Concetti Chiave
- Il nome "Barbagia" deriva dal latino "Barbaria", dato dai Romani per descrivere le popolazioni indipendenti e fiere di questa regione.
- La Barbagia presenta un paesaggio variegato con montagne, valli, pascoli, e boschi ricchi di fauna, caratterizzato da una bellezza naturale incontaminata.
- Nuoro, il capoluogo, è noto per il fermento culturale del XIX e XX secolo e per aver dato i natali a Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926.
- L'economia provinciale si basa principalmente sull'agricoltura, viticoltura e turismo, con una rilevante attività tessile a Macomer.
- Orgosolo è un centro urbano rinomato, noto per l'economia agro-pastorale e l'apertura al turismo grazie alle sue qualità ambientali e tradizioni storiche.
Indice
Origine e storia della Barbagia
Il nome “Barbagia” deriva dal latino “Barbaria”; infatti, i Romani avevano chiamato così la regione perché erano rimasti disorientati nell’incontrare le popolazioni che vivevano nelle lande selvagge del Gennargentu. Infatti, si trattava di genti talmente fiere, combattive e dotate di uno spirito di indipendenza talmente forte che mai si sottomisero a coloro che tentarono di invadere la regione e nel tempo, esse continuarono a costituire un problema sia per i primi cristiani che per i bizantini. Questi atteggiamenti di orgoglio e di fierezza è tutt’oggi presente nelle popolazioni che vivono fra il massiccio del Gennargentu e la costa del Golfo di Orosei.
Paesaggio e natura della Barbagia
Il paesaggio della Barbagia, appartenente interamente alla provincia di Nuoro, è molto vario: si trovano rocce di granito, i contrafforti del Gennargentu, delle valli scavate da torrenti impetuosi, dei pascoli di pianura e montani per poi scendere fino al mare. Sono molto diffusi e ricchi di fauna i boschi di leccio e di ginepro. Fino a pochi decenni fa, la Barbagia era considerato un territorio molto arretrato; invece, oggi si colloca in primo piano per aver conservato intatte le tradizioni e per l’incontaminata e selvaggia bellezza della natura. Questi due elementi ha collocato la regione fra una delle mete turistiche abbastanza ricercate soprattutto nei confronti di coloro che sono molto sensibili ai valori storici e naturali.
Nuoro e il suo fermento culturale
Il capoluogo, Nuoro, che attualmente conta quasi 36.000 abitanti, fra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, fu caratterizzata da un forte fermento culturale che attirò l’attenzione nazionale e internazionale. Infatti, è proprio a Nuoro che nacque Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926. La città sorge ai piedi del monte Ortobene, si estende su di un altopiano collinare ed è al centro di una conca montuosa. È la terza città sarda per importanza, dopo Cagliari e Sassari e costituisce un forte riferimento per le regioni interne della Barbagia, di cui rappresenta tradizioni e valori.
Economia e sviluppo turistico
L’economia della provincia si basa sulle estese superfici riservate alle culture orticole. Esiste poi la coltivazione della vite e nel periodo estivo è assai sviluppata anche l’attività turistica. A Macomer ha un certo rilievo l’industria tessile, specializzata nella produzione di tessuti in cotono e di calze. Un altro centro urbano assai rinomato è Orgosolo, al centro di un territorio la cui economia è di tipo agro-pastorale anche se ultimamente sembra aprirsi all’impresa turistica che fa leva sulle qualità ambientali e sulle tradizioni del centro storico.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del nome "Barbagia"?
- Quali sono le caratteristiche principali del paesaggio della Barbagia?
- Qual è l'importanza culturale di Nuoro?
- Su cosa si basa l'economia della provincia di Nuoro?
Il nome "Barbagia" deriva dal latino "Barbaria", dato dai Romani per descrivere le popolazioni fiere e indipendenti del Gennargentu.
Il paesaggio della Barbagia è vario, con rocce di granito, valli, pascoli, boschi di leccio e ginepro, e si estende fino al mare.
Nuoro è stata un centro di fermento culturale tra il XIX e XX secolo, ed è il luogo di nascita di Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926.
L'economia si basa su culture orticole, viticoltura, turismo estivo, e l'industria tessile a Macomer.