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La lingua omerica
Poiché l’epica fu a lungo composta e recitata oralmente, la lingua omerica presenta un carattere estremamente composito che non corrisponde a un unico gruppo dialettale. Tuttavia, non si tratta della somma di elementi tratti da dialetti parlati ma del risultato della secolare elaborazione poetica degli aedi. La lingua omerica è dunque una lingua d’arte e, in quanto tale, sostanzialmente artificiale. La redazione finale dei poemi omerici è stata concepita in un dialetto ionico.
Arcaismi
1. Tmesi, vale a dire la separazione (o meglio, la non unione) della preposizione dal relativo verbo.
2. Conservazione dell’approssimante labiovelare in tutte le posizioni: non è rappresentata graficamente dal digamma ma è possibile ricostruirne la presenza.
3. Suffisso strumentale -φι.
4. Patronimici in -ιος.
5. Conservazione del duale sia in forme nominali sia in forme verbali.
6. Assenza dell’aumento.
7. Assenza dell’articolo.
8. Arcaismi del sistema verbale.
Forme eoliche
1. Forme tessaliche: presenza di forme non assimilate (es.: accanto a πρός compare προτί o ποτί); desinenza -μεν sia negli infiniti atematici sia in quelli tematici.
2. Forme eoliche orientali: ζα- per δια-; geminazione in ὅππως etc.; baritonesi; psilosi; desinenza dell’infinito in -μεναι.
3. Esito labiale della labiovelare + [e] (es.:πέλω
4. -μμ- -νν- -λλ- -ρρ-
5. -σσ-
6. -ρε-
7. Suffisso -οντ- nei participi perfetti.
8. Apocope nelle preposizioni πάρ κάτ ἄν.
9. Particella modale κε κεν (attico ἄν).

Forme ioniche
1. Passaggio di α lungo a η anche dopo ε ι ρ.
2. Assenza di alcune contrazioni tipicamente attiche (es. nel genitivo plurale della prima declinazione πυλέων; cfr. l’attico πυλῶν)
3. Presenza del terzo allungamento di compenso (ionico orientale e centrale).
4. -σσ-
5. Conservazione di -ρσ- (ionico orientale e centrale).
6. Psilosi (ionico orientale).
Distrazione
Fenomeno per il quale invece di μνάεσθαι ὁράω ὁράοιτε etc. il testo omerico presenta μνάασθαι ὁρόω ὁρόοιτε. I grammatici greci usano il termine διέκτασις. Probabilmente queste forme rappresentano uno stadio intermedio tra le forme contratte e quelle non contratte; è possibile che risalgono a una recitazione attica che, alle forme non contratte, preferiva per il proprio pubblico le forme contratte nelle quali allungava la vocale contratta a seconda dell’originale necessità metrica.
A cura di Natalia_M.
per approfondimenti vedi anche:
Omero - Linguaggio Formulare