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Schopenhauer
Il padre voleva avviarlo al commercio, lui però si iscrisse all’università di Gottinga, e si laureò a Jena. Sulla sua formazione influirono Platone, Kant, Fichte(che poté ascoltare ad alcune lezioni), Hegel(con cui fu collega, professore, per alcuni tempi a Berlino).
Scrisse “Il mondo come volontà e rappresentazione”.
Morirà a Francoforte, senza successo per la sua filosofia, perché prevaleva l’indirizzo filosofico Hegeliano e perché aveva un indirizzo pessimistico e anti-idealistico.
La sua filosofia cominciò ad avere successo a partire dai “moti del ‘48”.
Radici culturali
Da quali esperienze filosofiche(≠ ed eterogenee) fu influenzato?
Platone--> per la teoria delle idee(=forme eterne che si sottraggono alla caducità dolorosa del mondo)
Kant -->da cui ricava l’impostazione soggettivistica della sua idea
Illuminismo --> per il filone materialistico e la tendenza a mettere in discussione le credenze tramandate
Romanticismo --> da cui ricava alcuni temi di fondo del suo pensiero:
_ grande importanza a arte e musica
_tema dell’infinito(assoluto di cui tutto ciò che esiste è solo manifestazione passeggera)
_tema del dolore
Idealismo --> per lui è “l’idolo polemico”, la vera bestia nera. La considera “la filosofia delle università” finalizzata ad ottenere potere, successo, denaro, ma priva dello scopo della ricerca della verità. Definisce Hegel un ciarlatano, pesante, stucchevole, sicario della verità. Per S. è molto importante la libertà della filosofia: si indigna davanti alla divinizzazione dello Stato.
Spiritualità indiana --> recupera, ed è il 1° filosofo occidentale a farlo, temi della spiritualità indiana. Fu profeta del grande sviluppo
che la filosofia indiana avrebbe poi avuto in Occidente.
Indice:
Il mondo della rappresentazione come “velo di Maya”
-Il fenomeno e la cosa in sé, differenze da Kant, caratteri
-Rappresentazione=inganno, apparenza -->vita, mondo= sogno, parvenza, illusione
La scoperta della via d’accesso alla cosa in sé e il significato di essa
Caratteri e manifestazioni della volontà di vivere
Il pessimismo di Schopenhauer
-Le radici del pessimismo, le ragioni
-La sofferenza universale
-L’illusione dell’amore
Il rifiuto dell’ottimismo
-Cosmico
-Sociale
-Storico
Le vie di liberazione dal dolore
-Arte
-Etica della pietà
-Ascesi
Schopenhauer
Il padre voleva avviarlo al commercio, lui però si iscrisse all’università di Gottinga, e si laureò a Jena. Sulla sua formazione
influirono Platone, Kant, Fichte(che poté ascoltare ad alcune lezioni), Hegel(con cui fu collega, professore, per alcuni tempi a
Berlino).
Scrisse “IL MONDO COME VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONE”.
Morirà a Francoforte, senza successo per la sua filosofia, perché prevaleva l’indirizzo filosofico Hegeliano e perché aveva un indirizzo
pessimistico e anti-idealistico.
La sua filosofia cominciò ad avere successo a partire dai “moti del ‘48”.
Radici culturali
Da quali esperienze filosofiche(≠ ed eterogenee) fu influenzato?
Platone per la teoria delle idee(=forme eterne che si sottraggono alla caducità dolorosa del mondo)
Kant da cui ricava l’impostazione soggettivistica della sua idea
Illuminismo per il filone materialistico e la tendenza a mettere in discussione le credenze tramandate
Romanticismo :
da cui ricava alcuni temi di fondo del suo pensiero _ grande importanza a arte e musica
_tema dell’infinito
(assoluto di cui tutto ciò che esiste è solo
manifestazione passeggera)
_tema del dolore
Idealismo per lui è “l’idolo polemico”, la vera bestia nera. La considera “la filosofia delle università” finalizzata ad ottenere potere,
successo, denaro, ma priva dello scopo della ricerca della verità. Definisce Hegel un ciarlatano, pesante, stucchevole,
sicario della verità. Per S. è molto importante la libertà della filosofia si indigna davanti alla divinizzazione dello Stato.
Spiritualità indiana recupera, ed è il 1° filosofo occidentale a farlo, temi della spiritualità indiana. Fu profeta del grande sviluppo
che la filosofia indiana avrebbe poi avuto in Occidente.
Indice:
Il mondo della rappresentazione come “velo di Maya”
Il fenomeno e la cosa in sé, differenze da Kant, caratteri
Rappresentazione=inganno, apparenza vita, mondo= sogno, parvenza, illusione
La scoperta della via d’accesso alla cosa in sé e il significato di essa
Caratteri e manifestazioni della volontà di vivere
Il pessimismo di Schopenhauer
Le radici del pessimismo, le ragioni
La sofferenza universale
L’illusione dell’amore
Il rifiuto dell’ottimismo
Cosmico
Sociale
Storico
Le vie di liberazione dal dolore
Arte
Etica della pietà
Ascesi
Il mondo della rappresentazione come velo di Maya
Schopenhauer ha un indirizzo pessimistico, irrazionalistico, diametralmente opposto a quello di Hegel.
Il punto di partenza della filosofia di Sc. è la distinzione kantiana tra fenomeno e noumeno, cosa in sé.
