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Schelling, Arthur - Pensiero filosofico (2) Pag. 1
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Sintesi

Schelling



1. La vita.
Nacque a Leonberg nel 1775 e studiò matematica e scienze naturali. Fu nominato coadiutore di Fichte e dopo le sue dimissioni prese il suo posto. Entrò in contatto con i romantici. Ruppe l’amicizia con Hegel dal quale è oscurato e muore a Ragaz nel 1854. Il suo interesse è rivolto alla natura, all’arte e al problema metafisico-religioso. Il suo pensiero si trova tra il soggettivismo di Fichte e il razionalismo di Hegel dei quali ammette l’infinità (base) ma ha garantito a questo principio l’oggettività per permettergli di spiegare il mondo della natura e dell’arte. Poi ha preso le distanze dai presupposti immanentistici di Hegel elaborando un nuovo tipo di filosofia.

2. L’Assoluto come indifferenza di Spirito e Natura: critiche a Fichte.
Il principio dell’infinito (spiegava io e non-io, spirito e natura) aveva assicurato il successo a Fichte. La sua filosofia apre un nuovo indirizzo.
Kant Fichte
è una filosofia del finito e muove dall’Illuminismo è una filosofia dell’infinito ed apre il Romanticismo
Schelling cerca di rivolgere il fichtismo alla difesa dei suoi interessi naturalistico-estetici. Riporta l’io assoluto alla sostanza di Spinoza
Spinoza Fichte
la sostanza è il principio dell’infinità oggettiva l’Io è il principio dell’infinità soggettiva
Schelling vuole unire le due infinità in un Assoluto irriducibile né a soggetto né a oggetto ma è il fondamento di entrambi, poiché capisce che una pura attività soggettiva non può spiegare la nascita del mondo di natura ed un principio oggettivo non può spiegare l’origine dell’intelligenza e dell’io. Quindi il principio supremo deve essere Assoluto (Dio): soggetto e oggetto, ragione e natura, ovvero unità e identità di entrambi. Per Schelling, la natura ha vita, razionalità e valore in se stessa. Ha in se un principio autonomo che a spieghi che è identico a quello che spiega il mondo della ragione e dell’io. Il principio unico deve essere soggetto e oggetto, idealità e realtà. Questo riconoscimento del valore autonomo della natura e la tesi dell’Assoluto come identità di natura e spirito lo portano ad ammettere due direzioni filosofiche:
- la filosofia della natura (la natura si risolve nello spirito)
- la filosofia trascendentale (lo spirito si risolve nella natura)
poiché non ci sono natura e spirito puramente tali (solo oggettiva e soggettivo) l’indagine della natura giunge allo spirito e l’indagine allo spirito giunge alla natura.

T4. La concezione della natura.
Il brano è tratto da “Idee per una filosofia della natura”, il tema principale è la convinzione dell’unità tra natura e spirito ed implica che la natura abbia in se un’intelligenza inconscia. Qui troviamo un’analogia con Fichte poiché concepisce la natura come animata da un principio spirituale ma si distacca poiché individua questo principio nella natura stessa. La filosofia della natura di Schelling è una filosofia dell’unità che si oppone alle soluzioni meccanicistiche e finalistiche che presuppongono la distinzione tra vivo o inerte mentre Schelling intende la natura intera senza distinzioni.
Schelling (come Fichte) fa una distinzione tra
- dogmatismo: è insufficiente perché si basa sulla relazione di causa-effetto per spiegare la realtà ma non può fornire un principio ultimo a fondamento di questa relazione e non può spiegare tutti gli aspetti del reale.
- Idealismo
La conoscenza della realtà organica mostra l’insufficienza del meccanicismo per la quale un organismo non è il risultato di forze meccaniche o di un altro organismo ma ha in se il proprio principio mentre il rapporto di causa effetto si instaura tra cose diverse ed esterne dando origine a realtà nuove. Nel finalismo (alternativa al meccanicismo) il concetto di fine è proprio dell’intelletto umano che mette ordine tra le cose ma non può produrre l’unità interna oggettiva e reale degli organismi. Per cui non esiste un prima e un dopo nell’azione del principio materiale o spirituale-ordinatore. Schelling si domanda quale sia la ragione della consonanza tra spirito e natura: rifiuta la spiegazione di un Dio creatore (principio estrinseco ad entrambi che dovrebbe essere dimostrato) ma si dovrebbe indagare non sul principio ma il modo in cui sorge nella nostra mente l’idea della natura (risultato di un’organizzazione intelligente) che per Schelling è data dalla considerazione dell’assoluta identità di natura e spirito (anche se una esterna e l’altra interna al soggetto sono espressioni di una stessa realtà.
Estratto del documento

