L'articolo greco si può tradurre in modi diversi a seconda della funzione che svolge nella frase.
Il caso più semplice è quando l'articolo precede il nome a cui si riferisce. In questo caso l'articolo ha la funzione dell'articolo determinativo italiano, e con l'articolo determinativo italiano appunto si traduce:
ὁ ἀνήρ, l'uomo.
La traduzione è la medesima anche in presenza di aggettivo, in posizione attributiva tra articolo e sostantivo, o collocato dopo il sostantivo, con l'articolo che si ripete in greco davanti al sostantivo, ma non in italiano:
ὁ ἀγαθὸς ἀνήρ, l'uomo buono,
ὁ ἀνὴρ ὁ ἀγαθός, l'uomo buono.
In caso di assenza dell'articolo greco davanti a un sostantivo, c'è un'idea di indeterminatezza, per cui in italiano bisogna tradurre con l'articolo indeterminativo:
ἀνήρ, un uomo.
In origine, però, l'articolo greco era un pronome dimostrativo, e in alcuni casi ha mantenuto l'antica funzione di pronome:
- nelle formule correlative ὁ μέν ...
ὁ δέ, l'uno ... l'altro, οἱ μέν ... οἱ δέ, gli uni ... gli altri, alcuni ... altri;- nelle locuzioni ὁ δέ, e quello, οἱ δέ, e quelli, ecc.
- quando si trova davanti a un genitivo ed è omesso un sostantivo facilmente intuibile, ad es. ὁ τοῦ Φιλίππου (sott. υἱός), il (figlio) di Filippo.
L'articolo greco può infine trovarsi davanti a una parte del discorso diversa dal sostantivo e renderla sostantivata (funzione sostantivante). Con questa funzione l'articolo può trovarsi davanti a:
- un infinito: τὸ λέγειν, il parlare;
- un participio: ὁ λέγων, colui che parla;
- un avverbio: οἱ νῦν, quelli di ora, i contemporanei;
- un complemento preposizionale: οἱ ἀμφὶ Άλέξανδρον, quelli del seguito di Alessandro.