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Être un as = essere un asso
L’asso gode di molto prestigio in quasi tutti i giochi carte, ma non è stato sempre così. Infatti si dice “fichu comme un as de pique” = essere infagottato, avere un aspetto non piacevole. In francese il boccone del prete si chiama “as de pique” a causa della forma, per cui il modo di dire è utilizzato ingiuriare o manifestare disprezzo verso una persona. Quindi, essere trattato da asso di poiché, in francese corrisponde a chiamarlo “boccone del prete. L’asso di fiore aveva anch’esso una connotazione dispregiativa perché dire di una persona “ tu as un nez d’as de trèfle” corrisponde a fargli notare che il suo naso è grosso e piatto. La situazione è cambiata con la prima guerra mondiale quando, nella nascente aviazione, si è cominciato a parlare di asso. Fra due missioni aree, gli aviatori avevano del tempo libero che trascorrevano giocando alla “manille” (gioco di carte) in cui il dieci viene subito prima dell’asso.. Pertanto pare che un pilota che avesse abbattuto dieci aerei veniva chiamo “asso” e Georges Guynemer diventò il super asso per averne abbattuti cinquanta.À bride battue = a biglia sciolta
La briglia tra i finimenti, e quello posto sulla testa del cavallo con la funzione di fermarlo o di dirigerlo a secondo della volontà di colui che cavalca. Un modo per lasciare l’animale una piena libertà di movimento e abbandonargli la briglia sul collo (= laisser la bride sur le cou). Si può anche “tourner la bride”, cioè fare dietro-front e filar via nella direzione opposta. In senso figurata, l’espressione ha il valore di “comportarsi senza ritegno, né riserbo”. L’espressione si ritrova in Madame de Sèvigné: “Elle a un amant à bride battue”.À brule-pourpoint = a bruciapelo
L’espressione proviene dall’ambiente militare e in senso letterale significa appoggiare la punta della canna del fucile direttamente sul farsetto, il che non può che sciupare l’abito se sui preme il grilletto.Avoir la fringale = Avere una fame da lupi
In origine, la “fringale” era una malattia dei cavalli corrispondente alla bulimia. Secondo gli studiosi, il termine è derivato da “faim-valle” o cattiva fame.
Secondo la definizione classica, si tratta di una specie di nevrosi che spinge i cavalli a fermarsi bruscamente e non permette loro di riprendere l’attività in corso se non hanno soddisfatto l’impellente bisogno di mangiare. Probabilmente, nel corso dei secoli la “faimvalle” si è incrociata con il vecchio verbo “fringuer”; la fusione dei due termini ha dato il verbo “fringaller” e l’aggettivo “fringant” = focoso.