SCHELLING

1. La vita.

Nacque a Leonberg nel 1775 e studiò matematica e scienze naturali. Fu nominato coadiutore di

Fichte e dopo le sue dimissioni prese il suo posto. Entrò in contatto con i romantici. Ruppe

l’amicizia con Hegel dal quale è oscurato e muore a Ragaz nel 1854. Il suo interesse è rivolto

alla natura, all’arte e al problema metafisico-religioso. Il suo pensiero si trova tra il

soggettivismo di Fichte e il razionalismo di Hegel dei quali ammette l’infinità (base) ma ha

garantito a questo principio l’oggettività per permettergli di spiegare il mondo della natura e

dell’arte. Poi ha preso le distanze dai presupposti immanentistici di Hegel elaborando un nuovo

tipo di filosofia.

2. L’Assoluto come indifferenza di Spirito e Natura: critiche a Fichte.

Il principio dell’infinito (spiegava io e non-io, spirito e natura) aveva assicurato il successo a

Fichte. La sua filosofia apre un nuovo indirizzo.

Kant Fichte

è una filosofia del finito e muove è una filosofia dell’infinito ed apre il

dall’Illuminismo Romanticismo

Schelling cerca di rivolgere il fichtismo alla difesa dei suoi interessi naturalistico-estetici.

Riporta l’io assoluto alla sostanza di Spinoza

Spinoza Fichte

la sostanza è il principio dell’infinità oggettiva l’Io è il principio dell’infinità soggettiva

Schelling vuole unire le due infinità in un Assoluto irriducibile né a soggetto né a oggetto ma è

il fondamento di entrambi, poiché capisce che una pura attività soggettiva non può spiegare la

nascita del mondo di natura ed un principio oggettivo non può spiegare l’origine

dell’intelligenza e dell’io. Quindi il principio supremo deve essere Assoluto (Dio): soggetto e

unità e identità di entrambi.

oggetto, ragione e natura, ovvero Per Schelling, la natura ha vita,

razionalità e valore in se stessa. Ha in se un principio autonomo che a spieghi che è identico a

quello che spiega il mondo della ragione e dell’io. Il principio unico deve essere soggetto e

oggetto, idealità e realtà. Questo riconoscimento del valore autonomo della natura e la tesi

dell’Assoluto come identità di natura e spirito lo portano ad ammettere due direzioni

filosofiche:

- la filosofia della natura (la natura si risolve nello spirito)

- la filosofia trascendentale (lo spirito si risolve nella natura)

poiché non ci sono natura e spirito puramente tali (solo oggettiva e soggettivo) l’indagine della

natura giunge allo spirito e l’indagine allo spirito giunge alla natura.

T4. La concezione della natura.

Il brano è tratto da “Idee per una filosofia della natura”, il tema principale è la convinzione

dell’unità tra natura e spirito ed implica che la natura abbia in se un’intelligenza inconscia. Qui

troviamo un’analogia con Fichte poiché concepisce la natura come animata da un principio

spirituale ma si distacca poiché individua questo principio nella natura stessa. La filosofia della

natura di Schelling è una filosofia dell’unità che si oppone alle soluzioni meccanicistiche e

finalistiche che presuppongono la distinzione tra vivo o inerte mentre Schelling intende la

natura intera senza distinzioni.

Schelling (come Fichte) fa una distinzione tra

- dogmatismo: è insufficiente perché si basa sulla relazione di causa-effetto per spiegare

la realtà ma non può fornire un principio ultimo a fondamento di questa relazione e non

può spiegare tutti gli aspetti del reale.

- Idealismo meccanicismo

La conoscenza della realtà organica mostra l’insufficienza del per la quale un

organismo non è il risultato di forze meccaniche o di un altro organismo ma ha in se il proprio

principio mentre il rapporto di causa effetto si instaura tra cose diverse ed esterne dando

finalismo

origine a realtà nuove. Nel (alternativa al meccanicismo) il concetto di fine è proprio

dell’intelletto umano che mette ordine tra le cose ma non può produrre l’unità interna

oggettiva e reale degli organismi. Per cui non esiste un prima e un dopo nell’azione del

principio materiale o spirituale-ordinatore. Schelling si domanda quale sia la ragione della

consonanza tra spirito e natura: rifiuta la spiegazione di un Dio creatore (principio estrinseco ad

entrambi che dovrebbe essere dimostrato) ma si dovrebbe indagare non sul principio ma il

modo in cui sorge nella nostra mente l’idea della natura (risultato di un’organizzazione

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