche fornire l’idea di un tempo vicino o di un tempo lontano, di un tempo ben precisato o indeterminato; inoltre, hanno la capacità di specificare un rapporto di contemporaneità, di successione, di anteriorità, posteriorità e continuità.

L’avverbio “ora”

Per indicare il presente abbiamo gli avverbi “ora” e “adesso”. Essi hanno l’identico valore e sono interscambiabili. Possono anche riferirsi ad un passato recente o ad un futuro imminente: Siamo arrivati ora/adesso. Partiamo adesso/ora. Per indicare le stesse circostanze, ma con l’idea di immediatezza, “ora” si raddoppia: Ho visto il mio amico or ora.
In composizione, “ora” genera “oramai” e “ormai”. Usato singolarmente (Ormai!) dà un’idea di qualcosa di inevitabile, irrimediabile, contro cui non c’è più nulla da fare. Con la particella “che”, si forma una locuzione congiuntiva, sempre con valore temporale: Ora che ci siamo. Adesso che l’hai saputo.
L’avverbio “ora” deriva dal latino “hora” che già indicava una determinazione di tempo. Invece, adesso, pur derivando anch’esso dal latino ha un’origine più parlata e familiare. Deriva da ad + ipsum (tempus), cioè “nello stesso tempo”, “In questo preciso momento”. Di un uso più antico, ma oggi rimasto solo in ambito dialettale è l’avverbio “mo’”, per troncamento del latino “modo”.
In alcuni casi, la particella “ora” assume un senso diverso rispetto a quello temporale fino a ricoprire il ruolo di congiunzione.
Può avere un debole senso avversativo. Esempio: Tu dici che è così, ora io ti dico che non è vero. In tale frase “ora” si potrebbe sostituire con l’avversativa “ma”.
Può servire come introduzione per riprendere un discorso. Esempio: Ora, dovete sapere che……. oppure per rafforzare una conclusione. Esempio: Or dunque, Or bene,…
Può anche servire per indicare un’alternativa o per indicare una perplessità (soprattutto in un’espressione interrogativa). Esempio: Ora l’uno, ora l’altro. E ora, che si fa?
Da ricordare anche alcune particolarità: d’ora in poi, fin d’ora, d’ora in avanti, per ora

L’avverbio "ancora"

Indica una continuità nel presente, nel passato o nel futuro.
Esempio: Studio ancora all’Università. Un anno fa abitavo ancora in Francia. Dovrai studiare ancora diversi anni.
Può avere anche il significato di “fin qui, finora”: Non l’abbiamo ancora trovato (= Finora non lo abbiamo trovato)

Indicazione del tempo passato

Per il passato, l’avverbio di uso generale è “allora”(= in quel tempo): Allora, ero assai più giovane. Allora, non esisteva il computer come oggi. Tuttavia il suo impiego si è esteso anche al futuro. Es. Quando lo vedrò, allora mi dirà tutto.
Le corrispondenza fra “ora” e “allora” sono molte. Esempio: d’ora in poi/ d’allora in poi, fin d’ora/fin d’allora, ora come ora/allora come allora (con il significato di “in questa condizione” e “in quella condizione”).
“Allora” deriva dal latino ad + illam + hora = a quell’ora. Invece, ancora deriva dall’accusativo di “hic”, cioè ad + hanc + horam (= a quest’ora). Di conseguenza, “ora”, “ancora” e allora costituiscono i tre gradi della determinazione temporale.
Come “ora”, anche “allora” ha assunto il valore astratto di congiunzione, come conseguenza di un’ipotesi, nel senso di “in tal caso”: Se vieni anche tu, allora mi decido anch’io.
Serve anche per sollecitare una decisione, rimasta in sospeso: E allora che facciamo?. Dove andiamo, allora?

Altri avverbi tempo: ieri, oggi e domani

Per precisare la circostanza di tempo abbiamo: oggi (nel senso di “questo giorno” ma anche col significato di “ nell’epoca in cui viviamo”), ieri e domani. Questi tre avverbi non solo ci danno un’indicazione precisa rispetto al giorno, ma servono anche ad alludere, in modo indeterminato, al tempo presente, passato e futuro. Per esempio: Non bisogna pensare soltanto all’oggi, né rimpiangere la vita di ieri; occorre anche guardare al domani con fiducia.
L’avverbio “oggi” deriva dal latino “hodie” (= questo dì); “ieri” deriva ha “heri, mentre “domani” è composto da mane + de (mattina + dopo questo giorno)
Derivati da ieri, oggi e domani, abbiamo: ieri l’altro, l’altro giorno, dopodomani, l’indomani. A volte possono essere rafforzati con “stesso”: oggi stesso, domani stesso.

