Concetti Chiave
- Schopenhauer rejected rationalistic perspectives, emphasizing the pervasive pain in life and finding parallels in Buddhist ideas of universal suffering.
- He posited that the world is a representation of the knowing subject, where the "thing-in-itself" is the will to live, manifesting through nature and the universe.
- The will is an irrational, unconscious force behind instincts and desires, leading to endless dissatisfaction and suffering.
- Art and aesthetics, especially music, offer a partial liberation from the will by isolating ideas from sensory reality, but complete liberation is found in ethics.
- Schopenhauer's ethics involve overcoming egoism through justice, compassion, and asceticism, ultimately negating the will and transcending worldly illusions.
Arthur Schopenhauer
La filosofia di Schopenhauer rifiutò tutte le prospettive razionalistiche che non riescono a nascondere il dolore che pervade la vita dell'uomo e l'intero universo. Schopenhauer si interessò anche del pensiero orientale in cui trovo forti elementi di somiglianza in particolare con l'idea buddhistica della presenza del dolore nell'universo.
Il mondo è una rappresentazione del soggetto conoscente, il mondo quindi è intenso in senso fenomenico, quella che era la “cosa in se” kantiana cioè la realtà metafisica di ogni cosa e dell'intero universo, per Schopenhauer è la volontà di vivere, lo sforzo di affermarsi della volontà presente nella natura e in tutto l'universo, di cui il mondo sensibile è lo “specchio”.
La volontà è un forza cieca e irrazionale(inconscia) presente nell'universo, la quale mira a realizzare se stessa. Tutta la vita, infatti, è piena di istinti e appetiti che cercano di essere soddisfatti. In questo modo si provocano ulteriore sofferenza e dolore, a causa del desiderio sempre più intenso di soddisfare ogni istinto.
Quando c'è un ostacolo sorge la sofferenza dovuta all'insoddisfazione e all'impossibilità di appagare i desideri. Ogni desiderio deriva da insoddisfazione e, a sua volta, provoca nuova insoddisfazione all'infinito. L'uomo, con il suo egoismo, si presta a questo gioco senza senso e senza nessuno scopo della volontà universale.
Spazio e tempo servono a spiegare il frammentarsi della volontà universale nella molteplicità degli esseri fenomenici. L'idea dell'uomo, la più alta e perfetta oggettivazione della volontà. Le idea vanno distinte dai concetti che sono prodotti dall'astrazione, l'idea e simile a un essere vivente, perché è un principio che rimane immobile ed eterno, e da cui si genera una molteplicità di fenomeni. L'idea può essere conosciuta solo da colui che ha saputo elevarsi al di sopra dell'individualità, liberandosi dalle relazioni con le cose, per giungere alla contemplazione intuitiva e disinteressata delle idee.
La musica, l'arte in genere, la contemplazione estetica e l'attività del genio possono permettere di conoscere meglio le idee realizzando una liberazione della volontà. L'opera d'arte isola l'idea da ogni forma di realtà sensibile. La musica è la più elevata delle arti poiché è indipendente sia dal mondo sensibile sia da quello delle idee, poiché riproduce la volontà universale direttamente: potrebbe esistere anche se non esistesse il mondo. Ma la liberazione è parziale poiché transitoria.
La liberazione totale avviene nel campo dell'etica: la morale è dunque importante, poiché permette all'uomo di sollevarsi dell'egoismo. La morale è una forma di ascesi che porta l'uomo a negare la volontà universale e avvalersi della volontà di vivere che avviene solo attraverso la comprensione della natura: comprendere che la volontà è un susseguirsi interminabile di desideri che, quando vengono appagati, sono seguiti dalla noia.
L'uomo deve cercare di eliminare il “velo della maya” cioè l'illusione del mondo concreto e fenomenico, noi crediamo reale questo mondo e ci attacchiamo alle cose del mondo a causa della nostra “sete di esistere”, ciò porta alla produzione di energia karmica che si verrà a determinare in una nuova rinascita dopo la morte e al perpetrarsi del ciclo delle nascite-morti-rinascite, definito samsara. Quindi secondo Schopenhauer il velo della maya è quel velo di illusione dato dalla rappresentazione sensibile dei fenomeni.
La noluntas, la nolonta in quanto negazione della volontà e liberazione delle negatività, si realizza in tre gradi giustizia, compassione o bontà, e ascesi.
La giustizia è una prima forma di superamento dell'egoismo poiché costringe a negare le tendenze della volontà individuale.
La compassione quando cioè l'uomo ha superato la distinzione fra sé e gli altri e sente come proprio il dolore del mondo intero.
L'ascesi è quando sentendo i dolore del mondo, l'uomo si distoglie serenamente dalla vita e dai suoi pensieri, accettando la morte come liberazione dei legami della volontà. La negazione della volontà è una conoscenza negativa che deve giungere a eliminare la volontà e la rappresentazione che abbiamo del mondo con i suoi desideri e inganni.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Schopenhauer sulla natura del mondo e della volontà?
- Come si relaziona la filosofia di Schopenhauer con il pensiero orientale?
- Qual è il ruolo dell'arte e della musica nella filosofia di Schopenhauer?
- In che modo Schopenhauer descrive il processo di liberazione dalla volontà?
- Cosa rappresenta il "velo della maya" nella filosofia di Schopenhauer?
Schopenhauer vede il mondo come una rappresentazione fenomenica del soggetto conoscente, dove la realtà metafisica è la "volontà di vivere", una forza cieca e irrazionale che pervade l'universo e si manifesta attraverso il desiderio e la sofferenza.
Schopenhauer trova somiglianze con il pensiero orientale, in particolare con il buddhismo, per l'idea della presenza del dolore nell'universo e la necessità di superare l'illusione del mondo fenomenico.
L'arte e la musica permettono di conoscere meglio le idee e realizzare una parziale liberazione dalla volontà. La musica, in particolare, è vista come la più elevata delle arti poiché riproduce direttamente la volontà universale.
La liberazione dalla volontà avviene attraverso l'etica, che include giustizia, compassione e ascesi. Questi gradi portano l'uomo a negare l'egoismo e a distaccarsi dalla volontà universale, accettando la morte come liberazione.
Il "velo della maya" rappresenta l'illusione del mondo concreto e fenomenico, che ci porta a credere nella realtà sensibile e a perpetuare il ciclo di nascita-morte-rinascita, noto come samsara.