Concetti Chiave
- Durante il XIX secolo, migrazioni dai Paesi mediterranei verso le nazioni in industrializzazione come Germania e Francia per manodopera stagionale.
- Dopo la seconda guerra mondiale, ondate migratorie dai Paesi extraeuropei verso il Regno Unito e la Francia, spesso provenienti dalle loro colonie.
- Negli anni '60 e '70, l'Italia vide migrazioni interne per il suo sviluppo economico, oltre al ritorno di italiani emigrati.
- Negli anni '80, flussi migratori dal Nord Africa e dalle Filippine verso l'Italia per lavoro nella pesca, agricoltura e servizi domestici.
- Attualmente, gli Stati europei sono destinazioni per immigrati globali, con una prevalenza di arrivi dai Paesi extraeuropei e dall'Europa centro-orientale in ripresa.
Immigrati
Dai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come l’Italia, la Spagna e il Portogallo, a partire dal XIX secolo, milioni di persone si trasferirono nei Paesi che andavano industrializzandosi (Germania, Belgio, Francia, Regno Unito) e che, per il loro sviluppo, avevano bisogno di manodopera (2). Si trattava inizialmente di migrazioni stagionali perché i lavoratori tornavano periodicamente ai Paesi di origine; in seguito diventarono sempre più definitive.
A queste migrazioni interne all’Europa si aggiunsero, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, le migrazioni dai Paesi extraeuropei.
In un secondo tempo anche i Paesi dell’Europa meridionale, tra i quali l’Italia, furono interessati da questi flussi migratori. A fornire la manodopera per lo sviluppo economico che si registrò nella nostra Penisola fra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, furono le migrazioni interne dalla campagna alla città e dal Meridione al Settentrione, oltre al ritorno degli italiani emigrati. Più tardi, nel corso degli anni Ottanta, le esigenze della pesca e dell’agricoltura richiamarono nell’Italia del Sud tunisini, marocchini ed egiziani, mentre la presenza missionaria nelle Filippine favorì l’arrivo di donne per il lavoro domestico nel Centro Nord.
Oggi i Paesi europei sono meta di immigrazione per gli abitanti di quasi tutto il mondo: gli Stati dell’Europa occidentale accolgono immigrati che per la maggior parte provengono dai Paesi extraeuropei (in particolare africani, asiatici e sudamericani) e, in numero minore, dai Paesi dell’Europa centro orientale.
Questi ultimi, in ripresa dopo alcuni anni di crisi politico economica, continuano ad alimentare l’emigrazione verso i Paesi occidentali, ma cominciano a essere a loro volta anche meta di immigrati.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali destinazioni degli immigrati europei nel XIX secolo?
- Come si è evoluto il fenomeno migratorio in Europa dopo la seconda guerra mondiale?
- Quali sono le attuali tendenze migratorie in Europa?
Nel XIX secolo, milioni di persone dai Paesi mediterranei come l'Italia, la Spagna e il Portogallo si trasferirono nei Paesi in via di industrializzazione come Germania, Belgio, Francia e Regno Unito, che avevano bisogno di manodopera.
Dopo la seconda guerra mondiale, le migrazioni dai Paesi extraeuropei aumentarono, con Regno Unito e Francia che furono tra i primi a sperimentare questo fenomeno, grazie alle opportunità di lavoro e alle connessioni coloniali.
Attualmente, i Paesi europei sono destinazioni per immigrati da tutto il mondo, con un flusso significativo da Paesi extraeuropei come quelli africani, asiatici e sudamericani, e in misura minore, dai Paesi dell'Europa centro-orientale.