Concetti Chiave
- Feuerbach è una figura di spicco della Sinistra hegeliana e fondatore dell'ateismo filosofico ottocentesco.
- Si allontanò dall'hegelismo, criticando la filosofia di Hegel per l'errore di invertire soggetto e predicato.
- La sua opera fondamentale, "L'essenza del cristianesimo", segna il distacco dall'hegelismo.
- Feuerbach visse in solitudine e studio, dedicandosi alla critica della religione e dell'idealismo.
- Propose un'inversione dei rapporti tra soggetto e predicato per riconoscere il concreto rispetto all'astratto.
Ludwig Feuerbach
La maggior figura della Sinistra hegeliana è quella di Feuerbach, il fondatore dell’ateismo filosofico ottocentesco. Nacque nel 1804 in Baviera e morì 1872 a Rechenberg. Scolaro di Hegel a Berlino, libero docente di Erlangen,si vide troncare la carriera universitaria dall’ostilità incontrata delle idee e sulla religione esposte in uno dei suo primi scritti pensieri sulla morte e l’immortalità (1830). Si ritirò allora nella solitudine e nello studio e visse quasi sempre a Bruckeberg. Dapprima hegeliano fervente, Feuerbach si staccò in seguito dall’hegelismo e il distacco è segnato dallo scritto Critica della filosofia hegeliana, nel 1841, la sua opera fondamentale, L’essenza del cristianesimo; alla quale seguì nel 1845, altrettanto importante, L’essenza della religione. Merito d Feuerbach è stato l’esser riuscito a comprendere l’errore di fondo della filosofia hegeliana e la l’aver trovato la giustificazione speculativa - filosofica dell’ateismo moderno.La sua critica è logica – metodologica. Hegel ha commesso un errore strutturale scambiando il ruolo del soggetto e del predicato facendone concreto il predicato e astratto il soggetto. Infatti, secondo il filosofo, l’equivoco dell’idealismo è quello di fare del concreto (dell’essere, della natura dell’uomo…), un predicato o attributo dell’astratto anziché un predicato o attributo del concreto. In altre parole l’idealismo offre una visione rovesciata, distorta delle cose. Da ciò il programma fuerbachiano di un’inversione radicale dei rapporti fra soggetto e predicato instauratasi dalla religione e dall’idealismo, al fine di recuperare e riconoscere ciò che è realmente soggetto.