Altri avverbi di tempo: "presto", "subito", "tardi", "sempre

"
“Presto” e “sùbito “hanno in valore di “immediatamente), “tardi” è il contrario di “subito”, mentre “sempre” indica continuità e spesso indica il ripetersi. “Sempre”, in particolari impieghi, modifica il significato originario per acquistare il valore di “ancora”, come nella frase: Continui a sentirti sempre male? = Continui a sentirti ancora male? “Per sempre” significa “per tutta la vita”, “eternamente”: Essi si divisero per sempre. Giurò fedeltà per sempre.
Usata è anche l’espressione “sempre che…” = ogni volta che: Sempre che tu voglia = Ogni volta che tu vorrai.

L’avverbio “mai”

Può avere diversi valori:
1) Valore negativo(= nessuna volta): Lo vedi qualche volta? Mai
2) Rafforza una congiunzione negativa o un pronome negativo: Non sta mai in casa. Nessuno ti ha mai chiamato. Non lo vedo mai. Come si noterà, in questi casi “mai” si colloca dopo il verbo. Si potrebbe anche dire “Mai sta in casa”, Mai nessuno lo ha chiamato”, anche se la prima costruzione è da preferire
3) Nella locuzione “mai che” in principio di frase, acquista un valore molto espressivo: Mai che si fosse ricordato dei suoi nonni! Mai che mi abbia telefonato! In questo caso il verbo è al congiuntivo
In origine “mai” non aveva valore negativo; ha acquistato valore negativo con il tempo, perché questo avverbio è stato quasi sempre usato con delle particelle negative. Infatti, inizialmente significava “qualche volta” e quindi aveva un valore positivo, anche se limitato. Con questo valoro continua ad esistere anche oggi in espressioni come Chi l’ha visto mai? Che cosa ti passa mai per la mente? He cosa ti avrà mai fatto? L’hai mai letto questo libro? Se mai ci ripensi, telefonami !

L’avverbio “già”

Anche questo avverbio, che deriva dal latino “iam”, ha valori diversi. È spesso collegata al passato e la sua funzione principale è di sottolineare il compimento di un’azione: Te l’ho già detto. Sono già partiti?. Il suo significato coincide con “oramai”.
Può anche avere il senso di “fin da ora”: Mi ritengo già promosso. Ti puoi considerare già licenziato.
Usato in modo isolato, acquista il valore di convincimento ed esprime un’affermazione: Sei stanco? Già. Già, è vero. Già, avete ragione.
Interessante è il fatto che questo avverbio, perdendo il valore temporale serve ad indicare alcuni aspetti, molto sottili della psicologia umana, quali: dubbio, ironia, irritazione:
• Già, tu sai sempre tutto (senso ironico)
• Già forse, potrebbe essere così (dubbio)
• Già, me lo dovevo immaginare! (irritazione)
"

La coppia di avverbi prima/poi"

Rispettivamente, essi indicano anteriorità e posteriorità o successione. Accanto a “poi”, si usa con più frequenza “dopo” con la stessa funzione.
Un composto di “poi” è “poiché”.
“Poi” ha anche il valore
di conclusione: Io, poi, non c’entro in questo affare.
di rafforzativo: Te l’ho ripetuto tante e poi tante volte!
di idea di contrasto: E poi si credono più onesti degli altri!
di avversativa: Ti avverto, poi fa come vuoi!

Domande da interrogazione

  1. Qual è la funzione principale degli avverbi di tempo?
  2. Gli avverbi di tempo precisano una determinazione temporale, indicando il presente, il passato o il futuro, e specificano rapporti di contemporaneità, successione, anteriorità, posteriorità e continuità.

  3. Come si differenziano gli avverbi "ora" e "adesso"?
  4. "Ora" e "adesso" hanno lo stesso valore e sono interscambiabili, ma "ora" può anche assumere un senso diverso, come congiunzione o con un debole senso avversativo.

  5. Quali sono i significati dell'avverbio "ancora"?
  6. "Ancora" indica continuità nel presente, passato o futuro e può significare "fin qui, finora".

  7. In che modo l'avverbio "mai" ha acquisito un valore negativo?
  8. "Mai" ha acquisito un valore negativo nel tempo perché è stato spesso usato con particelle negative, anche se originariamente significava "qualche volta".

  9. Quali sono i diversi usi dell'avverbio "già"?
  10. "Già" sottolinea il compimento di un’azione, può significare "fin da ora", e usato isolatamente esprime convincimento, dubbio, ironia o irritazione.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community