Concetti Chiave
- La piovosità annuale varia notevolmente in tutto il mondo, da meno di 2 mm all'anno sulla costa del Cile a oltre 12.000 mm nell'Himalaya.
- In Italia, il Tavoliere pugliese registra la piovosità minima con meno di 500 mm/anno, mentre il Friuli nord-orientale supera i 2.500 mm/anno.
- Una frequenza elevata di precipitazioni favorisce la crescita delle piante, evitando il seccarsi del terreno e prevenendo danni da eventi torrenziali.
- La distribuzione stagionale delle precipitazioni è cruciale per la crescita delle piante, poiché le piogge sono più utili durante la fase di crescita attiva.
- Gli effetti delle precipitazioni stagionali sulla crescita vegetale dipendono anche da fattori climatici come temperatura, vento e dalla natura del terreno.
Indice
Misurazione della piovosità annuale
La quantità di precipitazioni che cadono nell'arco di un anno su un territorio si misura in mm/anno e prende anche il nome di piovosità annuale. La piovosità annuale è molto diversa da un punto all'altro della Terra: essa oscilla da un minimo di meno di 2 mm all'anno sulla costa pacifica del Cile a un massimo di oltre 12.000 mm annui nel versante meridionale dell'Himalaya.
Piovosità in Italia
In Italia si registrano i valori minimi nel Tavoliere pugliese, che ha una piovosità media annuale inferiore a 500 mm/anno; quelli massimi si riscontrano invece nella zona nord-orientale del Friuli con oltre 2.500 mm/anno.
La frequenza è il numero di giorni in cui si verificano le precipitazioni nell'arco di un anno, e si misura quindi in gg/anno. Per la crescita delle piante è preferibile una frequenza elevata di precipitazioni, in particolare di pioggia. Solo così, infatti, si può evitare che il terreno si secchi, a causa dell'alternanza di brevi periodi di inumidimento a lunghi periodi di essiccamento; cosa che si verificherebbe se la frequenza fosse bassa. In questo ultimo caso; e inoltre, poiché le precipitazioni sarebbero concentrate nell'arco di pochi giorni, assumerebbero un carattere torrenziale, causando danni alle colture e alla struttura superficiale del terreno, nonché un notevole spreco di acqua. L'acqua infatti no riuscirebbe a infiltrarsi nel suolo, se non in piccola parte, e la maggior parte di essa tenderebbe a scorrere superficialmente, fino a essere convogliata in un corso d'acqua.
Distribuzione stagionale delle precipitazioni
La distribuzione stagionale corrisponde alla quantità di precipitazioni caduta nell'arco di una stagione, per cui si misura in mm/stagione. Questo parametro è il più importante per la crescita delle piante, poiché le precipitazioni veramente utili sono quelle che si verificano quando i vegetali sono in fase attiva di crescita, e non certo durante l'inverno, stagione in cui le piante entrano in riposo o comunque rallentano molto la loro attività. Gli effetti, sia positivi sia negativi, della distribuzione stagionale delle precipitazioni sulla crescita delle piante variano tuttavia anche in funzione di altri elementi del clima come la temperatura e il vento, ma soprattutto in funzione della natura del terreno.
Domande da interrogazione
- Qual è la piovosità annuale minima e massima registrata nel mondo?
- Quali sono le regioni italiane con i valori di piovosità più bassi e più alti?
- Perché è preferibile una frequenza elevata di precipitazioni per la crescita delle piante?
La piovosità annuale minima è di meno di 2 mm all'anno sulla costa pacifica del Cile, mentre la massima supera i 12.000 mm annui nel versante meridionale dell'Himalaya.
In Italia, i valori minimi di piovosità si registrano nel Tavoliere pugliese con meno di 500 mm/anno, mentre i massimi si trovano nella zona nord-orientale del Friuli con oltre 2.500 mm/anno.
Una frequenza elevata di precipitazioni è preferibile perché evita che il terreno si secchi e previene danni alle colture e al suolo causati da precipitazioni torrenziali concentrate in pochi giorni.