Concetti Chiave
- Schopenhauer vede la vita come un pendolo tra noia e dolore, con la volontà di vivere che crea un continuo stato di insoddisfazione.
- Il pessimismo cosmico di Schopenhauer descrive l'esistenza come intrinsecamente dolorosa, con l'universo come teatro della sofferenza.
- La natura si preoccupa solo della sopravvivenza della specie, con l'amore che serve solo come mezzo per l'accoppiamento.
- Schopenhauer identifica tre vie per liberarsi dal dolore: l'arte, la morale e l'ascesi, che comportano la rinuncia ai desideri.
- Il suicidio è rifiutato da Schopenhauer poiché è visto come un'affermazione della volontà piuttosto che una sua negazione.
La vita per Schopenhauer è dolore, infatti volere per lui significa desiderare e desiderare significa trovarsi in uno stato di tensione per la mancanza di ciò che si vorrebbe avere. Nell'uomo la volontà è più cosciente dunque l'uomo è l'essere più bisognoso e mancante, ciò che gli uomini definiscono godimento fisico o gioia psichica è solo la cessazione temporanea del dolore, il quale non può essere ridotto a cessazione del piacere. Si possono sperimentare le sequenze dei dolori senza piaceri precedenti, solo una funzione del dolore, può vincerlo solo annullandosi. Un'altra situazione di base dell'esistenza umana è la noia che subentra quando cessa il tormento del desiderio, la vita viene infatti descritta come un pendolo tra noia e dolore. La volontà di vivere, tensione permanente insoddisfatta, si manifesta in tutte le cose come Sehnsucht, il dolore riguarda ogni creatura, l'uomo soffre di più in quanto ha più consapevolezza e sente in modo più accentuato la volontà e a partire dall'insoddisfazione. Si sviluppa quindi la concezione di un pessimismo cosmico, in cui l'essere è dolore e l'universo è teatro della sofferenza (auto-lacerazione dell'unica volontà in molteplicità conflittuale). Alla natura interessa solo al sopravvivenza, l'anore è lo stimolo dell'esistenza così forte perché dietro l'incanto si trova il freddo genio della specie, fine dell'amore è solo l'accoppiamento.
Vie della liberazione dal dolore
L'esistenza si impara poco a poco e non volerla, ma Schopenhauer rifiuta il suicidio, in quanto viene inteso come un atto di forte affermazione della volontà, il suicida vuole infatti la vita ma non accetta le condizioni che gli sono toccate e quindi sopprime solo una manifestazione fenomenica e non la voglia in sé che rinascerà in altri individui. La vera soluzione al dolore è quindi la liberazione della volontà di vivere attraverso tre momenti:
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1. Arte, contemplazione delle idee ossia la conoscenza pura degli aspetti universali della realtà, liberando l'individuo da una catena di desideri e dolori;
2. Morale, fluisce da un sentimento di pietà nei confronti del prossimo partecipando di suoi dolori;
3. Ascesi, esperienza attraverso la quale l'individuo si propone di sradicare il proprio desiderio di esistere, godere e volere mediante accorgimenti come castità, umiltà, digiuno e povertà. Unico vero atto di libertà possibile dell'uomo, si conclude con il nulla che secondo i maestri d'Oriente non è niente bensì negazione del mondo stesso;
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Schopenhauer sulla vita e il dolore?
- Quali sono le vie di liberazione dal dolore secondo Schopenhauer?
- Perché Schopenhauer rifiuta il suicidio come soluzione al dolore?
Schopenhauer vede la vita come dolore, poiché desiderare significa trovarsi in uno stato di tensione per la mancanza di ciò che si vorrebbe avere. La vita è un pendolo tra noia e dolore, e l'uomo soffre di più a causa della sua maggiore consapevolezza.
Schopenhauer propone tre vie di liberazione dal dolore: l'arte, che libera l'individuo dai desideri e dolori attraverso la contemplazione delle idee; la morale, che nasce dalla pietà verso gli altri; e l'ascesi, che mira a sradicare il desiderio di esistere attraverso pratiche come la castità e il digiuno.
Schopenhauer rifiuta il suicidio perché lo considera un atto di forte affermazione della volontà. Il suicida vuole la vita ma non accetta le sue condizioni, sopprimendo solo una manifestazione fenomenica e non la volontà in sé, che rinascerà in altri individui.