Concetti Chiave
- La magia rinascimentale si distingue per il suo sapere operativo, che offre potere sulla natura, e il suo carattere sacerdotale, derivato da antiche tradizioni.
- I maghi rinascimentali separano la magia naturale dalla magia demoniaca per differenziarsi dalle pratiche popolari e dalle accuse ecclesiastiche.
- Agrippa di Nettesheim propone una visione radicale della magia, articolata in naturale, astrologica e cerimoniale, basata sulla tripartizione dell'universo.
- La magia cerimoniale di Agrippa coinvolge demoni e spiriti, permettendo al mago di controllare fenomeni cosmici e spirituali, attraverso pratiche di purificazione.
- Il mago, attraverso la dignificazione della ratio, può recuperare la signoria originaria di Adamo, libera di ricevere illuminazione divina.
Il sapere magico
I trattati di magia si succedono ripetendo le stesse dottrine di fondo. Quello magico si presenta come un sapere ambivalente. Da un lato esso rompe con la tradizione della scienza contemplativa aristotelica, presentandosi come un sapere operativo capace di offrire all'uomo il potere sulla natura. Dall'altro lato esso è un sapere sacerdotale, derivato da tradizioni antichissime, frutto di rivelazione divina e dunque riservato a pochi iniziati.
Per distinguersi dalle pratiche della stregoneria popolare e per evitare le accuse ecclesiastiche, i maghi rinascimentali distinguono cautamente la propria magia naturale dalla magia demoniaca: a differenza di quest'ultima, basata sul commercio con i demoni e con gli spiriti e volta a compiere veri e propri miracoli sovvertendo l'ordine naturale creato da Dio, la magia naturale dichiara di fondarsi solo sui rapporti di simpatia e antipatia presenti tra le cose e sulla manipolazione degli elementi naturali.Agrippa di Nettesheim e la magia
Tra le tante figure di maghi del Cinquecento spicca quella di Agrippa di Nettesheim (1486-1535), il quale, nel De occulta philosophia (1533), offre una vera e propria rassegna dell'intera magia rinascimentale. Rifacendosi alla tradizionale tripartizione dell'universo nel mondo elementare, celeste e intelligibile, egli propone una corrispondente articolazione della magia in naturale, astrologica e cerimoniale. Ma, rispetto a quella ficiniana, la magia proposta da Agrippa è più radicale e la prudente distinzione tra magia naturale e demoniaca si trasforma nell'aleatoria distinzione tra una magia che ricorre unicamente ai demoni benigni, gli angeli, e una magia superstiziosa che si affida invece ai demoni malvagi. Soprattutto nella magia cerimoniale, coadiuvato dai demoni, il mago saprà costringere gli spiriti dei morti a obbedirgli, modificare il corso delle stelle, imporre ai demoni e agli elementi di eseguire i suoi ordini. Ciò richiede la dignificazione, ossia la liberazione, trami-te preghiere, digiuni e atti di continenza, della ratio (la parte mediana dell'anima umana) dall'abbraccio dell'idolum (la parte più bassa dell'anima, legata alla sensibilità e quindi al mondo materiale), lasciandola libera di ricevere dalla mens (la parte più alta dell'anima) la luce che Dio direttamente può infonderle. In tal modo il mago recupererà l'originaria signoria che Adamo aveva sul mondo prima del peccato.
Domande da interrogazione
- Qual è la distinzione principale tra la magia naturale e la magia demoniaca secondo i maghi rinascimentali?
- Come Agrippa di Nettesheim articola la magia nel suo "De occulta philosophia"?
- Qual è il processo attraverso il quale un mago può recuperare la signoria originaria di Adamo secondo Agrippa?
I maghi rinascimentali distinguono la magia naturale dalla magia demoniaca per evitare accuse ecclesiastiche. La magia naturale si basa sui rapporti di simpatia e antipatia tra le cose e sulla manipolazione degli elementi naturali, mentre la magia demoniaca coinvolge il commercio con demoni e spiriti per compiere miracoli sovvertendo l'ordine naturale creato da Dio.
Agrippa di Nettesheim articola la magia in tre categorie corrispondenti alla tripartizione dell'universo: magia naturale, astrologica e cerimoniale. La sua visione è più radicale rispetto a quella ficiniana, distinguendo tra una magia che utilizza demoni benigni, come gli angeli, e una magia superstiziosa che si affida a demoni malvagi.
Secondo Agrippa, il mago può recuperare la signoria originaria di Adamo attraverso la dignificazione, che implica la liberazione della ratio dall'idolum tramite preghiere, digiuni e atti di continenza, permettendo alla mens di ricevere la luce divina. Questo processo consente al mago di esercitare poteri straordinari, come costringere gli spiriti dei morti a obbedirgli e modificare il corso delle stelle.