simone.scacchetti
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Concetti Chiave

  • La Rivoluzione Scientifica ha smantellato l'eredità aristotelica, introducendo un nuovo modo di pensare e relazionarsi con la natura attraverso il metodo scientifico.
  • Filosofi come Telesio, Bruno e Campanella hanno contribuito alla rivoluzione, cercando la conoscenza della natura con metodologie diverse e a volte opposte.
  • La scienza è diventata un sapere sperimentale basato su osservazione, calcolo e misura, puntando alla conoscenza oggettiva del mondo.
  • Nonostante le resistenze delle autorità ecclesiastiche e culturali, la scienza ha promosso una dinamicità tra artigiani e scienziati, maturando con Galilei l'incontro tra scienza e tecnica.
  • La scienza è vista come un sapere utile e universale, capace di migliorare la condizione umana e applicabile anche in altri ambiti, come suggerito da Cartesio.

Ci troviamo nel pieno della Rivoluzione Scientifica, l'epoca in cui l'eredità aristotelica, sulla quale era stato costruito l'intero sapere umano sino ad allora apprendibile, viene smantellata da menti e intuizioni eccelse fino alla nascita di un nuovo modo di relazionarsi con la natura, di vedere la natura, di pensare la natura: il metodo.
Infatti, la scintilla che ha generato tale rivoluzione del pensiero è da scorgere in filosofi "precedenti", tra cui Telesio, Bruno e Campanella: questi, invero, avevano posto come fine della loro filosofia la conoscenza della natura intorno a loro, arrivando alla stessa attraverso metodologie o "vie" differenti e, a volte, opposte.
Il punto di partenza della Rivoluzione Scientifica è la rivalutazione della natura, la quale "vive" secondo leggi o relazioni causalmente legate tra di loro, essendo un ordine oggettivo, e come tale è conoscibile soltanto espellendo l'uomo da questo.
La conoscenza della fisica presuppone, dunque, l'osservazione dei fatti e l'esperienza: la scienza, per questa ragione, diviene un sapere sperimentale, che si fonda sul calcolo e sulla misura.

In più, deve mantenere una intersoggettività tale da poter essere accessibile a tutti e universalmente valida. Possiamo dunque individuare il fine della scienza nella conoscenza oggettiva del mondo e delle sue leggi (arriveremo, infine, a dilazionare l’obiettivo, con Bacone, alla dominazione tramite la conoscenza: più vi sarà conoscenza, più l'interesse umano avrà desiderio e possibilità di dominare l'ambiente circostante - il regnum hominis - per volgerlo a nostro favore). Ma come le grandi innovazioni di pensiero proprie dell'Umanesimo e del Rinascimento, la Rivoluzione Scientifica non ha una origine casuale: tutto nasce da un sistema di vita più complesso e dinamico e le nuove consapevolezze implicano conoscenze più approfondite e scientifiche: i nuovi bisogni fungono da stimolo per la creazione di un sapere oggettivo (nonostante, come era prevedibile, vi saranno delle "forze ostili" a questa, come la cultura tradizionale e le autorità ecclesiastiche, poiché distruggere il sistema aristotelico vale a dire denudare il fondamento della chiesa medesima; basti pensare alla reazione della società alla vista dell'"Occhiale" olandese, messo a punto da Galilei, il quale, grazie all'ausilio di questo, compirà le grandi scoperte astronomiche contenute nel Sidereus Nuncius: molti guardarono l'oggetto con distacco, per via dell'incurabile pregiudizio contro gli "ordigni meccanici", altri ancora non avvicinarono mai i loro occhi al nuovo mezzo, poiché questo generava illusioni ottiche e distorceva la realtà, ed era considerato un diabolico sostituto degli occhi naturali creati da Dio). Ma l'aspetto più interessante della Rivoluzione è senz'altro la dinamicità tra gli artigiani e gli scienziati, che andavano alla ricerca di collaborazioni produttive: l'incontro tra scienza e tecnica arriverà, con Galilei, a maturare. Infatti, vi saranno tecnici che si fanno scienziati e scienziati che si fanno tecnici. Di fondamentale importanza per la formazione del nuovo sapere scientifico sono anche le idee "extrascientifiche", che stimolano l'intelletto e la scienza stessa: non conta, per l'appunto, come si è arrivati alla teoria, ma la teoria in sé (da esempio la "leggenda" di Newton e la sua mela).
La scienza è dunque il prototipo di un sapere utile, perché capace di migliorare la situazione dell'uomo nel mondo (per il baconiano "sapere è potere"), ma allo stesso tempo universale, nel caso in cui si utilizzi il metodo scientifico anche in altri ambiti (come sarà per Cartesio).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il punto di partenza della Rivoluzione Scientifica?
  2. Il punto di partenza della Rivoluzione Scientifica è la rivalutazione della natura come un ordine oggettivo conoscibile solo espellendo l'uomo da esso, basandosi sull'osservazione dei fatti e l'esperienza.

  3. Quali filosofi hanno influenzato la nascita della Rivoluzione Scientifica?
  4. Filosofi come Telesio, Bruno e Campanella hanno influenzato la Rivoluzione Scientifica ponendo come fine della loro filosofia la conoscenza della natura attraverso metodologie differenti.

  5. Qual è il ruolo della scienza secondo la Rivoluzione Scientifica?
  6. La scienza diventa un sapere sperimentale fondato sul calcolo e sulla misura, con l'obiettivo di ottenere una conoscenza oggettiva del mondo e delle sue leggi, e di dominare l'ambiente circostante.

  7. Quali ostacoli ha incontrato la Rivoluzione Scientifica?
  8. La Rivoluzione Scientifica ha incontrato ostacoli da parte della cultura tradizionale e delle autorità ecclesiastiche, che vedevano la distruzione del sistema aristotelico come una minaccia al fondamento della chiesa.

  9. Come si è evoluto il rapporto tra scienza e tecnica durante la Rivoluzione Scientifica?
  10. Durante la Rivoluzione Scientifica, il rapporto tra scienza e tecnica si è evoluto in una collaborazione produttiva, con tecnici che diventano scienziati e scienziati che diventano tecnici, culminando con le innovazioni di Galilei.

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