Concetti Chiave
- Il discorso di Nietzsche si basa sulla negazione totale di presupposti teologici e antropologici, sostenendo che l'universo non ha senso intrinseco.
- L'idea dell'eterno ritorno dell'identico sfida le concezioni tradizionali, negando razionalità e bontà come mere finzioni biologiche.
- La "volontà di potenza" è vista come il potenziale umano inespresso, non come dominio sugli altri, ma come sviluppo personale e felicità.
- Nietzsche critica la mancanza di nuove virtù e invita a un cammino personale complesso, lontano da edonismo o utilitarismo.
- Il linguaggio aforistico di Nietzsche, anticipatore e provocatorio, resta una sfida alla cultura europea tradizionale.
L'intero discorso nietzschiano rimarrebbe però incomprensibile se non fosse precisato un punto essenziale e cioè che esso si basa sulla completa e radicale negazione di ogni presupposto non solo teologico, ma anche antropologico, nella concezione dell'universo. L'uomo, cioè, non ha nessun'altra possibilità o alternativa che inventare ex novo un «senso della terra», proprio perché non solo la terra, ma l'intero universo non hanno senso, salvo quello che l'uomo via via può dar loro.
E l'universo non ha un senso perché, contrariamente alla concezione che la tradizione ebraico-cristiana ha radicato nella cultura europea, l'universo non ha né un inizio né una fine né un fine, ma è sostanzialmente eterno ritorno dell'identico; ancora, un eterno ritorno dell'identico privo di qualsiasi razionalità e bontà, quale potevano attribuirgli antiche filosofie di tipo stoico, perché razionalità e bontà sono unicamente finzioni e funzioni biologiche, strumenti di sopravvivenza strettamente legati alla prospettiva dell'uomo.In questo quadro si colloca pure il richiamo nietzschiano alla «volontà di potenza», che non deve essere inteso come desiderio più o meno indiscriminato di affermarsi sugli altri con la forza, ma, al contrario, come scoperta e messa in atto delle infinite potenzialità ancora insite nella vita dell'uomo e rimaste per secoli mortificate e trascurate in ossequio a valori puramente negativi. Proprio perché nell'universo non c'è nulla a cui si possa o si debba subordinare la vita nelle sue infinite potenzialità occorre dedicarsi pienamente al loro sviluppo e in questo senso la più vera colpa dell'uomo, secondo Nietzsche, è stata quella di non aver voluto abbastanza essere felice, di non aver inventato nuove virtù. Non si tratta di un banale edonismo o utilitarismo, che rappresenta soltanto un'ennesima mortificazione dell'uomo, ma di intraprendere un cammino estremamente difficile e complesso che può essere solo additato agli altri, ma che ciascuno deve percorrere con le proprie forze e in una propria direzione.
Nietzsche è talmente convinto della difficoltà e problematicità della sua proposta, da ammantare il suo pensiero - considerato da lui ancora troppo in anticipo rispetto ai tempi - di un linguaggio aforistico e cifrato (quale tornerà poi spesso anche nelle filosofie esistenzialistiche). Proprio per questo suo carattere diagnostico e profetico, sferzante e stimolante insieme, si spiega come il pensiero di Nietzsche abbia operato in autori e correnti dall'ispirazione e dagli intenti più diversi e ancora oggi sia sentito come una provocazione e accusa costante contro l'intera concezione della civiltà e della cultura formatasi in Europa nel quadro della tradizione greco-ebraico-cristiana.
Domande da interrogazione
- Qual è il punto essenziale del discorso nietzschiano?
- Come interpreta Nietzsche la "volontà di potenza"?
- Qual è la vera colpa dell'uomo secondo Nietzsche?
- Perché il pensiero di Nietzsche è considerato provocatorio e stimolante?
Il discorso nietzschiano si basa sulla completa e radicale negazione di ogni presupposto teologico e antropologico nella concezione dell'universo, sostenendo che l'universo non ha senso se non quello che l'uomo può dargli.
La "volontà di potenza" non è un desiderio di affermarsi sugli altri con la forza, ma la scoperta e messa in atto delle infinite potenzialità della vita dell'uomo, trascurate in ossequio a valori negativi.
La vera colpa dell'uomo è stata quella di non aver voluto abbastanza essere felice e di non aver inventato nuove virtù, nonostante le infinite potenzialità della vita.
Il pensiero di Nietzsche è considerato provocatorio e stimolante perché sfida la concezione della civiltà e della cultura europea, utilizzando un linguaggio aforistico e cifrato che anticipa i tempi e stimola riflessioni profonde.