Le proposizioni consecutive sono introdotte dalle congiunzioni ὥστε o ὡς.
Nella principale sono spesso preannunciate da avverbi come οὕτως o da aggettivi come τοσοῦτος o τοιοῦτος.
Il verbo della consecutiva è all'indicativo se la conseguenza è reale (in questo caso la negazione è οὐ), all'infinito se la conseguenza è possibile (in questo caso la negazione è μή).
In italiano si traducono con una consecutiva introdotta da tanto ... che, così ... che, cosicché, ecc.
Esempi:
ἦν ψῦχος οὕτως, ὥστε τὸ ὕδωρ ἐπήγνυτο
era così freddo che l'acqua gelava;
ποιητὴς σοφὸς οὕτως, ὥστε καὶ ἄλλον ποιῆσαι
un poeta è così sapiente da rendere (tale) anche un altro.
Se la consecutiva è possibile, e quindi ha il verbo all'infinito, il soggetto va in accusativo se è diverso dal soggetto della principale, e si ha in questo caso ὥστε + accusativo + infinito.