≠ è il significato che Kant e Schopenhauer danno a questi due termini:
Kant Schopenhauer
fenomeno La sola realtà accessibile alla mente umana. Illusione, parvenza, sogno
È l’oggetto della rappresentazione, una realtà che esiste fuori dalla (“ingannevole trama del Fenomeno”)
coscienza, anche se viene appresa tramite una serie di forme a priori. “velo di maya”
Per l’antica sapienza indiana
È una rappresentazione che esiste solo dentro la coscienza.
Egli pensava di esprimere l’essenza del kantismo con la tesi che
apre il suo capolavoro:
“il mondo è la mia rappresentazione”
(per lui questa tesi è importantissima, una sorta di assioma)
Rappresentazione che, per Sc., ha due aspetti essenziali, inseparabili:
_soggetto rappresentante
_oggetto rappresentato
Nessuno dei due precede l’altro o può esistere indipendentemente
dall’altro.
ecco perché, secondo S., il materialismo è falso perché nega il
soggetto e lo riconduce all’oggetto.
L’Idealismo di Fichte è falso perché compie il tentativo opposto
nega l’oggetto e lo riconduce al soggetto.
e altrettanto impossibile:
noumeno Un concetto limite che serve per ricordare i limiti della conoscenza Una realtà che si nasconde dietro l’ingannevole trama
concetto limite, promemoria critico del fenomeno, che il filosofo ha il compito di scoprire,
svelare, attraverso l’autocoscienza.
Atmosfera gnoseologico-scientifica Atmosfera orientalistico-metafisica
= ricava queste immagini dalla sapienza indiana e poi
le usa nei suoi scritti
Sulle orme di Kant e del criticismo, anche Sc. pensa che la mente sia caratterizzata da una serie di forme a priori, ma egli, a differenza di Kant,
tre forme a priori
ammette solo :
_spazio
_tempo
_causalità
E dice che fra queste, la causalità è la più importante, la “categoria delle categorie”, a cui tutto si riconduce, anche le altre categorie.
questo perché la realtà stessa dell’oggetto si risolve nella sua azione causale sugli oggetti.
le forme a priori sono come dei vetri sfaccettati attraverso cui la visione delle cose si deforma
S. dice che
la rappresentazione, in definitiva, è ingannevole
se la rappresentazione è ingannevole, la vita è un sogno, un’illusione, parvenza.
(precedenti illustri di questa intuizione di S. furono gli antichi filosofi indiani, Platone e i greci)
il fenomeno è l’oggetto della rappresentazione, che esiste solo all’interno della coscienza:
il fenomeno è illusione, parvenza
realtà vera
Al di là del sogno esiste però la su cui il filosofo che è nell’uomo non può fare a meno di interrogarsi questo perché l’uomo è un
che è portato a stupirsi della propria esistenza e ad interrogarsi sull’essenza ultima della
animale metafisico, , a differenza di tutti gli altri esseri viventi,
vita, di sé e di ciò che lo circonda.
La scoperta della via d’accesso alla cosa in sé
Schopenhauer presenta la sua filosofia come l’integrazione necessaria di quella di Kant, perché, a differenza della filosofia kantiana, lui si vanta di aver scoperto la via
d’accesso alla cosa in sé che invece Kant aveva precluso.
alla domanda: se la mente è chiusa nell’orizzonte della rappresentazione,
come è possibile squarciare il “velo di maya” e orientarci nel labirinto del relativo, attingere l’assoluto, la cosa
in sé?
“Testa d’angelo alata senza corpo”
S. risponde:
Se noi fossimo solo conoscenza e rappresentazione non potremmo mai uscire dal mondo fenomenico, squarciare il “velo di maya” e
attingere l’assoluto. non
Ma noi non ci limitiamo a vederci dal di fuori, siamo solo conoscenza e rappresentazione, ma soprattutto CI VEDIAMO DAL DI
questa
godendo, soffrendo
DENTRO, attraverso il nostro corpo, ; ed è proprio esperienza che viviamo attraverso il nostro corpo che ci
permette di squarciare il “velo di Maya”, la trama ingannevole del fenomeno, e ci fa così scoprire la cosa in sé del nostro essere, l’essenza
profonda del nostro Io. Raggio di sole che penetra oltre la nuvola
L’uomo, il filosofo che è nell’uomo, riflettendo su di sé (autocoscienza), si rende conto che l’essenza profonda del suo Io, la cosa in sé del
suo essere, è la o VOLONTA’ di VIVERE
BRAMA
UN’ENERGIA alogica, irrazionale; un impulso prepotente e irresistibile che ci spinge ad esistere ed ad agire.
Schopenhauer dice che il corpo dell’uomo è solo la manifestazione fenomenica (esteriore) dell’insieme delle nostre brame interiori, della
volontà di vivere. (Es. l’apparato digerente non è che l’aspetto fenomenico della volontà di nutrirsi)
L’intero mondo che ci circonda non è altro che la maniera attraverso cui la volontà si oggettiva, si rende visibile a se stessa nella
rappresentazione spazio-temporale. “il mondo come volontà e rappresentazione”)
(da qui il titolo dell’opera
Per esprimere il concetto di questa supremazia della volontà, Schopenhauer dice che il rapporto tra volontà e corpo, volontà e intelletto,
volontà e fenomeno, è lo stesso che intercorre tra padrone e schiavo.
La volontà di vivere è la cosa in sé dell’uomo ma anche dell’universo.